Disponibile il nuovo Almanacco della scienza di MicroMega: Scienza e disuguaglianze

Almanacco della scienza

Crisi climatica, pandemia, disuguaglianze: sono questi i temi al centro del nuovo numero di MicroMega, un ricchissimo Almanacco della scienza in uscita il 18 novembre, a cura come di consueto di Telmo Pievani.

Crisi climatica, pandemia, disuguaglianze: sono questi i temi al centro del nuovo numero di MicroMega, un ricchissimo Almanacco della scienza in uscita il 18 novembre, a cura come di consueto di Telmo Pievani. Come già annunciato dal direttore, a partire da questo numero MicroMega non sarà più in edicola ma la si potrà acquistare nelle librerie e nel nuovo negozio online, in versione sia cartacea sia digitale (con la possibilità sia di acquisto singolo sia di vantaggiosi pacchetti di abbonamenti: qui tutte le offerte).

Il numero si apre con un intervento di Silvio Garattini che, a partire dalla comprovata correlazione tra povertà, suscettibilità alle malattie, minore durata di vita sana e superiore mortalità, sottolinea l’urgenza – se si ha davvero a cuore la salute individuale e pubblica – di contrastare la povertà socioeconomica sia all’interno dei singoli Paesi che fra le diverse zone del mondo, cominciando da un’equa distribuzione dei vaccini anti-Covid.

L’interrelazione tra salute e diseguaglianze socio-economiche è al centro anche di una prima sezione del numero, che tira le fila in questo senso sia della pandemia sia della crisi climatica. Sofia Belardinelli, Antonello Pasini e Grammenos Mastrojeni evidenziano come la crisi climatica, in particolare, ponga questioni eticopolitiche inedite e non più eludibili; Michele Carducci ci porta in tribunale per parlarci dei “litigi strategici”, iniziative processuali volte non a dirimere un conflitto sociale o interindividuale, bensì a contribuire a una strategia di lotta contro il riscaldamento globale e i suoi effetti planetari; Edoardo Borgomeo ci spiega come e perché uno dei beni che più risentirà del cambiamento climatico sarà l’acqua, tanto preziosa quanto spesso dimenticata; Paolo Vineis analizza e offre come utile strumento di comprensione del presente il concetto di “sindemia”, che esamina la distribuzione delle patologie identificandone le interazioni e l’intersezione con i fattori sociali, economici e produttivi; il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury denuncia come in questi quasi due anni di pandemia siano stati molti i diritti umani sistematicamente violati, a partire da quello alla libertà di espressione; Luisa Maffi ed Ettore Camerlenghi gettano un fascio di luce sui diritti più sacrificati tra tutti: quelli dei popoli indigeni – guardiani di preziosi ecosistemi – le cui lingue, culture e tradizioni rischiano di sparire.

Al tema “scienza e società” è dedicata una seconda sezione del numero nella quale Telmo Pievani analizza i dieci errori da evitare nella comunicazione della scienza, tutti sperimentati nel corso di questa pandemia; Orlando Franceschelli auspica il sorgere di una filosofia dell’ecoappartenenza per prendere consapevolezza, senza riduzionismi, del fatto che l’umanità è una parte dell’ambiente naturale; Silvano Fuso spiega perché le pseudoscienze fanno male alla società; ed Elena Gagliasso analizza il rapporto fra cittadini e scienza indicando la via per ripristinare un rapporto di fiducia critica.

Arricchiscono e completano il numero (impreziosito da una copertina che riproduce l’opera di Gianluigi Toccafondo “Il generale Gagarin”) un confronto tra Cinzia Sciuto e Piergiorgio Odifreddi su ateismo “militante”, “trasformismo” della Chiesa, rapporto degli scienziati con la fede e ruolo della scienza nella nostra società, prima e durante la pandemia; un saggio di Francesco Suman e Andra Meneganzin sulle assonanze tra le tesi a sostegno dell’ipotesi sull’origine artificiale del virus Sars-CoV-2 e il pensiero anti-evoluzionista; e infine il dialogo sul rapporto tra scienza e impegno socio-politico tra Richard C. Lewontin, tra i massimi biologi e genetisti degli ultimi decenni, scomparso lo scorso luglio, e Harry Kreisler..

IL SOMMARIO DEL NUMERO

IL SASSO NELLO STAGNO

Silvio Garattini – Se la salute è una questione di classe
I dati a nostra disposizione non lasciano dubbi circa la correlazione tra povertà, suscettibilità alle malattie, minore durata di vita sana e superiore mortalità. Se abbiamo a cuore la salute individuale e pubblica, dunque, è urgente e necessario contrastare la povertà socioeconomica sia all’interno dei singoli Paesi che fra le diverse zone del mondo. A partire da un’equa distribuzione dei vaccini anti-Covid.

