Sotto il deserto australiano, l’evoluzione è “da manuale”

Siete stanchi di spiegare l’evoluzione ai vostri amici, parlando dei fringuelli delle isole Galapagos? Cercate nuovi esempi altrettanto chiari e pittoreschi? Provate a parlare delle regioni desertiche dell’Australia dell’Ovest, nel cui sottosuolo è stato scoperto un caso esemplare di evoluzione darwininana “in piccolo”: grosse isole di roccia sotterranea, separate l’una dall’altra, in cui si è evoluta una miriade di specie

Siete stanchi di spiegare l’evoluzione ai vostri amici, parlando dei fringuelli delle isole Galapagos? Cercate nuovi esempi altrettanto chiari e pittoreschi? Provate a parlare delle regioni desertiche dell’Australia dell’Ovest, nel cui sottosuolo è stato scoperto un caso esemplare di evoluzione darwininana “in piccolo”: grosse isole di roccia sotterranea, separate l’una dall’altra, in cui si è evoluta una miriade di specie distinte. Da circa cinque milioni di anni, nell’Australia dell’Ovest c’e’ il deserto. Un tempo, però, vi scorrevano dei fiumi, che, in seguito a condizioni climatiche particolari, hanno lasciato una propria “ombra” rocciosa sotterranea: grosse porzioni isolate di roccia in parte calcarea, attraversate da strettissimi cunicoli e anguste camere, in cui passa l’acqua. Le specie che un tempo popolavano i fiumi in superficie, sono sfuggite al progressivo disseccamento rifugiandosi in queste nicchie sotterranee, dove sono rimaste segregate in piccole popolazioni indipendenti. “Ognuna di queste rocce è una specie di isola di acqua tagliata fuori dalle altre, il che significa che ogni gruppo di animali si è evoluto in isolamento” dichiara Steve Cooper, del South Australian Museum in Adelaide, che sta studiando questo fenomeno. Esistono centinaia di queste isole sotterranee, in cui si sono sviluppati degli ecosistemi autonomi, grazie alla presenza di batteri che degradano il materiale organico portato dalle acque. Come previsto da Darwin, quando popolazioni di una stessa specie restano isolate, esse tendono a divergere, fino a diventare specie distinte. E così è successo in queste zone australiane, dove si è scoperto di recente che la biodiversità sottoterra è anche dieci volte più alta che in superficie, e dove si continuano a scoprire specie nuove, in particolare di crostacei e insetti. Si ritiene che alcune di queste specie potrebbero essersi formate in simpatria: all’interno di una stessa isola di roccia, da una specie se ne sarebbero formate due, in assenza di isolamento geografico. Queste faune vivono in spazi tanto angusti da essere inaccessibili alla osservazione diretta, e studiosi come Steve Cooper o come Bill Humphreys, del Western Australian Museum in Perth, devono limitarsi a “pescare” campioni di queste acque attraverso i pozzi che gli allevatori vi hanno scavato per il bestiame. Per studiare a fondo la biologia di tutte queste nuove specie, si prevede in futuro l’utilizzo di piccole telecamere subacquee. Sono state scoperte e studiate solo da pochi anni, ma le faune di queste rocce australiane promettono di fornirci uno degli esempi più sorprendenti, ma anche più chiari, dei processi che conducono all’origine di nuove specie. (Descrizione della scoperta: Cooper et al. (2002): Islands under the desert: molecular systematics and evolutionary origins of stygobitic water beetles (Coleoptera : Dytiscidae) from central Western Australia. Invertebrate Systematics 16(4) 589 – 590) Daniele Fanelli