Senza i maschi non si mangia carne
Gli scimpanzè (Pan troglodites) sono la specie a noi più vicina e sono conosciute per alcune loro notevoli abilità cognitive: possono infatti utilizzare utensili, dimostrano capacità mnemoniche simili all’uomo e vivono in gruppi il cui livello di socialità é decisamente complesso. Secondo un recente studio pubblicato su Animal Behaviour, anche durante le attività di caccia gli scimpanzé mostrano un comportamento piuttosto articolato: esistono […]
Gli scimpanzè (Pan troglodites) sono la specie a noi più vicina e sono conosciute per alcune loro notevoli abilità cognitive: possono infatti utilizzare utensili, dimostrano capacità mnemoniche simili all’uomo e vivono in gruppi il cui livello di socialità é decisamente complesso. Secondo un recente studio pubblicato su Animal Behaviour, anche durante le attività di caccia gli scimpanzé mostrano un comportamento piuttosto articolato: esistono infatti alcuni maschi, definiti cacciatori d’impatto, che sono fondamentali per stimolare l’attività di caccia del gruppo. Sono questi individui ad iniziare questa attività e senza la loro presenza è difficile che i conspecifici appartenenti al gruppo la intraprendano.
Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Harvard, mette in luce come gli scimpanzé cooperino tra loro nella caccia e come la presenza di variabilità tra lo status sociale degli individui di un gruppo sia importante per la riuscita della caccia stessa. Questa specie, che vive in gruppi di numero compreso tra 40 e 150 individui, all’interno dei quali si formano dei sottogruppi di dimensioni variabili che cambiano nel tempo, si nutrono prevalentemente di frutti maturi ma integrano la loro dieta con carne ottenuta cacciando piccole scimmie, tra cui i colobi ferruginosi (Procolobus badius kirkii), che vivono prevalentemente sugli alberi.
La ricerca, effettuata a Kanyawara nel Kibale National Park in Uganda e condotta seguendo i meccanismi di caccia di 11 maschi adulti per un periodo di 10 giorni, ha identificato due cacciatori d’impatto: sebbene la caccia sia un’attività di gruppo, risulta evidente come la presenza di questi particolari individui sia fondamentale per la sua buona riuscita. Infatti quando avviene l’incontro con un branco di colobi, sono questi i primi individui ad attaccarle, riducendone la capacità di difesa e favorendo di conseguenza l’intervento degli altri individui del gruppo. Rimangono ancora da elucidare quali siano le caratteristiche distintive dei cacciatori d’impatto: dei due individuati infatti uno era un maschio dominante ma l’altro non aveva invece alcuna caratteristica peculiare che lo differenziasse dagli altri maschi del gruppo. Resta il fatto che sicuramente la presenza di questi individui incrementa le probabilità che la caccia vada a buon fine.
Certamente l’attività di caccia dei maschi non è legata a motivi di legame sociale, nè tantomeno alla presenza di una femmina riproduttiva all’interno del gruppo. Ciò che è certo è che la caccia cooperativa aumenta la probabilità individuale di ottenere del cibo: sebbene si sia già detto che gli scimpanzè si nutrono prevalentemente di frutta, integrare la dieta con la carne è di fondamentale importanza per poter assumere dei micronutrienti non ottenibili dai vegetali. Per questo un individuo trae vantaggio dalla partecipazione a questa attività. Tuttavia è stato dimostrato che all’aumentare delle dimensioni del gruppo, la probabilità di ottenere la razione di carne è equivalente sia per gli individui che partecipano attivamente alla caccia che per quelli che invece non lo fanno: dunque risulta conveniente pe un maschio che vive in un gruppo di grosse dimensioni non partecipare alla caccia.
Questo é esattamente quello che si nota: all’aumentare delle dimensioni del gruppo aumenta la probabilità che un individuo partecipi alla caccia, ma solo fino a un certo punto; quando le dimensioni del gruppo sono grosse la scelta di partecipare o meno alla caccia diventa indipendente dalle dimensioni del gruppo stesso.
Federico Ossi
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons.