Sequenziata proteina del Tirannosauro

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Un gruppo di ricercatori della North Carolina State University (NCSU) e della Harvard Medical School, guidato da Mary Schweitzer e finanziato dal National Science Foundation (NSF), ha recuperato una proteina da un tessuto molle di un Tyrannosaurus rex vissuto circa 68 milioni di anni fa. La notizia, apparsa sulle pagine della rivista Science, ha dell’incredibile, in quanto fino ad oggi […]

Un gruppo di ricercatori della North Carolina State University (NCSU) e della Harvard Medical School, guidato da Mary Schweitzer e finanziato dal National Science Foundation (NSF), ha recuperato una proteina da un tessuto molle di un Tyrannosaurus rex vissuto circa 68 milioni di anni fa. La notizia, apparsa sulle pagine della rivista Science, ha dell’incredibile, in quanto fino ad oggi la comunità paleontologica mondiale era concorde sulla durata di massimo 1 milioni di anni dei tessuti organici all’interno dei resti fossili. Infatti, durante la fossilizzazione, i tessuti cominciano ad essere sostituiti da sostanze minerali e si credeva impossibile che il mantenimento di materiale organico potesse durare molto tempo dopo la fine del processo di sostituzione.

La proteina proviene da un osso della gamba di un Tirannosauro rinvenuto nei sedimenti di Hell Creek, nel Montana. A prima vista gli studiosi hanno pensato che poteva trattarsi di collagene, una proteina fibrosa molto abbondante nei tessuti ossei. Tuttavia, per l’identificazione sono state effettuate numerose analisi, dall’osservazione al microscopio elettronico al trattamento con differenti anticorpi in grado di reagire con la presunta molecola, fino all’utilizzo di una tecnica di spettroscopia di massa. Quest’ultima analisi ha dato la prova definitiva che la proteina in questione era davvero collagene.

Successivamente la proteina è stata sequenziata da un team di esperti e inserita in un database contente le sequenze geniche di numerose specie attuali. Dai risultati dell’allineamento emerge un’elevata similarità con l’omologa proteina di pollo, confermando l’ipotesi che vede i dinosauri strettamente imparentati agli uccelli attuali.

Nel complesso, questa scoperta potrebbe rappresentare un punto di partenza verso analisi più approfondite dei fossili ben conservati alla ricerca di altro materiale organico che potrebbe risultare utile nelle ricostruzioni filogenetiche.

La foto è tratta di Wikipedia.

Andrea Romano