DIALOGO

Cinzia Sciuto / Piergiorgio Odifreddi – La sovranità appartiene ai fatti
Dall’ateismo “militante” al “trasformismo” della Chiesa, dal rapporto degli scienziati con la fede al ruolo della scienza nella nostra società, prima e durante la pandemia. Un confronto con il matematico impertinente che invita a distinguere il mondo delle opinioni, dove regna la libertà, da quello dei fatti, dove sovrani sono i dati. Una distinzione che molti umanisti faticano ancora a digerire.

ICEBERG 1 – crisi climatica, pandemia e disuguaglianze

Sofia Belardinelli – La crisi climatica una questione di (in)giustizia
Di chi è la “colpa” del riscaldamento climatico? E chi deve pagare di più per frenarlo? Possiamo pretendere da popoli che non hanno avuto quasi nessuna responsabilità in questo processo di rinunciare a quello sviluppo che le energie fossili potrebbero ancora garantire loro? E da quelli che già godono del benessere di rinunciarvi? Ma, dall’altro lato, di che sviluppo e di che benessere parliamo, se il pianeta diventerà molto presto inospitale per tutta la specie umana? La crisi climatica ci pone di fronte a problemi etici complessi, e ormai ineludibili.

Michele Carducci – Se il riscaldamento globale entra nei tribunali
Si chiamano “litigi strategici”: si va davanti ai giudici non per dirimere un conflitto sociale o interindividuale, bensì per contribuire, con le proprie iniziative processuali, a una strategia di lotta contro il riscaldamento globale e i suoi effetti planetari. Si tratta di iniziative che si stanno moltiplicando nei diversi Paesi e che hanno lo scopo di costringere la politica ad agire in tempi molto più rapidi di quelli a cui è abituata. Perché di tempo non ne abbiamo.

Antonello Pasini e Grammenos Mastrojeni – Ingiustizie a cascata
Nel complesso sistema climatico, quanto causato dal mondo sviluppato ricade pesantemente su chi non è responsabile dei cambiamenti cui stiamo assistendo, in particolare i Paesi africani. Non solo: in questo sistema interconnesso quanto accade in un angolo del Pianeta rischia di provocare una cascata di eventi il cui impatto si farà sentire anche molto lontano, per cui non possiamo pensare di risolvere un problema alla volta. Nei sistemi complessi, i circoli viziosi si combattono creando circoli virtuosi.

Edoardo Borgomeo – I paradossi dell’acqua
Un eschimese comprerebbe mai del ghiaccio? Ecco, chi vive in contesti dove l’acqua che esce dal rubinetto è potabilissima e supercontrollata e acquista l’acqua in bottiglia è come un eschimese che va a comprare il ghiaccio. Quello dell’acqua in bottiglia è solo uno dei tre paradossi dell’acqua illustrati in questo saggio – gli altri due sono quello del valore e quello dell’offerta – che mostrano molto bene come la tutela dell’acqua dovrebbe diventare una priorità assoluta di qualunque azione politica. Pena la nostra stessa sopravvivenza.

Paolo Vineis – L’impatto della crisi climatica sulla nostra salute
Grazie al modello della “sindemia” – che esamina la distribuzione delle patologie identificandone le interazioni e l’intersezione con i fattori sociali, economici e produttivi – possiamo dire che prepararsi alla prossima pandemia significa anche combattere le diseguaglianze sociali e le malattie non trasmissibili, migliorando lo stato di salute complessivo della popolazione. Nonché affrontare con grande radicalità il riscaldamento climatico, che sarà uno dei principali fattori di instabilità sociale, economica ma anche sanitaria del prossimo futuro.

Riccardo Noury – Covid-19: la strage dei diritti umani
No, non è andato tutto bene, come ingenuamente si auspicava dai nostri balconi nei primi mesi della pandemia. E non è andato tutto bene perché tanti, ovunque nel mondo, non hanno fatto tutto bene. A partire da una schiera di politici inadeguati (da Trump a Bolsonaro, passando per Orbán e tanti altri), che avrebbero dovuto contrastare la pandemia seguendo esclusivamente le evidenze scientifiche e perseguendo l’interesse generale e che troppo spesso non lo hanno fatto. Con conseguenze devastanti non solo per la salute, ma anche per i diritti umani in generale.

