Un manuale originale sull’ecologia marina: “Il mare che vive”
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Pikaia ha letto per voi “Il mare che vive” di Elena Fumagalli e Jacopo Sacquegno, uscito a maggio per i tipi di Espress
Autori: Elena Fumagalli, Jacopo Sacquegno Titolo: Il mare che vive Anno di pubblicazione: 2022 Editore: Espress edizioni Pagine: 219 Il mondo della divulgazione scientifica, in Italia, sta assumendo varie identità, sperimentando nuovi linguaggi e soluzioni comunicative. Sempre più spesso assistiamo alla commistione tra l’intrattenimento, la satira e la conoscenza, rinunciando talvolta alla precisione e al dettaglio della comunicazione. Viceversa, chi vuole trattare un tema in maniera esaustiva, rischia di sovraccaricare il contenuto di informazioni e dettagli tecnici, di fronte ai quali un pubblico di non esperti potrebbe sentirsi spaesato. Con Il mare che vive Elena Fumagalli (biologa) e Jacopo Sacquegno (biologo e illustratore) raccolgono una sfida importante, poiché vogliono spiegare a quasi tutti, giovani e adulti, l’ecosistema più complesso e ampio del pianeta, quello marino e oceanico.
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È sul valore della vita che dovrebbe concentrare l’attenzione chi vuole fare divulgazione con l’intenzione non solo di istruire e informare, ma anche sensibilizzare e modificare i comportamenti, poiché solo in un mondo di valore possiamo riconoscere noi stessi come esseri (persone) di valore. È dunque una scelta mirata quella di farci conoscere nel dettaglio le caratteristiche e le abitudini di quelle “infinite e meravigliose forme” che abitano gli oceani, dalla zona epipelagica agli abissi più profondi, dai poli all’equatore. In un manuale destinato a un pubblico vasto (circa il 62,9 %della popolazione ha almeno un titolo secondario), occorre trovare un espediente che lo renda il più possibile leggero e appetibile, senza rinunciare alla precisione dei contenuti. Classicamente questo espediente è l’utilizzo delle foto o dei disegni, che soprattutto nei manuali naturalistici sono di complemento o corredo al testo. Anche in questo senso Il mare che vive raccoglie una sfida, affidando al visual thinker Jacopo Sacquegno il compito di rendere visivamente accattivante e originale il libro, allargando ancora di più la fetta di pubblico a cui si rivolge. Il suo pensiero visuale non è un semplice supporto visivo al testo, ma un libro dentro il libro. Seguendo le sue “infografiche illustrate”, nelle quali è riassunto il contenuto di ogni capitolo, si può leggere l’intero libro dall’inizio alla fine, navigando tra i suoi concetti fondamentali e familiarizzando con il vastissimo vocabolario dell’ecologia (non solo quella marina e oceanica). Il visual thinking non va confuso con l’illustrazione o l’infografica. È uno strumento di comunicazione che permette di tradurre i concetti in simboli grafici e disegni semplici, affiancandoli a parole scritte a mano con lo scopo di facilitarne la comprensione e l’apprendimento. È evidente, leggendo il testo, che gli autori si sono domandati cosa significa fare di divulgazione scientifica. Il mare che vive fornisce quindi descrizioni accurate con un linguaggio accessibile a tutti. Questa è una qualità assolutamente richiesta per finalità didattiche e divulgative, e in questo senso il libro fa centro. Non è facile rendere contro della complessità e della fragilità di un sistema come quello marino e oceanico, con le sue infinite forme di vita e le sue incessanti trasformazioni. Altrettanto difficile è creare un compromesso tra la volontà di fornire una descrizione il più possibile completa e attendibile e la volontà di conquistare l’attenzione del lettore. Dal punto di vista didattico, il manuale illustrato di Elena Fumagalli e Jacopo Sacquegno non lascia nulla di intentato. È un libro che può facilmente essere trovato nella libreria di un professore universitario, come in quella di un giovanissimo studente o di un lettore semplicemente curioso. In generale, quasi nessuno ha voglia di ritornare sui banchi di scuola, a meno che non ci sia già o non gli venga espressamente chiesto quel tipo di sforzo. L’equilibrio tra il registro linguistico utilizzato, l’efficacia delle immagini e la brevità del testo (219 pagine), risolve questo problema. Tuttavia, se si vuole educare oltre che istruire o sensibilizzare a determinati temi, occorre coinvolgere non solo cognitivamente ma anche emotivamente il lettore. Questo compito, che per buone ragioni viene solitamente affidato alle narrazioni, (indipendentemente che raccontino di fatti reali o di finzione) è solo in parte assolto dal pensiero visuale di Jacopo Sacquegno, che riesce splendidamente a tradurre in immagini il filo logico del discorso. Viviamo costantemente immersi in un universo narrativo, e di questo occorre tener conto se si fa divulgazione con l’intenzione di educare. Non è un caso che la favola di Cappuccetto Rosso abbia probabilmente ucciso più lupi di quanti non ne abbiano salvati i manuali di scienze naturali. Non bisogna, a mio modo di vedere, commettere l’errore di voler eliminare i sistemi di credenza, bensì sostituirli con dei nuovi, che siano fondati su conoscenze verificabili anziché su miti o principi soggettivi. Una persona può non sapere nulla di etologia, di ecologia e di ambiente, ma riconoscersi comunque nei valori che un sistema di credenze scientificamente fondato muove. La conoscenza scientifica, in questo senso, non è il fine della divulgazione, ma uno strumento utile a fissare determinati valori all’interno della cultura. Il mare che vive di Elena Fumagalli e Jacopo Sacquegno prova a ottenere questo obiettivo ritraendo la realtà nel modo più fedele possibile e sperimentando nuovi linguaggi per farlo, senza mai abbandonarsi a frasi moraleggianti o che tradiscono un amore ingenuo verso la natura. Il mare che vive fa parte di una collana che comprende Il Bosco che vive e La Montagna che vive (di prossima uscita), un manuale semplice e ordinato, arricchito dall’utilizzo del visual thinking, da affiancare a volumi più narrativi, come il recente memoir Sotto la soglia delle tenebre.
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Laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano, sto completando un Master in comunicazione ambientale presso l’Università degli Studi dell’Insubria. Il mio interesse è rivolto alla filosofia della biologia, all’ambiente e alla filosofia della mente in riferimento alle questioni neuroscientifiche.