Scomparsi due taccuini di Darwin
L’Università di Cambridge ha dato questa settimana la notizia della scomparsa di due taccuini di Charles Darwin dalle sue collezioni, tra cui il famoso taccuino B
Erano vent’anni che non riuscivano a trovarli e, dopo averli cercati in ogni angolo della biblioteca, all’Università di Cambridge hanno concluso che i taccuni B e C di Charles Darwin sono stati probabilmente rubati, e hanno quindi lanciato un appello per ritrovarli.
Tra i due taccuini perduti c’è purtroppo anche il taccuino B, dove nel 1837, a pagina 36, Darwin per la prima volta rappresentava la sua visione dell’evoluzione disegnando un albero della vita. Si tratta, letteralmente, di una pagina importantissima nella storia del pensiero scientifico: qui Darwin per la prima volta avanza la sua idea con il famoso “I think”, io penso. Passeranno altri 21 anni prima che lo scienziato pubblichi le sue idee sull’evoluzione, e quella pagina rappresenta il primo di una serie di fantastici manoscritti a cui, in segreto, lavorava mentre nella sua mente la teoria prendeva forma.
Era il 2007 quando per la prima volta ebbi la fortuna di poter fare ricerca nella Manuscripts Reading Room della Cambridge University Library studiando molti manoscritti originali di Charles Darwin. Negli anni sono tornata molte volte in questo archivio, così come ho anche passato molte ore a studiare gli originali nelle collezioni a Down House, la casa di Darwin oggi aperta al pubblico: molti degli originali esposti sono in prestito proprio dalla biblioteca universitaria di Cambridge, oltre che dalle collezioni private dei discendenti.
In tutti questi anni non ho mai visto i due famosi taccuini. E non perché non avessi fatto richiesta di vederli…
Ricordo come fosse ieri l’emozione di avere per le mani per la prima volta uno degli altri taccuini o alcune delle pagine rimaste della bozza de L’Origine delle specie. Chiunque visiti Down House (e se non ci siete stati vi consiglio davvero di andarci!) può ammirare in una teca il taccuino rosso, iniziato da Darwin a bordo del Beagle nella primavera del 1836, negli ultimi mesi di viaggio mentre rientravano in Inghilterra.
Grazie a un permesso speciale da parte della famiglia Darwin sono persino riuscita a vedere i piccoli diari appartenuti alla moglie di Charles, Emma. Al quel tempo stavo infatti lavorando al mio libro su di lei, e per quanto fossero gà disponibili online le trascrizioni e scansioni io volevo vederli dal vivo, per capire quando fossero grandi e come fossero fatti, e per immaginarmi Emma che li teneva in mano.
La stragrande maggioranza dei manoscritti darwiniani sono trascritti e scannerizzati (potrete trovarne qui e qui) e per questo non sempre la biblioteca concede visione dal vivo degli originali delle cose più preziose. Per molto tempo ho pensato che fosse questo il motivo per cui non avevo mai potuto vedere il taccuino B di persona. Tuttavia, avendo avuto il permesso di studiare cose ben più fragili, il dubbio si era acceso.
Nel 2009, anno in cui abbiamo celebrato i 150 dalla nascita di Darwin e i 200 dalla pubblicazione de L’Origine delle specie, ho iniziato a sospettare che non si sapesse dove fossero, e che questi preziosi documenti fossero andati persi. Durante quell’anno ci furono moltissime mostre e occasioni per celebrare la vita e il lavoro del grande naturalista britannico eppure mai, in nessuna di queste mostre, nemmeno in quella della Cambridge University Library, avevano esposto il taccuino B.
Questo aveva in un certo senso confermato i miei sospetti e la notizia di questa settimana ha solo ufficializzato quello che temevo da anni.
Mi resta una grande amarezza e delusione per la perdita di un reperto importante per la storia della scienza, con la speranza, per quanto flebile, che un giorno riemergano e potrò finalmente vedere di persona quel taccuino.
