Quante specie “nascoste” nell’artico!
Una nuova ricerca mostra i limiti della nostra conoscenza della biodiversità nell’artico. Lo riportano ricercatori americani e norvegesi in un articolo su Proceedings of the National Academy of Science. In genere le specie di piante si definiscono per la loro forma ed altri caratteri visibili. Ma la specie è un concetto biologico, ovvero dipende dal codice gentico (DNA), e questo […]
Una nuova ricerca mostra i limiti della nostra conoscenza della biodiversità nell’artico. Lo riportano ricercatori americani e norvegesi in un articolo su Proceedings of the National Academy of Science. In genere le specie di piante si definiscono per la loro forma ed altri caratteri visibili. Ma la specie è un concetto biologico, ovvero dipende dal codice gentico (DNA), e questo è lavoro di laboratorio. Gli scienziati hanno raccolto piante della specie Draba, presente anche nelle Alpi, in diverse località geografiche dell’artico. Erano tutte piante dall’aspetto simile, appartenendo ufficialmente alla stessa specie, le separavono solo grandi corridoi di oceano. Poi le hanno incrociate e, sorpresa, solo l’otto percento dava ibridi non sterili! Il 92 per cento mostrava che gli scienziati erano di fronte a specie biologicamente diverse. Non erano piu’ in grado di riprodursi tra loro. Prendete un cavallo bianco ed uno nero ed incrociateli, sembrano ancor più diversi di due piante di Draba, un loro figlio non sarà sterile. Prendete un asino ed un cavallo e otterrete un ibrido sterile, sono infattispecie diverse. Gli scienziati dicono quindi che ci sono molte piu’ specie nell’artico di quanto ci possiamo immaginare, nascoste sotto lo stesso abito e nome, ma con codice genetico diverso. Queste specie si sono sviluppate in maniera particolarmente veloce, se consideriamo che discendono tutte da una stessa specie presente nel nostro emisfero fino a 10000 anni fa. E’ un esempio di formazione veloce delle specie, cosa che Darwin aveva predetto nella sua teoria ma che, senza la conoscenza della biologia molecolare che oggi possediamo non poteva sperimentare. Quanto avrebbe dato lo scienziato inglese per assistere a questa ricerca che mette in luce il processo con cui nascono le specie viventi! A questo punto i ricercatori si chiedono quanto delle loro conclusioni possa essere detto anche di altre piante. E se fosse lo stesso anche nel mondo animale? Potrebbe esserci più biodiversità nell’artico di quanto noi riusciamo ad immaginarci. Jacopo Pasotti