Quando i serpenti persero le zampe
Ci sono ma non si vedono. In effetti, ci sono volute le nuove tecnologie di laminografia sincrotonica ai raggi-X, per individuare la struttura delle piccole zampette posteriori sul corpo di un serpente vissuto 95 milioni di anni fa e di risolvere una controversia in corso da molto tempo. Gli attuali serpenti si sono originati da un gruppo di rettili terrestri […]
Ci sono ma non si vedono. In effetti, ci sono volute le nuove tecnologie di laminografia sincrotonica ai raggi-X, per individuare la struttura delle piccole zampette posteriori sul corpo di un serpente vissuto 95 milioni di anni fa e di risolvere una controversia in corso da molto tempo. Gli attuali serpenti si sono originati da un gruppo di rettili terrestri o acquatici?
Questa domanda ha impegnato paleontologi ed erpetologi per decenni, ma una risposta definitiva non era mai stata fornita anche se tutti erano concordi nel sostenere che questo gruppo di rettili si orginò a partire da progenitori dotati di zampe. Ed è proprio da uno di loro che potrebbero pervenire le risposte. Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Journal of Vertebrate Paleontology, ha analizzato gli arti posteriori di Eupodophis descouensi, una delle sole tre specie di serpenti fossili nota nel possedere piccole zampe vestigiali, e ne ha ricostruito l’anatomia in maniera tridimensionale.
Sebbene minuscoli (non superano gli 0,8 centimetri di lunghezza) gli arti di questo piccolo serpente, che raggiungeva il mezzo metro di lunghezza, mostrano una struttura molto simile a quella delle zampe delle lucertole, viventi ed estinte, terrestri. Questo indicherebbe, dunque, un’origine dei serpenti sulle terre emerse. In particolare, la zampa di Eupodophis descouensi si incurva in prossimità dell’articolazione del ginocchio e presenta quattro ossa nella regione della caviglia. Mancano completamente, invece, i metatarsi e falangi ad indicare un processo di riduzione degli arti ancora in atto.
Questa struttura, conclude lo studio, suggerisce che la regressione delle zampe in Eupodophis e nei suoi discendenti non fu dovuta ad un’alterazione dei processi di sviluppo, ma ad decremento nei tassi di crescita o ad un riduzione della durata dello sviluppo degli arti.
Andrea Romano
Riferimenti:
Alexandra Houssaye, Feng Xu, Lukas Helfen, Vivian De Buffrénil, Tilo Baumbach, and Paul Tafforeau, Three-Dimensional Pelvis and Limb Anatomy of the Cenomanian Hind-Limbed Snake Eupodophis descouensi (Squamata, Ophidia) Revealed by Synchrotron-Radiation Computed Laminography, Journal of Vertebrate Paleontology 31(1): 2-7.
Immagine:
Credit: A. Houssaye
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.