Quante volte abbiamo “inventato” lo stesso metodo per creare utensili?

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Al contrario di quanto si è sempre pensato, le popolazioni umane hanno ideato in maniera indipendente e contemporaneamente in più aree geografiche gli stessi metodi di scheggiatura della pietra per la creazione di utensili


La transizione tra il Paleolitico inferiore e il medio, 300.000 anni fa, è marcata da cambiamenti a livello comportamentale, anatomico e tecnologico nelle popolazioni umane presenti in Europa e in Africa. Uno dei maggiori progressi tecnologici associato da sempre a questo passaggio è l’innovazione nella produzione di utensili, in particolare il progresso dal cosiddetto metodo bifacciale a quello “di Levallois”. Il primo è più semplice e consiste nella scheggiatura di una pietra su entrambi i lati per andare a creare manufatti utilizzati ad esempio nelle costruzione di asce. Il metodo di Levallois consiste invece in un processo di scheggiatura molto più elaborato, in cui la pietra viene inizialmente preparata con una serie di piccole scheggiature laterali in modo da liberare la parte centrale, che viene poi rimossa e utilizzata come utensile. Nel primo caso quindi la pietra stessa diventerà l’utensile, nel secondo invece sono le schegge ottenute dalla pietra ad essere utilizzate. Si è sempre pensato che il metodo di Levallois fosse comparso all’improvviso in Europa, importato da una popolazione di Homo sapiens arcaica proveniente dall’Africa e che avesse poi soppiantato completamente il precedente e più primitivo metodo bifacciale. 

Il recente ritrovamento sugli altipiani vulcanici Armeni, in un sito detto Nor Geghi1, di numerosi reperti, mette in discussione l’ipotesi della singola origine e successiva dispersione dei metodi di scheggiatura. La particolarità di questo sito dipende dalla sua conformazione geologica in cui due strati di lava vulcanica solidificata hanno preservato al loro interno sedimenti provenienti da piane alluvionali. In questo antico terreno sono stati ritrovati più di 300 manufatti. La datazione dei sedimenti lavici presenti nel sito ha permesso di attribuire gli utensili ad un periodo tra i 335.000-325.000 anni fa, quindi all’inizio del passaggio tra Paleolitico inferiore e medio. Sorprendentemente i reperti pur appartenendo allo stesso periodo sono stati prodotti con entrambe le tecniche. I risultati degli scavi e del successivo studio del materiale archeologico sono stati pubblicati su Science

L’articolo di Adler e colleghi fornisce in questo modo le prime evidenze di insediamenti umani in cui venivano usate contemporaneamente ed in maniera concomitante entrambe le metodologie. Questi dati, indicando la capacità da parte di più popolazioni di sviluppare indipendentemente gli stessi metodi di lavorazione della pietra, sottolineano quanto sia antica la capacità umana di innovazione.

Daria Graziussi


Riferimenti:
D. S. Adler, K. N. Wilkinson, S. Blockley, D. F. Mark, R. Pinhasi, B. A. Schmidt-Magee, S. Nahapetyan, C. Mallol, F. Berna, P. J. Glauberman, Y. Raczynski-Henk, N. Wales, E. Frahm, O. Jöris, A. MacLeod, V. C. Smith, V. L. Cullen, and B. Gasparian. Early Levallois technology and the Lower to Middle Paleolithic transition in the Southern Caucasus. Science, 2014; 345 (6204): 1609-1613 DOI: 10.1126/science.1256484