Quanto sono frequenti le pandemie?
Dal vaiolo alla peste fino alla “spagnola”, un studio su «PNAS» evidenzia frequenza e intensità delle grandi pandemie. C’è il 38% di possibilità di incontrale nell’arco della vita, ma il trend è in aumento
«In confronto alle precedenti epidemie, l’epidemia di COVID-19 conta al momento circa 3.5 milioni di vittime (dati ECDC di luglio 2021) – spiega il prof Marani -, con una intensità di circa lo 0.3 per mille/anno. Date queste proporzioni c’è da stupirsi che si sia persa così rapidamente memoria di un evento epocale come quello dell’Influenza Spagnola, circa 20 volte più intenso dell’epidemia che stiamo vivendo. Se la memoria collettiva fosse stata più presente forse non saremmo forse stati così impreparati alla gestione di questo evento.»
Altre epidemie importanti sono state quella di Tifo in Europa del 1813 (la quarta epidemia di sempre per intensità) e quella di Peste in Italia e Francia iniziata nel 1628 (la “Peste Manzoniana”, nona pandemia per intensità, che però secondo alcune fonti uccise il 60% della popolazione di Padova e circa un terzo della popolazione di Venezia, la quale eresse la Basilica della Salute come ringraziamento per la fine dell’epidemia avvenuta nel 1631).
Il prof Marani, analizzando questo nuovo set di dati, e utilizzando alcuni strumenti statistici recentemente sviluppati dal suo gruppo di ricerca nel contesto degli eventi di pioggia e di piena estremi, ha scoperto che la frequenza con cui le epidemie di dimensioni globali si verificano è molto variabile nei secoli, ma che la distribuzione di probabilità della loro intensità ha una forma generale, indipendente dal tempo e dal tipo di malattia.
«Recenti risultati sperimentali mostrano come la frequenza con la quale nuove malattie epidemiche emergono dalle riserve in animali selvatici sia aumentata negli ultimi decenni a causa dei cambiamenti ambientali antropogenici – conclude Marani -. Questo aumento implica che la probabilità di osservare epidemie estreme potrebbe raddoppiare nel corso dei prossimi decenni. Lo studio di questo insieme di dati multicentenari mostra dunque come siamo inadeguatamente preparati a epidemie di intensità che si sono rivelate catastrofiche, ma che sono tutt’altro che improbabili.»
Riferimenti: Marani, Marco, et al. “Intensity and frequency of extreme novel epidemics.” Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 118, no. 35, 31 Aug. 2021, p. e2105482118, doi:10.1073/pnas.2105482118.
Immagine: pubblico dominio via piqsels
Fonte: Comunicato stampa dell’Università di Padova