Un piccolo coccodrillo giurassico
In Cile è stata scoperta una nuova specie di piccolo coccodrillo risalente alla fine del Giurassico. Il suo studio permetterà di gettare luce su di una parte poco conosciuta dell’evoluzione di questi rettili
Un team di paleontologi ha scoperto un nuovo genere, e specie, di coccodrillo giurassico appartenente al clade Mesoeucrocodylia, lo stesso cui appartengono anche i coccodrilli attuali. Nominato Burkesuchus mallingrandensis, è stato identificato tramite resti fossili rinvenuti sulle montagne della Patagonia del Cile meridionale. I risultati della ricerca possono essere consultati in questo articolo, pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
Burkesuchus mallingrandensis era un coccodrillo di piccole dimensioni, stimate attorno ai 70 centimetri di lunghezza. Si aggirava negli ambienti acquatici dell’entroterra del tardo Giurassico, circa 148 milioni di anni fa. I suoi resti sono stati trovati nel contesto geologico della Formazione Toqui, che affiora sulle montagne cilene fiancheggiate dai fiumi Maitenes e Horquetas. Da questa formazione provengono anche dinosauri di enormi dimensioni. Questo piccolo coccodrillo condivideva il suo areale con giganteschi Titanosauri e Diplodoci, oltre che con il teropode erbivoro Chilesaurus diegosuarezi.
La scoperta di B. mallingrandensis non espande solo la conoscenza della composizione tassonomica della Patagonia giurassica, di cui al momento non si sa ancora molto, ma anche quella dei coccodrilli giurassici non di mare. I Crocodiliformi del Giurassico, in contrasto con quelli del Cretaceo, sono infatti per lo più conosciuti grazie a forme marine, il clade noto come Thalattosuchia. Altri coccodrilli non pelagici conosciuti dal periodo Giurassico includono Neosuchia come Atoposauridi, di piccole dimensioni e aspetto simile a lucertole, Goniopholididi, simili ad attuali coccodrilli di dimensioni medie, e Folidosauridi, simili ai coccodrilli e che nel Cretaceo raggiungeranno dimensioni enormi, ma nel Giurassico sono ancora piuttosto piccoli. Le dimensioni ridotte di B. mallingrandensis lo mettono quindi nel range tipico per i coccodrilli legati all’entroterra del Giurassico.
Di B. mallingrandensis non si possiede ancora uno scheletro intero, finora ne sono stati trovati solo parte del cranio, alcuni elementi della colonna vertebrale e ossa lunghe. Questi bastano comunque a trarre alcune conclusioni sul suo stile di vita: nel cranio, ad esempio, la fossa e la finestra sopratemporali sono relativamente piccole, e questo suggerisce che adattamenti tipici degli Eusuchia (i coccodrilli attuali) fossero assenti in questo Mesoeucrocodylia basale. Se ne può concludere che il morso di B. mallingrandensis non fosse particolarmente potente, e che non fosse in grado di eseguire il rotolamento che contraddistingue i coccodrilli moderni. Probabilmente il piccolo coccodrillo cileno si cibava di invertebrati come insetti e crostacei, oltre che di pesci di piccole dimensioni, prede per le quali un morso potente o la capacità di strappare grossi pezzi di carne non erano necessari.
Nonostante le sue differenze con i coccodrilli attuali, B. mallingrandensis è sulla strada che porta alle forme moderne, e supporta l’idea che il Sud America sia cruciale per lo studio della radiazione ed evoluzione dei coccodrilli nel tardo Giurassico.
Riferimenti: F.E. Novas et al. 2021. New transitional fossil from late Jurassic of Chile sheds light on the origin of modern crocodiles. Sci Rep 11, 14960; doi: 10.1038/s41598-021-93994-z
Immagine: Gabriel L. Lio / de Anatomía Comparada y Evolución de los Vertebrados (LACEV), Museo Argentino de Ciencias Naturales ‘Bernardino Rivadavia.’
Dopo la laurea magistrale in Quaternario, Preistoria e Archeologia, conseguita presso l’Università di Ferrara, si iscrive al master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza, grazie al quale inizia a collaborare con Pikaia. Con l’intenzione di continuare la divulgazione della scienza, in particolare della paleontologia, ha partecipato alla fondazione dell’associazione La Lampada delle Scienze.