Scoperto un antenato gigante dei vombati
Chiamato Mukupirna nambensis e grande come un orso nero attuale, risale a circa 25 milioni di anni fa ed è un nuovo importante tassello nell’evoluzione dei grandi marsupiali
Secondo un recente studio guidato dal ricercatore Robin Beck dell’Università di Salford di Manchestere e dal ricercatore Joulien Louys della Griffith University di Brisbane, pubblicato su Nature, tra i resti fossili ritrovati negli anni settanta in Australia da alcuni ricercatori American Museum of Natural History ci sarebbe un antico mammifero marsupiale delle dimensioni di un orso nero, antenato dei vombati attuali.
L’organismo preistorico, chiamato Mukupirna nambensis, è stato ritrovato nel sedimento argilloso del lago Pinpa, un lago prosciugato nel Nuovo Galles del Sud australiano, nella formazione di Namba, da cui il nome, ricchissima di resti fossili risalenti alla fine dell’Oligocene. Studiando i resti di questo grande marsupiale i paleontologi hanno identificato 79 caratteristiche uniche che hanno giustificato l’identificazione di una nuova specie e di una nuova famiglia per accoglierla, Mukupirnidae, e addirittura della nuova superfamiglia Vombatoidea che lo accorpasse a tutti i simili conosciuti.
Dalle dimensioni dello scheletro si è stimato fosse cinque volte più grande dei vombati attuali, con un peso che eccedeva certamente i 100kg. Le analisi morfologiche si sono concentrate sulla dentatura superiore e sulle ossa delle zampe, suggerendo così una dieta erbivora, probabilmente composta da vegetali duri. Infatti, presentava tre molari e un premolare ben sviluppati. Dalla forma dell’omero gli studiosi hanno pensato che fosse in grado di scavare per nutrirsi, ma che, a differenza dei vombati attuali, non si servisse di tane e gallerie sotterranee per proteggersi, date anche le notevoli dimensioni.
Secondo i ricercatori Mukupirna nambensis probabilmente viveva in un ambiente forestale aperto privo di densa vegetazione e sviluppava denti che gli avrebbero permesso di nutrirsi di carici, radici e tuberi, che avrebbe potuto scavare con le sue potenti zampe anteriori. Lo studio della sua ecologia suggerisce infine agli studiosi che l’attitudine allo scavo potrebbe essere un’antica strategia comune dei vombatiformi, purtroppo ancora difficile da dimostrare.
Si è a lungo pensato che i vombatiformi (sottordine che include moltissimi grandi marsupiali tra cui anche i koala, Phascolarctos cinereus) non si fossero differenziati poi così tanto nel loro corso evolutivo, mantenendo un’ecologia sempre simile a quell’attuale. Tuttavia, dal confronto con le stime delle dimensioni degli altri grandi marsupiali conosciuti, si è scoperto che pesi corporei di almeno 100 kg si sono evoluti almeno sei volte negli ultimi 25 milioni di anni. Questo mostrerebbe che i vombatiformi abbiano avuto al contrario una grande varietà di morfologie ed ecologie, da specie come Nimbadon al carnivoro Thylacoleo, al più grande Diprotodon pleistocenico, delle dimensioni di un rinoceronte.
Secondo i ricercatori la descrizione di questa nuova famiglia aggiunge un enorme nuovo pezzo al puzzle sulla diversità degli antichi marsupiali che hanno preceduto quelli che oggi governano il continente.
Fonti:
Robin M. D. Beck, Julien Louys et alii. A new family of diprotodontian marsupials from the latest Oligocene of Australia and the evolution of wombats, koalas, and their relatives (Vombatiformes). Nature, Scientific Report, published online on June 25, 2020.
Image credit: Peter Schouten