Sapiens e neaderthalensis: diverso sviluppo

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Con un periodo di svezzamento relativamente rapido, una età infantile piuttosto prolungata, un raggiungimento tardivo dell’età riproduttiva e una durata della vita decisamente lunga, l’uomo ha un’insolita life-history se comparato alla maggior parte dei primati. Infatti, i primati, comprese le grandi scimmie antropomorfe, presentano una fase di svezzamento molto più prolungata nonostante si riproducano prima e hanno intervalli internatali più […]


Con un periodo di svezzamento relativamente rapido, una età infantile piuttosto prolungata, un raggiungimento tardivo dell’età riproduttiva e una durata della vita decisamente lunga, l’uomo ha un’insolita life-history se comparato alla maggior parte dei primati. Infatti, i primati, comprese le grandi scimmie antropomorfe, presentano una fase di svezzamento molto più prolungata nonostante si riproducano prima e hanno intervalli internatali più lunghi rispetto alla nostra specie.

Nonostante decine di anni di dibattiti, l’origine di questa differente life-history tra l’uomo e gli altri primati non è ancora stata compresa fino in fondo, anche se è stato acceratato da numerosi resti fossili che sia le australopitecine che i primi ominidi del genere Homo avevano uno sviluppo molto più rapido di Homo sapiens. Quando, allora, si sono formate queste differenze? Homo sapiens è l’unica specie con simili pattern di sviluppo oppure specie filogeneticamente più affini a noi hanno avuto caratteristiche simili? Queste domande sono state parzialmente soddisfatte da una recente ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, che ha confrontato lo sviluppo dei denti di giovani individui di Homo neanderthalensis e di Homo sapiens arcaici.

I risultati hanno mostrato come, in tutti i casi, i tempi di formazione della corona dentaria dei Neanderthal fossero significativamente inferiori di quelli evidenziati nella nostra specie. Questo indicherebbe una più veloce formazione dei denti in Homo neanderthalensis che negli uomini arcaici che, al contrario, avevano uno sviluppo dei denti molto simile agli uomini attuali. Inoltre, sia i neanderthal che gli uomini moderni mostrano uno sviluppo dei denti ritardato rispetto agli altri ominidi e alle grandi scimmie antropomorfe.

Questi risultati, concludono i ricercatori, sono in accordo con un recente studio che ha confrontato lo sviluppo del cranio nelle due specie cugine e indicano che, nonostante una tendenza al rallentamento nello sviluppo fosse già presente in Homo neanderthalensis, il perdurare dell’immatirutà, dentaria e fisica, si sia particolarmente accenutuata con l’origine della nostra specie.

Andrea Romano


Riferimenti:
Tanya M. Smith, Paul Tafforeau, Donald J. Reid, Joane Pouech, Vincent Lazzari, John P. Zermeno, Debbie Guatelli-Steinberg, Anthony J. Olejniczak, Almut Hoffman, Jakov Radovcic, Masrour Makaremi, Michel Toussaint, Chris Stringer, Jean-Jacques Hublin. Dental evidence for ontogenetic differences between modern humans and Neanderthals. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2010; DOI: 10.1073/pnas.1010906107