Luisa Maffi – L’ecatombe delle lingue
Ogni volta che una lingua – non importa quanto minoritaria – scompare e che, con essa, scompaiono le tradizioni culturali e le conoscenze tradizionali che quella lingua veicolava, viene strappato via un pezzetto della trama vivente di cui il pianeta è intessuto, e l’intero mondo della vita ne esce un po’ più fragile, più vulnerabile e con minori speranze per il futuro. In un’ottica bioculturale, proteggere e sostenere la diversità linguistica e culturale è imprescindibile per preservare la biodiversità e la salute degli ecosistemi, e viceversa.

Ettore Camerlenghi – Ritorno alla foresta. Proteggiamo i popoli indigeni per proteggere il pianeta
Una proposta di legge del governo Bolsonaro rischia di dare il colpo di grazia alla Foresta Amazzonica e ai popoli indigeni che nella foresta vivono e che la foresta proteggono. Questo è solo l’ultimo atto di un sistematico attacco ai popoli indigeni, sotto scacco da molti anni non solo in Brasile. Un attacco che rischia di farci perdere non solo culture, lingue e storie ma anche i guardiani di preziosi ecosistemi.

SAGGIO
Francesco Suman e Andra Meneganzin – Origine artificiale di Sars-CoV-2 e tentazioni antidarwiniane
Complici le reticenze del governo cinese, l’ipotesi dell’origine artificiale del virus si è rapidamente diffusa sia tra la popolazione sia tra alcuni scienziati. Ma, se una tale ipotesi non si può escludere in linea di principio, ciò che a oggi sappiamo di questo virus fa ritenere che l’origine naturale di Sars-CoV-2 sia la spiegazione più plausibile. Quel che è interessante notare, tuttavia, è che la struttura degli argomenti a sostegno dell’ipotesi sull’origine artificiale del virus ripropone alcuni tratti distintivi nonché alcuni errori logici del pensiero anti-evoluzionista.

ICEBERG 2 – scienza e società

Telmo Pievani – Comunicare la scienza dopo la pandemia: un decalogo
Tra le cause della sfiducia che serpeggia fra i cittadini nei confronti della scienza ci sono anche alcuni errori di comunicazione su cui è bene fare, con spirito autenticamente scientifico, autocritica. Ecco i dieci errori da evitare per ristabilire la necessaria fiducia fra cittadini e scienza, con buona pace del narcisismo di qualche scienziato.

Orlando Franceschelli – Per una filosofia dell’ecoappartenenza
Crisi climatica e pandemia hanno ormai reso evidente il legame intrinseco fra esseri umani, ambiente, società, salute. È dunque indispensabile far rientrare tra i valori condivisi delle nostre società la consapevolezza dell’ecoappartenenza: del fatto cioè che l’umanità è una parte dell’ambiente naturale, dai cui processi evolutivi è emersa e nel quale continuano a svolgersi le vite di ognuno di noi. Senza cadere nel riduzionismo naturalistico che nega la creatività e la soggettività umane, ma rinunciando al contempo alla hybris che vede nel mondo naturale poco più di un inciampo al libero svolgimento dello spirito.

Silvano Fuso – Mente, pseudoscienza e società
Le pseudoscienze – ossia quelle teorie che si presentano con la veste di affermazioni “scientifiche” e che però rifiutano di sottoporsi alle verifiche del metodo scientifico – non sono solo pericolose perché diffondono false credenze, ma sono anche profondamente antidemocratiche. Sono infatti di norma le fasce più deboli della popolazione a esserne irretite, con gravi conseguenze in termini di salute e possibilità di sviluppo.

Elena Gagliasso – Tra fideismo e diffidenza. La cittadinanza scientifica sotto scacco pandemico
Trattata come un oracolo dalle cui parole dipende il nostro destino o, al contrario, come covo di interessi che lucrano sulla nostra salute, la scienza in questi due anni di pandemia non ha avuto vita facile. Molto dipende da un dato ineludibile: nella scienza moderna l’incertezza è un dato strutturale con il quale solo una cittadinanza scientifica correttamente formata (e informata) è in grado di relazionarsi.

MAESTRI

Richard C. Lewontin in conversazione con Harry Kreisler – La scienza e l’impegno
È stato uno dei massimi biologi e genetisti degli ultimi decenni, ma anche un grande divulgatore e critico sociale. Richard C. Lewontin, scomparso lo scorso luglio, è uno dei migliori esempi di scienziati che non si sottraggono al loro ruolo politico. Lo ricordiamo pubblicando questo dialogo inedito in italiano nel quale sottolinea una delle contraddizioni che caratterizza una società democratica in un mondo avanzato tecnologicamente, vale a dire che per prendere decisioni politiche razionali è necessario avere conoscenze altamente complesse, accessibili solo a un numero molto ristretto di persone.

Fonte: Micromega