Un “mondo a RNA” più complesso (e plausibile) di quanto si pensava
Nell’ultimo numero di Nature Genetics, un team ungherese-spagnolo composto da Adam Kun, Mauro Santos ed Eörs Szathmary, dimostra che proto-organismi di Acido Ribo-Nucleico (RNA) possono raggiungere complessità più elevate di quanto si ritenesse in precedenza, rinforzando l’ipotesi che agli inizi della vita ci sia stato un “mondo a RNA”. Lo RNA è una molecola fondamentale degli organismi viventi, in cui […]
Nell’ultimo numero di Nature Genetics, un team ungherese-spagnolo composto da Adam Kun, Mauro Santos ed Eörs Szathmary, dimostra che proto-organismi di Acido Ribo-Nucleico (RNA) possono raggiungere complessità più elevate di quanto si ritenesse in precedenza, rinforzando l’ipotesi che agli inizi della vita ci sia stato un “mondo a RNA”. Lo RNA è una molecola fondamentale degli organismi viventi, in cui solitamente trasporta e traduce in proteine l’informazione contenuta nel DNA. Dal momento che singole molecole di RNA possono teoricamente contenere informazione e al contempo catalizzare la propria replicazione, molti scienziati ritengono che la vita fosse inizialmente basata unicamente su RNA, mentre il più stabile DNA sarebbe comparso in un secondo momento. Questa ipotesi aveva però un punto debole: secondo i modelli finora fatti, a causa della sua bassa fedeltà di replicazione, nel brodo primordiale lo RNA non poteva raggiungere lunghezze e complessità molto elevate. Basandosi su recenti misure sperimentali del tasso e dell’effetto di mutazioni su RNA, i tre ricercatori correggono i calcoli precedenti, dimostrando che le molecole in competizione nel brodo primordiale potevano raggiungere lunghezze di 7.000-8.000 basi; potevano cioè arrivare a contenere un centinaio di geni, lunghi una settantina di basi l’uno, una complessità più che sufficiente a costruire ipotetici “ribo-organismi”. (Leggi l’articolo: Kun et al. (2005). Real ribozymes suggest a relaxed error threshold. Nature Genetics 37(9):1008-1011) Daniele Fanelli