Addio al paleontologo Giorgio Teruzzi

Figura centrale della paleontologia italiana, ha lasciato un segno indelebile nel Museo di Storia Naturale di Milano e nella comunità scientifica
L’11 giugno si è spento Giorgio Teruzzi, una delle anime del Museo di Storia Naturale di Milano negli ultimi decenni.
Giorgio è stato conservatore della sezione di Paleontologia degli Invertebrati del museo e consigliere della Società Italiana di Scienze Naturali. Dal 1980 è stato direttore degli scavi paleontologici degli importanti giacimenti fossiliferi di Osteno (CO) e di Besano-Sasso Caldo (VA), oggi Sito UNESCO, e direttore scientifico del Museo dei Fossili di Besano.
Con i colleghi del Museo di Storia Naturale di Milano, Giorgio Teruzzi ha descritto il gruppo Thylacocephala, una nuova classe di Artropodi estinti, sulla base di fossili lombardi. Ha riconosciuto per primo l’importanza del fossile di Scipionyx samniticus, il popolare Ciro, cucciolo di dinosauro proveniente da Pietraroja (BN).
È stato l’ideatore, il realizzatore e l’anima del Laboratorio di Paleontologia del Museo, tra le prime strutture pubbliche in Italia dedicate allo sviluppo delle tecniche di preparazione paleontologica, nel quale ad esempio sono stati preparati il grande ittiosauro Besanosaurus leptorhynchus e vari esemplari di diversi altri generi di rettili triassici, alcuni dei quali nuove specie.
Giorgio è stato promotore di importanti convegni internazionali sui crostacei fossili e dell’incremento delle collezioni paleontologiche. Ha svolto un’intensa attività divulgativa con conferenze, articoli, mostre, riviste, libri, partecipazioni a programmi televisivi. Nel 2000 ha promosso la realizzazione del Paleolab, il laboratorio didattico di paleontologia del Museo di Storia Naturale, insieme con Associazione Didattica Museale.
I suoi interessi spaziavano nell’archeologia e nell’etnologia, anche con la partecipazione al comitato direttivo del Centro Studi Archeologia Africana e con la fondazione della Compagnia delle Perline.
I colleghi lo ricordano, oltre che per i meriti scientifici e lo spessore culturale, per la sua grande simpatia e gentilezza, l’etica professionale e la coerenza. Ogni chiacchierata con Giorgio era accompagnata dall’umorismo e dal sorriso.