Un altro tassello nell’evoluzione dei primati

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Il gruppo delle scimmie catarrine (Catarrhini), che comprende tutte le scimmie del Vecchio Mondo, incluse le antropomorfe e gli ominidi, comparve probabilmente intorno a 40 milioni di anni fa. Tra i primi fossli noti ci sono quelli dei Propliopithecoidea, un gruppo di primati noti in Africa e nella Penisola Arabica risalenti ad un periodo compreso tra 35 e 30 milioni […]

Il gruppo delle scimmie catarrine (Catarrhini), che comprende tutte le scimmie del Vecchio Mondo, incluse le antropomorfe e gli ominidi, comparve probabilmente intorno a 40 milioni di anni fa. Tra i primi fossli noti ci sono quelli dei Propliopithecoidea, un gruppo di primati noti in Africa e nella Penisola Arabica risalenti ad un periodo compreso tra 35 e 30 milioni di anni fa. Le informazioni successive ci vengono fornite da fossili risalenti a circa 23 milioni di anni fa, quando ormai era avvenuta la divergenza tra la superfamiglia Hominoidea, il gruppo che comprende uomini e scimmie antropomorfe, e quella Cercopithecoidea, le scimmie del Vecchio Mondo. Esiste quindi un importante buco di informazioni riguardo a quello che avvenne tra oltre 30 e 23 milioni di anni or sono e, quindi, riguardo le caratterstiche morfologiche dell’antenato comune a questi due gruppi di primati.

Questa imperfezione del record fossile è stata almeno in parte colmata da un recente ritrovamento: si tratta di una nuova specie risalente e 28-29 milioni di anni fa, che è stata descritta sull’ultimo numero della rivista Nature. Il nuovo primate, battezzato Saadanius hijazensis, è stato rinvenuto in Arabia Saudita e fornisce imoprtanti informazioni su quello che doveva essere l’aspetto dell’antenato comune e ominidi e cercopitecidi. In particolare, Saadanius aiuta a ricostruire l’anatomia facciale delle antiche scimmie catarrine, risolvendo l’enigma se il muso di questi animali fosse delicato ed appiattito come quello degli attuali gibboni oppure più allungato come quello dei babbuini di oggi. I resti della testa di Saadanius, tra cui la mandibola quasi completa, parte del cranio e la quasi totalità della regione facciale comprendente il naso e gli occhi, supportano maggiormente questa seconda ipotesi.

Sebbene rappresenti un primate antico e fornisca importanti indicazioni sulla morofologia dei catarrini, questa specie non presenta alcun caratteri derivato condiviso (sinapomorfie) con l’uno o l’altro gruppo, suggerendo che la divergenza tra Hominoidea e Cercopithecoidea avvenne successivamente, in un periodo compreso tra 29-28 e 24 milioni di anni or sono.

Un piccolo tassello è stato aggiunto, ma molto ancora c’è da scoprire sulla storia evolutiva dell’ordine di mammiferi di cui facciamo parte.

Andrea Romano


Riferimenti:
Iyad S. Zalmout, William J. Sanders, Laura M. MacLatchy, Gregg F. Gunnell, Yahya A. Al-Mufarreh, Mohammad A. Ali, Abdul-Azziz H. Nasser, Abdu M. Al-Masari, Salih A. Al-Sobhi, Ayman O. Nadhra, Adel H. Matari, Jeffrey A. Wilson, Philip D. Gingerich. New Oligocene primate from Saudi Arabia and the divergence of apes and Old World monkeys. Nature, 2010; DOI: 10.1038/nature09094