Scimpanzè all’attacco!
Nel corso degli ultimi dieci anni nel Parco nazionale di Kibale in Uganda, si sono verificati sanguinosi scontri che hanno portato alla morte di diversi individui. Sembra una scena già vista e descritta, magari in una losca periferia di una qualche città in cui gang criminali rivali si combattono per assicurarsi il controllo di strade e quartieri. Invece no, non […]
Nel corso degli ultimi dieci anni nel Parco nazionale di Kibale in Uganda, si sono verificati sanguinosi scontri che hanno portato alla morte di diversi individui. Sembra una scena già vista e descritta, magari in una losca periferia di una qualche città in cui gang criminali rivali si combattono per assicurarsi il controllo di strade e quartieri. Invece no, non questa volta. In questo caso le lotte sanguinarie non sono opera dell’uomo, ma di una specie a lui molto vicina, lo scimpanzè (Pan troglodytes).
Un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan ha infatti descritto per la prima volta un vero e proprio conflitto tra diversi gruppi di scimpanzè. Erano già noti altri casi in cui gli scimpanzè, in determinate occasioni, si comportavano in maniera violenta con i propri simili, ma questa è la prima volta in cui viene confermata l’ipotesi secondo cui gli scimpanzè sono capaci di uccidere (servendosi solamente di pugni e calci) membri di altri gruppi per la conquista del loro territorio.
Lo studio è stato condotto tra il 1999 e il 2009 sul gruppo di scimpanzè chiamato “Ngogo” costituito da circa 150 individui. In questo periodo i ricercatori hanno osservato ben 18 attacchi mortali perpetrati dal gruppo (in particolare dai maschi) e hanno trovato indizi che fanno pensare che si siano verificati anche altri tre episodi di uccisione oltre a quelli osservati direttamente. Attraverso queste uccisioni il gruppo si è assicurato un aumento del proprio territorio del 22% rispetto all’area originaria.
Gli scienziati hanno evidenziato che la conquista territoriale offre agli scimpanzè benefici non trascurabili: infatti, si è visto che gli individui che vivono in territori più grandi pesano di più e le femmine tendono a partorire più figli. Questo perché un territorio più vasto offre una maggiore disponibilità di cibo e attrae le femmine dei terrritori confinanti, garantendo ai maschi che detengono vasti areali maggiori chances riproduttive.
E’ molto importante sottolineare che nello studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, gli autori ribadiscono che è pericoloso fare parallelismi tra quanto osservato nel gruppo di scimpanzè in Uganda e i conflitti bellici portati avanti dagli esseri umani (e, magari, etichettando questi comportamenti umani come “naturali”). L’aspetto fondamentale su cui puntare l’attenzione, sostengono i ricercatori, non è quello dei conflitti letali ma riguarda la tendenza degli scimpanzè ad agire in gruppo, mantenendo una forte coesione sociale e beneficiando delle nuove risorse in maniera collettiva. Le risorse acquisite con gli scontri vengono, infatti, distribuite tra tutti i componenti del gruppo.
E’ più interessante, quindi, comprendere le radici comuni a uomo e scimpanzè della cooperazione tra individui nel conseguimento di scopi comuni. Si ritiene, infatti, che l’altruismo nell’uomo sia comparso in seguito a conflitti con altri gruppi umani rivali, conflitti che imponevano collaborazione tra i membri del medesimo clan. Lo studio del comportamento “bellico” degli scimpanzé potrebbe contribuire ad una maggior comprensione di quelle che erano le interazioni sociali tra i diversi gruppi umani primitivi e getterà le basi per studi futuri riguardanti la nascita della nostra capacità di cooperare.
Daniel Patelli
Riferimenti:
John C. Mitani, David P. Watts, Sylvia J. Amsler. Lethal intergroup aggression leads to territorial expansion in wild chimpanzees. Current Biology, 2010; 20 (12): R507-R508 DOI: 10.1016/j.cub.2010.04.021
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons
Un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan ha infatti descritto per la prima volta un vero e proprio conflitto tra diversi gruppi di scimpanzè. Erano già noti altri casi in cui gli scimpanzè, in determinate occasioni, si comportavano in maniera violenta con i propri simili, ma questa è la prima volta in cui viene confermata l’ipotesi secondo cui gli scimpanzè sono capaci di uccidere (servendosi solamente di pugni e calci) membri di altri gruppi per la conquista del loro territorio.
Lo studio è stato condotto tra il 1999 e il 2009 sul gruppo di scimpanzè chiamato “Ngogo” costituito da circa 150 individui. In questo periodo i ricercatori hanno osservato ben 18 attacchi mortali perpetrati dal gruppo (in particolare dai maschi) e hanno trovato indizi che fanno pensare che si siano verificati anche altri tre episodi di uccisione oltre a quelli osservati direttamente. Attraverso queste uccisioni il gruppo si è assicurato un aumento del proprio territorio del 22% rispetto all’area originaria.
Gli scienziati hanno evidenziato che la conquista territoriale offre agli scimpanzè benefici non trascurabili: infatti, si è visto che gli individui che vivono in territori più grandi pesano di più e le femmine tendono a partorire più figli. Questo perché un territorio più vasto offre una maggiore disponibilità di cibo e attrae le femmine dei terrritori confinanti, garantendo ai maschi che detengono vasti areali maggiori chances riproduttive.
E’ molto importante sottolineare che nello studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, gli autori ribadiscono che è pericoloso fare parallelismi tra quanto osservato nel gruppo di scimpanzè in Uganda e i conflitti bellici portati avanti dagli esseri umani (e, magari, etichettando questi comportamenti umani come “naturali”). L’aspetto fondamentale su cui puntare l’attenzione, sostengono i ricercatori, non è quello dei conflitti letali ma riguarda la tendenza degli scimpanzè ad agire in gruppo, mantenendo una forte coesione sociale e beneficiando delle nuove risorse in maniera collettiva. Le risorse acquisite con gli scontri vengono, infatti, distribuite tra tutti i componenti del gruppo.
E’ più interessante, quindi, comprendere le radici comuni a uomo e scimpanzè della cooperazione tra individui nel conseguimento di scopi comuni. Si ritiene, infatti, che l’altruismo nell’uomo sia comparso in seguito a conflitti con altri gruppi umani rivali, conflitti che imponevano collaborazione tra i membri del medesimo clan. Lo studio del comportamento “bellico” degli scimpanzé potrebbe contribuire ad una maggior comprensione di quelle che erano le interazioni sociali tra i diversi gruppi umani primitivi e getterà le basi per studi futuri riguardanti la nascita della nostra capacità di cooperare.
Daniel Patelli
Riferimenti:
John C. Mitani, David P. Watts, Sylvia J. Amsler. Lethal intergroup aggression leads to territorial expansion in wild chimpanzees. Current Biology, 2010; 20 (12): R507-R508 DOI: 10.1016/j.cub.2010.04.021
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons