Ancora non sappiamo da dove arrivano i cani

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Il cane è stato il primo animale domesticato dall’uomo ma le sue origini nel tempo e nello spazio sono ancora incerte. Una nuova scoperta rivela che i cani potrebbero derivare da due diverse popolazioni di lupi

Che il cane derivi dal lupo grigio (Canis lupus) è un fatto conosciuto e accettato da tutti. Diametralmente opposto invece il dibattito sul come, dove e quando i lupi siano stati domesticati dall’uomo dando origine ai progenitori dei cani moderni. Per provare a fare chiarezza sull’origine dei cani, un gruppo di ricercatori del Francis Crick Institute di Londra  ha descritto in un recente articolo su Nature i risultati dell’analisi di 72 diversi genomi di lupi vissuti tra 10 e 100 mila anni fa. Non è facile ricostruire l’origine del cane
Nel passato gli scienziati hanno provato a ricostruire la storia dei cani analizzando i geni di cani antichi e moderni e confrontandoli con il DNA delle attuali popolazioni di lupo ma questo approccio si è dimostrato inefficace per diversi motivi. Uno di questi è il fatto che i cani hanno avuto un passato piuttosto dinamico fatto di diversi spostamenti che impediscono di identificare una zona geografica univoca per l’origine della domesticazione. Inoltre, il ritrovamento di resti di cani dell’antichità in alcune regioni non può essere utilizzato come prova definitiva dell’origine geografica della specie in quanto non esclude la possibilità della presenza in altre zone in cui non sono stati ancora trovati resti antichi. Invece, studiare il genoma dei lupi antichi e le sue differenze nel tempo e nello spazio potrebbe permettere di identificare quale popolazione antica sia più simile ai progenitori dei cani. La differenza rispetto al passato è che ben 66 dei genomi utilizzati nello studio sono stati analizzati per la prima volta. È stato possibile studiare questi campioni per la prima volta grazie ai ritrovamenti di resti di lupi ben conservati.

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Origine dei campioni dei lupi antichi, analizzati nello studio localizzati su una mappa base di Natural Earth (naturalearthdata.com). Uno dei campioni provenienti da Vienna si è rivelato essere un cuon, una specie estinta di canide, ed è aggiunto alle analisi per osservare eventuali divergenze non presenti nel gruppo di lupi euroasiatici testati (outgroup). Immagine: dalla pubblicazione

Una doppia parentela Lo studio non è stato in grado di trovare una popolazione di lupi che può essere considerata il diretto antenato dei cani ma ha messo in luce diversi nuovi aspetti fino ad ora sconosciuti sull’origine del “migliore amico dell’uomo”. La prima scoperta è stata che i cani moderni sono più simili a livello genetico agli antichi lupi asiatici rispetto a quelli europei. Questa osservazione unita ai luoghi di provenienza dei lupi analizzati permette di ipotizzare un’origine dei primi cani nel continente asiatico, nei pressi dell’attuale Siberia, anche se l’assenza di ulteriori campioni non permette una maggiore precisione. Allargando lo sguardo però i ricercatori hanno notato un’altra cosa interessante: gli antenati dei cani in africa, Medio Oriente e in qualche caso anche in Europa, pur restando geneticamente simili agli antichi lupi asiatici, presentano un contributo genetico di una popolazione diversa di lupi che viveva molto più a ovest. Non è la prima volta che viene ipotizzata una doppia origine per quanto riguarda i cani ma in passato gli scienziati che hanno approfondito il tema hanno ipotizzato che il cane fosse stato domesticato in luoghi diversi ma che solamente la domesticazione avvenuta in Asia abbia dato origine al progenitore dei cani moderni. Avere a disposizione e poter confrontare tra loro DNA di cani e lupi moderni con DNA di lupi antichi analizzati per la prima volta ha invece permesso agli scienziati di osservare che tutti i cani moderni presentano questo doppio contributo nel loro DNA. Questa evidenza ha permesso ai ricercatori di concludere che i cani moderni derivano da due diverse popolazioni di lupi. Due scenari per l’origine del cane moderno
Questa scoperta aggiunge un tassello importante sulla nostra consapevolezza riguardo all’origine dei cani e della loro domesticazione, ma a sua volta apre nuovi dubbi e domande a cui gli studiosi proveranno a dare una risposta nel futuro. Queste osservazioni sono infatti compatibili con due scenari, entrambi ugualmente realistici. Il primo è che ci siano stadi due eventi distinti di domesticazione del lupo: uno nelle regioni più a est dell’asia, vicino all’attuale Siberia, e un altro molto più a ovest. In seguito, con il passare del tempo queste due diverse popolazioni di antichi antenati dei cani si sono incontrate e mescolate dando origine ai progenitori dei cani moderni. Altrettanto plausibile però è anche una seconda ipotesi cioè quella che prevede che il lupo sia stato domesticato nell’Eurasia dell’est e poi successivamente si sia spostato in zone più a sud-ovest del continente dove si è mescolato con una popolazione di lupi locale. Qualsiasi sarà l’ipotesi che verrà confermata da studi futuri, i dati raccolti dagli scienziati hanno anche evidenziato che i lupi, proprio come i cani che poi si sono spostati seguendo l’uomo in tutto il globo, erano animali che si spostavano anche su lunghe distanze. A conferma di ciò, infatti, il DNA delle popolazioni dei lupi è molto simile e conservato in popolazioni sparse in tutto il mondo e nel tempo, almeno per quanto riguarda i 100 mila anni presi in considerazione dallo studio. Sarebbe proprio questa capacità di spostamento e adattamento ad ambienti diversi che secondo gli scienziati potrebbe aver permesso ai lupi di sopravvivere all’era glaciale del Tardo Pleistocene (tra 117 e 126 000 anni fa) che ha portato all’estinzione diverse specie di mammiferi Lo studio ha chiarito molti aspetti che finora erano rimasti ancora poco chiari sull’origine dei cani moderni ma riuscire a identificare nelle popolazioni di lupi antichi un chiaro progenitore non sarà una sfida semplice. Per portare a termine questa missione, infatti, gli scienziati dovranno trovare nuovi reperti di cani e lupi appartenenti al passato soprattutto nelle zone in cui ad oggi non sono stati ancora ritrovati o ne sono stati trovati pochi cioè le zone con climi caldi dove, a differenza dei luoghi con un clima rigido, la conservazione del materiale genetico nel corso dei millenni è più complicata. Riferimenti: Bergström, A., Stanton, D.W.G., Taron, U.H. et al. Grey wolf genomic history reveals a dual ancestry of dogs. Nature 607, 313–320 (2022). https://doi.org/10.1038/s41586-022-04824-

Immagine: di Rain Carnation da Pixabay