Una nuova radiazione adattativa
Sono pochi i casi noti e confermati di recenti radiazioni adattative, la maggior parte di questi avvenuta in luoghi isolati, come gli arcipelaghi: i casi eccellenti sono i fringuelli delle Galapagos, le anolidi dei Caraibi, i ciclidi dei grandi laghi africani, i drepanididi (uccelli nettarivori) e le drosophile delle Hawaii. Uno studio su Proceedings of the Royal Society mette in luce […]
Sono pochi i casi noti e confermati di recenti radiazioni adattative, la maggior parte di questi avvenuta in luoghi isolati, come gli arcipelaghi: i casi eccellenti sono i fringuelli delle Galapagos, le anolidi dei Caraibi, i ciclidi dei grandi laghi africani, i drepanididi (uccelli nettarivori) e le drosophile delle Hawaii.
Uno studio su Proceedings of the Royal Society mette in luce la possibile esistenza di un ulteriore caso di rapida diversificazione di specie affini: in particolare, si tratta di un gruppo di 11 specie di uccelli granivori del genere Sporophila, tipici del Sudamerica. Sulla base di quali parametri i ricercatori possono asserire che queste specie rappresentino una recente, forse ancora in corso, radiazione adattativa?
La ricerca mette in evidenza che le 11 specie sono significativamente differenziate per alcuni tratti morfologici che sono considerati meccanismi di isolamento riproduttivo pre-copulativi. Sia il piumaggio dei maschi (come si può vedere nell’immagine) che i tipici display canori di corteggiamento, infatti, differiscono molto tra le specie, riducendo quindi le possibilità di accoppiamento tra individui di specie diverse. Nonostante questo, le differenze genetiche, sia a livello di DNA mitocondriale che di DNA nucleare, sono estremamente basse. E non si osserva nemmeno una forte omogeneità genetica entro specie: basti pensare che per nessuno dei marker genetici utilizzati è stato possibile costruire cladi a livello di singole specie. Questo indica che alcuni geni sono, in alcuni casi, condivisi tra individui di specie diverse ma non tra tutti gli individui della medesima specie.
Questi risultati indicherebbero che le diverse specie si sono differenziate in tempi recenti, in seguito al cambiamento delle condizioni ecologiche e climatiche delle ampie praterie sudamericane nel Pleistocene e in concomitanza di una forte azione della selezione sessuale, che potrebbe essere ancora in atto.
Andrea Romano
Riferimenti:
Leonardo Campagna, Pilar Benites, Stephen C. Lougheed, Darío A. Lijtmaer, Adrián S. Di Giacomo, Muir D. Eaton, Pablo L. Tubaro. Rapid phenotypic evolution during incipient speciation in a continental avian radiation. Proc. R. Soc. B 7 May 2012 vol. 279 no. 1734 1847-1856. doi: 10.1098/rspb.2011.2170
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Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.