Si allargano i confini della vita: i batteri vivono anche 400 metri sotto il fondo dell’oceano
La capacità di adattamento della vita sembra quasi non avere limiti. Pochi mesi fa, un gruppo di ricercatori tedeschi ha scoperto colonie di batteri che vivono in strati di sedimento estratti ad oltre 400 metri sotto il fondo dell’oceano, dove sono sottoposti a temperature molto basse e pressioni elevatissime. I sedimenti depositati sul fondo dei mari coprono circa il 70% […]
La capacità di adattamento della vita sembra quasi non avere limiti. Pochi mesi fa, un gruppo di ricercatori tedeschi ha scoperto colonie di batteri che vivono in strati di sedimento estratti ad oltre 400 metri sotto il fondo dell’oceano, dove sono sottoposti a temperature molto basse e pressioni elevatissime. I sedimenti depositati sul fondo dei mari coprono circa il 70% della superficie planetaria, e si è calcolato che ospitano circa la metà dei microrganismi terrestri. Da tempo si sapeva che nei sedimenti degli oceani più profondi si trovavano delle cellule, ma non si sapeva se queste erano viventi, e in quale proporzione. Grazie alla collaborazione dell’Integrated Ocean Drilling Program, un progetto internazionale di analisi geologica dei fondi oceanici, è stato possibile perforare il sedimento dell’Oceano Pacifico, campionando non solo la superficie, ma anche l’interno dei sedimenti, raggiungendo così strati antichissimi, formatisi 16 milioni di anni fa, e rimasti totalmente isolati da allora. Questi campioni sono poi stati analizzati per rilevarvi presenza di RNA, una molecola fondamentale per i processi cellulari di tutti gli organismi, e che dopo la loro morte degrada rapidamente. La quantità di RNA integro rilevato ha indicato che circa il 10-30% delle cellule presenti in questi campioni è vivente. Benché questi batteri non siano ancora stati identificati con precisione, non c’e’ dubbio che si tratti di ceppi molto antichi, che milioni di anni fa sono rimasti sepolti nei fondi oceanici, dove si riproducono con successo grazie a particolari adattamenti, che saranno oggetto di future indagini. “Questa scoperta ci porta più vicini alla comprensione dei limiti della vita” ha dichiarato a Nature Bo Thamdrup, microbiologo dell’Università di Odense in Danimarca. Le basse temperature ed altissime pressioni a cui queste colonie di batteri sono state in grado di resistere, rafforzano l’ipotesi che la vita possa essere trovata anche su altri pianeti, in condizioni all’apparenza inospitali. (Leggi l’articolo: Schippers A. et al. (2005) Nature 433: 861-864) Daniele Fanelli