Ti attraggo o ti depisto?

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Nel regno animale i segnali visuali giocano un ruolo fondamentale sia nelle interazioni tra individui conspecifici che tra quelle che si instaurano tra specie diverse. Quando però il medesimo segnale è utilizzato per due diverse funzioni viene a crearsi un conflitto ed è necessario un compromesso per poterle conciliare entrambe. Quando poi questi segnali sono il frutto delle azioni, spesso […]

Nel regno animale i segnali visuali giocano un ruolo fondamentale sia nelle interazioni tra individui conspecifici che tra quelle che si instaurano tra specie diverse. Quando però il medesimo segnale è utilizzato per due diverse funzioni viene a crearsi un conflitto ed è necessario un compromesso per poterle conciliare entrambe. Quando poi questi segnali sono il frutto delle azioni, spesso contrastranti, della selezione naturale e della selezione sessuale il compromesso sembra ancora più difficile. E’ infatti noto che le caratteristiche particolarmente appariscenti degli individui di un sesso, di solito i maschi, che si manifestano nelle specie con spiccato dimorfismo sessuale, risultano spesso controselezionate dalla selezione naturale. Ad esempio, lo stravagante piumaggio di molti uccelli, sebbene renda il possessore più attraente agli occhi delle femmine, lo espone maggiormente agli attacchi di potenziali predatori, penalizzandolo nella lotta per la sopravvivenza.
 
Non sempre però l’azione delle due forze selettive è opposta, portando alla formazione di strutture funzionali nelle interazioni sia con conspecifici che con membri di altre specie. Uno di questi casi è stato recentemente documentato in un gruppo di farfalle molto diffuse, quelle del genere Bicyclus, che utilizzano per comunicare le macchie oculari presenti sulle ali. Le decorazioni alari di questi insetti vengono infatti esibite sia durante il corteggiamento e l’accoppiamento sia come segnale in grado di disorientare i predatori. Come possono coesistere entrambe le funzioni nella medesima struttura?

Alcuni ricercatori dell’Università di Yale hanno evidenziato che le macchie oculari della faccia esterna sono caratteri che vengono utilizzati durante le interazioni tra individui dei due sessi durante le fasi dell’accoppiamento, mentre quelle situate sulla faccia interna svolgono un importante ruolo nell’elusione dei predatori. Le decorazioni esterne mostrano un più accentuato dimorfismo sessuale, a segnalare la rilevanza di tali caratteri nelle dinamiche riproduttive. Questa ipotesi è stata confermata anche da un’analisi filogenetica che ha sottolineato che le forme e i colori delle macchie oculari della faccia esterna sono maggiormente variabili e soggette a mutamenti in tempi più rapidi, come spesso avviene nei casi in cui l’azione della selezione sessuale è forte.

La separazione spaziale dei segnali adibiti all’elusione dei predatori e alla conquista di una partner si è dimostrata una strategia vincente per conciliare le funzioni che necessiterebbero strutture opposte e potrebbe aver giocato un ruolo di primo piano nella speciazione e nella diversificazione nelle farfalle.  

Andrea Romano


Riferimenti:
Jeffrey C. Oliver, Kendra A. Robertson, and Antónia Monteiro. Accommodating natural and sexual selection in butterfly wing pattern evolution. Proceedings of The Royal Society B Biological Sciences, 2009; DOI: 10.1098/rspb.2009.0182