Quasi fino a scomparire

I dollari della sabbia (Dendraster excentricus), come tutti gli appartenenti al phylum Echinodermata, quello di ricci e stelle di mare, hanno un ciclo vitale diviso in due fasi distinte: la prima, quella larvale, è liberamente natante e contribuisce alla costituzione dello zooplancton, mentre la seconda, quella adulta, si svolge adesa al substrato marino. Le strategie di sopravvivenza di larve e

I dollari della sabbia (Dendraster excentricus), come tutti gli appartenenti al phylum Echinodermata, quello di ricci e stelle di mare, hanno un ciclo vitale diviso in due fasi distinte: la prima, quella larvale, è liberamente natante e contribuisce alla costituzione dello zooplancton, mentre la seconda, quella adulta, si svolge adesa al substrato marino. Le strategie di sopravvivenza di larve e adulti sono molto differenti, anche prendendo in considerazione le rispettive dimensioni, qualche micron le prime, anche decine di centimetri i secondi.

Date le piccole dimensioni che caratterizzano lo stadio giovanile, le larve soffrono di un’altissimo livello di predazione e di conseguenza la probabilità di arrivare all’età adulta e di spostarsi sul substrato è estremamente bassa. Per fronteggiare l’alta mortalità dovuta alla predazione, come si legge dalle pagine di Science, le larve hanno evoluto una ingegnosa strategia difensiva. Quando hanno il sentore della presenza di un predatore, clonano se stesse, sdoppiandosi in due individui di dimensioni dimezzate rispetto all’originale. In questo modo, dicono i ricercatori della University of Washington che hanno condotto la ricerca, si rendono meno visibili agli occhi dei predatori ed hanno maggiori possibilità di passare inosservate e quindi di sopravvivere.

I biologi che hanno seguito la ricerca hanno posizionato delle larve dell’età di 4 giorni in un’acqua contenente il muco di alcuni pesci, i tipici predatori di questi animali, simulando una situazione di pericolo di predazione. Nell’arco di sole 24 ore le larve avevano compiuto il processo di divisione. In parallelo sono state poste delle larve senza la presenza di muco, e, come prevedibile, non si sono verificati alcuni mutamenti di conformazione. Questo risultato indica che le larve sono in grado di rispondere al segnale della presenza dei predatori nelle vicinanze piuttosto che all’immediata possibilità di un attacco, dal quale non avrebbero scampo.

La riduzione della taglia può quindi incentivare la sopravvivenza in determinate situazioni, ma potrebbe comportare un notevole costo nella fase vitale successiva ed in particolare nel delicato passaggio dalla vita pelagica a quella sul fondale, durante cui la larva potrebbe risultare più vulnerabile. Questa ipotesi sarà testata nel prossimo futuro dal gruppo di lavoro insieme alla quantificazione in termini di sopravvienza di questa strategia difensiva.

Andrea Romano

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons