Una speciazione “causata” dall’uomo?

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La piralide del mais, Ostrinia nubilalis è una farfalla di 1-2 cm che parassitizza le coltivazioni di mais, sia in Europa che negli Stati Uniti, dove è stata introdotta inavvertitamente all’inizio del secolo scorso. In Europa esiste una specie gemella (morfologicamente indistinguibile, ma riproduttivamente isolata), Ostrinia scapulalis, che parassitizza l’artemisia. Si ritiene che O. nubilalis sia derivata da O. scapulalis […]

La piralide del mais, Ostrinia nubilalis è una farfalla di 1-2 cm che parassitizza le coltivazioni di mais, sia in Europa che negli Stati Uniti, dove è stata introdotta inavvertitamente all’inizio del secolo scorso. In Europa esiste una specie gemella (morfologicamente indistinguibile, ma riproduttivamente isolata), Ostrinia scapulalis, che parassitizza l’artemisia. Si ritiene che O. nubilalis sia derivata da O. scapulalis con un meccanismo ben noto agli studiosi di evoluzione, quello del cambiamento di ospite. Già, ma il mais, si sa, è stato introdotto in Europa dall’America, dopo la sua “scoperta”, dunque, ecco un’occasione per studiare un fenomeno di speciazione recente.

Un gruppo di ricercatori franco-americani pubblica ora una documentazione interessante della differenza di comportamento fra le due specie che può essere stata innescata da un nemico naturale della piralide, una specie che ci sta molto a cuore, l’uomo. Poiché le due specie sono in grado di sopravvivere sui due ospiti, i ricercatori hanno studiato il comportamento di esse sia in natura, in coltivazioni sperimentali controllate di mais e di artemisia, sia in laboratorio in un sistema completamente sperimentale che mima le piante. In particolare hanno studiato la posizione che le larve delle farfalle occupano sullo stelo delle piante qundo entrano nel periodo di arresto delle attività vitali degli insetti (diapausa); tale fase consente loro di passare l’inverno per esser poi pronti a rivivere di nuovo e trasformarsi in adulti nella primavera successiva. E’ abbastanza evidente che, poiché il mais viene tagliato ad una certa altezza dal suolo durante il raccolto, sopravviveranno solo quelle larve che iniziano la diapausa al di sotto di quel livello, mentre le altre saranno distrutte assieme a tutte le parti della pianta che, dopo la mietitura, non vengono utilizzate. Dunque, una pressione spaventosa da parte dell’uomo. Solo le larve che hanno “imparato” ad andare verso la terra si salveranno e si riprodurranno.

Naturalmente è sempre difficile trovare la “prova” definitiva di un evento che si è svolto nel passato, tuttavia, sia le osservazioni “in campo” che quelle fatte sulle “piante artificiali” in laboratorio hanno rivelato che le larve di Ostrinia nubilalis, la “specie del mais” stanno invariabilmente più in basso (verso terra) di quelle di O. scapulalis, la “specie dell’artemisia”. Ciò che rende interessante questa osservazione è che il comportamento geotattico (l’andare verso il basso) avviene sia quando O. nubilalis è sul suo ospite “giusto” che quando è sull’artemisia, dunque si tratta probabilmente di un comportamento “innato” della specie. Dunque ci troviamo di fronte ad un probabile caso di speciazione ecologica attuato su pressione della selezione (artificiale!) involontariamente provocata dall’uomo, in 500 anni!

Esiste un’altra specie di Ostrinia, O. furnacalis, che parassitizza il mais in Asia. Se l’interpretazione degli autori è corretta, allora, essi suggeriscono, qualcosa di simile alla specie europea può essere avvenuto anche nella specie asiatica, e anch’essa dovrebbe avere larve che svernano più in basso, verso terra, per salvarsi dalla mietitura. Attendiamo i risultati di una futura ricerca

Marco Ferraguti


Riferimento:
Vincent Calcagno, Vincent Bonhomme, Yan Thomas, Michael C. Singer and Denis Bourguet. Divergence in behaviour between the European corn borer, Ostrinia nubilalis, and its sibling species Ostrinia scapulalis: adaptation to human harvesting? Proc. R. Soc. B. Pubblicato on line: doi:10.1098/rspb.2010.0433