Roditori colossali

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Un roditore che pesa una tonnellata? Non si sta parlando di un film hollywoodiano dell’orrore, ma di una recente scoperta paleontologica avvenuta in Uruguay. Un gruppo di ricercatori del Museo National de Historia Natural y Antropologia di Montevideo ha infatti rinvenuto i resti fossili di quello che è diventato il più grande roditore (ordine Rodentia) mai conosciuto. La nuova specie, chiamata […]

Un roditore che pesa una tonnellata? Non si sta parlando di un film hollywoodiano dell’orrore, ma di una recente scoperta paleontologica avvenuta in Uruguay. Un gruppo di ricercatori del Museo National de Historia Natural y Antropologia di Montevideo ha infatti rinvenuto i resti fossili di quello che è diventato il più grande roditore (ordine Rodentia) mai conosciuto.

 La nuova specie, chiamata Josephoartigasia monesi, in onore di Alvaro Mones, un paleontologo sudamericano specializzato in roditori, visse tra i 4 e i 2 milioni di anni fa in Sud America e presenta delle dimensioni da record per il suo ordine: la lunghezza raggiungeva i 3 metri, mentre l’altezza arrivava fino ad 1,5 metri, per un peso totale stimato di circa 1 tonnellata! La descrizione della specie, pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Science, è stata effettuata sulla base di un cranio lungo 53 cm, sul quale sono insediati denti incisivi di circa 30 cm. Tuttavia, il rapporto tra i denti e le dimensioni corporee hanno fatto ipotizzare che, nonostante la mole, Josephoartigasia monesi si nutrisse di frutta e piante tenere.

Prima di questo straordinario ritrovamento, il roditore più grosso mai conosciuto era la specie Phoberomys pattersoni, vissuta 8 milioni di anni fa e rinvenuta nel 2003 nei pressi del delta del fiume Orinoco, nel nord del Venezuela, che poteva raggiungere i 700 Kg di peso.

Ma come mai il Sud America si contraddistingue per la presenza di enormi roditori, di cui è rimasto ancora il capibara (Hydrochoerus hydrochaeris), il più grande roditore odierno con i suoi 130 cm di lunghezza ed i suoi 60 Kg di peso, che non compaiono nelle altre parti del mondo? E perchè la maggior parte di essi si estinsero?

Le risposte potrebbero essere trovate nella storia geologica del continente. Infatti, dopo la frammentazione del supercontinente Gondwana, il Sud America rimase isolato dagli altri continenti tra circa 80 e 20 milioni di anni fa. 60 milioni di anni di isolamento, intervallo di tempo che comprende anche il periodo dell’estinzione di massa dei dinosauri, che lasciarono vuote le proprie nicchie ecologiche. Diversamente dagli altri continenti, in Sud America queste furono occupate dai roditori che non entrarono in competizione con mammiferi appartenenti ad altri ordini e trovarono le condizioni ideali per proliferare ed aumentare di dimensioni. Successivamente, si estese l’istmo di Panama che congiunse le due Americhe, creando un ponte di terra per la migrazione di specie settentrionali, con le quali entrarono in contatto competendo per le risorse e per il territorio. In seguito a questa interazione competitiva i grandi roditori, come molte altre specie di mammiferi sudamericani giganti quali il Megatherium e il Glyptodon, si estinsero.

Della famiglia a cui appartevano questi colossi (Dinomyidae) attualmente rimane il solo pacarana (Dinomys branickii), un raro roditore a strisce che vive nelle foreste del bacino del Rio delle Amazzoni, le cui dimensioni rispetto a quelle di Josephoartigasia monesi sono mostrate nella figura in basso, tratta dall’articolo originale disponibile on-line.

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Andrea Romano

La foto del capibara è tratta da Wikimedia Commons.