Per vedere le scansioni e trascrizioni dei due taccuni perduti:
Taccuno B qui e qui
Taccuino C qui e qui
Due taccuini di viaggio di Darwin originali che avevamo ottenuto in prestito da Down House per la mostra Darwin 1809-2009 al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Tra i due taccuini perduti c’è purtroppo anche il taccuino B, dove nel 1837, a pagina 36, Darwin per la prima volta rappresentava la sua visione dell’evoluzione disegnando un albero della vita. Si tratta, letteralmente, di una pagina importantissima nella storia del pensiero scientifico: qui Darwin per la prima volta avanza la sua idea con il famoso “I think”, io penso. Passeranno altri 21 anni prima che lo scienziato pubblichi le sue idee sull’evoluzione, e quella pagina rappresenta il primo di una serie di fantastici manoscritti a cui, in segreto, lavorava mentre nella sua mente la teoria prendeva forma.
Era il 2007 quando per la prima volta ebbi la fortuna di poter fare ricerca nella Manuscripts Reading Room della Cambridge University Library studiando molti manoscritti originali di Charles Darwin. Negli anni sono tornata molte volte in questo archivio, così come ho anche passato molte ore a studiare gli originali nelle collezioni a Down House, la casa di Darwin oggi aperta al pubblico: molti degli originali esposti sono in prestito proprio dalla biblioteca universitaria di Cambridge, oltre che dalle collezioni private dei discendenti.
In tutti questi anni non ho mai visto i due famosi taccuini. E non perché non avessi fatto richiesta di vederli…
Ricordo come fosse ieri l’emozione di avere per le mani per la prima volta uno degli altri taccuini o alcune delle pagine rimaste della bozza de L’Origine delle specie. Chiunque visiti Down House (e se non ci siete stati vi consiglio davvero di andarci!) può ammirare in una teca il taccuino rosso, iniziato da Darwin a bordo del Beagle nella primavera del 1836, negli ultimi mesi di viaggio mentre rientravano in Inghilterra.
Grazie a un permesso speciale da parte della famiglia Darwin sono persino riuscita a vedere i piccoli diari appartenuti alla moglie di Charles, Emma. Al quel tempo stavo infatti lavorando al mio libro su di lei, e per quanto fossero gà disponibili online le trascrizioni e scansioni io volevo vederli dal vivo, per capire quando fossero grandi e come fossero fatti, e per immaginarmi Emma che li teneva in mano.
La stragrande maggioranza dei manoscritti darwiniani sono trascritti e scannerizzati (potrete trovarne qui e qui) e per questo non sempre la biblioteca concede visione dal vivo degli originali delle cose più preziose. Per molto tempo ho pensato che fosse questo il motivo per cui non avevo mai potuto vedere il taccuino B di persona. Tuttavia, avendo avuto il permesso di studiare cose ben più fragili, il dubbio si era acceso.
Nel 2009, anno in cui abbiamo celebrato i 150 dalla nascita di Darwin e i 200 dalla pubblicazione de L’Origine delle specie, ho iniziato a sospettare che non si sapesse dove fossero, e che questi preziosi documenti fossero andati persi. Durante quell’anno ci furono moltissime mostre e occasioni per celebrare la vita e il lavoro del grande naturalista britannico eppure mai, in nessuna di queste mostre, nemmeno in quella della Cambridge University Library, avevano esposto il taccuino B.
Questo aveva in un certo senso confermato i miei sospetti e la notizia di questa settimana ha solo ufficializzato quello che temevo da anni.
Mi resta una grande amarezza e delusione per la perdita di un reperto importante per la storia della scienza, con la speranza, per quanto flebile, che un giorno riemergano e potrò finalmente vedere di persona quel taccuino.
Per vedere le scansioni e trascrizioni dei due taccuni perduti:
Taccuno B qui e qui
Taccuino C qui e qui
Due taccuini di viaggio di Darwin originali che avevamo ottenuto in prestito da Down House per la mostra Darwin 1809-2009 al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Chiara Ceci, naturalista, si occupa di comunicazione della scienza. Autrice di “Emma Wedgwood Darwin. Ritratto di una vita, evoluzione di un’epoca” (Sironi, 2013).