Quel che non sta nei geni
La Rivista dei Libri nel fascicolo di marzo 2006 pubblica la recensione del libro di Matt Ridley, Il gene agile. La nuova alleanza fra eredità e ambiente, Milano, Adelphi. La recensione è curata da H.A. Orr e si intitola: Quel che non sta nei geni Dal sito della rivista riporto: Se per magia potessi far scomparire uno degli interminabili dibattiti […]
La Rivista dei Libri nel fascicolo di marzo 2006 pubblica la recensione del libro di Matt Ridley, Il gene agile. La nuova alleanza fra eredità e ambiente, Milano, Adelphi. La recensione è curata da H.A. Orr e si intitola: Quel che non sta nei geni Dal sito della rivista riporto: Se per magia potessi far scomparire uno degli interminabili dibattiti in corso, probabilmente sceglierei quello sulla contrapposizione tra natura e cultura. La discussione sul ruolo dei geni e dell’ambiente nella natura umana è stata incessantemente politicizzata, non pare prossima a una soluzione e, in generale, si è fatta piuttosto tediosa. Il che emerge con evidenza nella battaglia più cruenta della guerra tra natura e cultura: il dibattito sul QI. Quanta parte della variazione che vediamo nell’intelligenza (quanto meno come la si misura con i test standardizzati) è dovuta all’ereditarietà e non all’educazione? Da Hereditary Genius di Francis Galton (1869), attraverso The Mismeasure of Man di Stephen Jay Gould (1981), fino a The Bell Curve (1994) di Richard Herrnstein e Charles Murray, la battaglia è infuriata da una parte e dall’altra senza che emergesse una vittoria chiara. In un clima siffatto, se si vuole arrischiare un altro lavoro su natura e cultura, è meglio avere qualcosa di davvero nuovo, qualcosa di realmente importante, da dire. Questo è proprio il caso di Matt Ridley.