Baby Tirannosauri alla riscossa
I fossili di tirannosauridi neonati sono rimasti a lungo sconosciuti, lasciandoci all’oscuro sui primi momenti di vita di questi antichi predatori. Lo studio di tre recerti reperti getta luce su questo aspetto
I tirannosauridi sono tra i dinosauri più conosciuti e studiati al mondo, eppure si sa ben poco dei primissimi momenti della loro vita, quelli dello stato embrionale o neonatale. Secondo una ricerca pubblicata sul Canadian Journal of Earth Sciences, oggi nuovi fossili ci permetono di teorizzare che i baby tirannosauri fossero lunghi poco meno di un metro, come un cane di media taglia.
I tirannosauridi sono una delle famiglie di dinosauri più note e amate dal pubblico. Sono anche tra le più studiate grazie alle migliaia di reperti raccolti negli anni. Ma i reperti attribuiti a tirannosauridi appena nati, o frammenti di uovo o embrione, rimangono fondamentalmente sconosciuti. Si sa qualcosa appena riguardo i loro anni giovanili, quelli dell’”adolescenza”.
La ricerca, guidata dal dottor Greg Funston (Univesity of Alberta) ha analizzato un dente di infante e una falange distale (un “artiglio”) embrionale di Albertosaurus sarcophagus, provenienti dalla regione dell’Alberta, in Canada, oltre a una emi-mandibola embrionale di Daspletosaurus horneri ritrovata in Montana, USA. I reperti sono datati tra i 75 e i 71,5 milioni di anni fa. Albertosaurus sarcophagus era un tirannosauride di dimensioni relativamente piccole, lungo fino a circa nove metri e alto tre, i cui resti sono stati trovati principalmente in Canada, nella regione dell’Alberta, da cui prende il nome. Daspletosaurus horneri era un predatore di dimensioni simili, unico rappresentante conosciuto del suo genere negli attuali Stati Uniti.
I tre reperti hanno caratteri molto interessanti. La falange distale, proveniente da un arto posteriore, ha la superficie “porosa” tipica delle ossa embrionali di dinosauro. È lunga un centimetro, dimensioni importanti per un embrione. Il dente, anche se chiaramente di un individuo giovanissimo, può essere determinato con relativa sicurezza come tirannosauride grazie all’allineamento del suo bordo tagliente. Su quest’ultimo è già presente la tipica seghettatura, anche se ogni “dentello” è piccolo, arrotondato e sporge solo di poco dal bordo. L’emimandibola embrionale, già dotata di denti, anche se lunga solo tre centimetri presenta già caratteri caratteri distintivi dei tirannosauridi, come il“mento” e un profondo solco scanalato sul lato interno.
I ricercatori i hanno stimato che l’individuo cui apparteneva la falange dovesse essere lungo circa 1,1 metri, mentre quello della mandibola poteva stare sui 71 centimetri. È stato quindi calcolato che le uova di tirannosauridi dovessero aggirarsi sui 43 centimetri di lunghezza. I giovani teropodi uscivano dal guscio già di dimensioni relativamente grandi rispetto ad altri dinosauri, e con morfologie molto simili a quelle dei genitori.
I contesti di ritrovamento di questi reperti hanno inoltre dato l’opportunità ai paleontologi di formulare alcune teorie sulle abitudini di nidificazione dei tirannosauridi. I resti, infatti, provengono da zone note per la nidificazione di altri dinosauri, come l’erbivoro Maiasaura. Questo suggerisce che individui peri-natali ed embrionali dovrebbero poter essere ritrovati negli insiemi di nidificazione di altri dinosauri. Non sono però state trovate uova o loro frammenti, cosa che per il momento lascia perplessi i ricercatori, lasciando spazio per ulteriori ricerche.
Riferimenti: Gregory F. Funston et al. Baby tyrannosaurid bones and teeth from the Late Cretaceous of western North America. Canadian Journal of Earth Sciences, published online January 25, 2021; doi: 10.1139/cjes-2020-0169
Riferimenti immagine: Julius Csotonyi via University of Alberta
Dopo la laurea magistrale in Quaternario, Preistoria e Archeologia, conseguita presso l’Università di Ferrara, si iscrive al master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza, grazie al quale inizia a collaborare con Pikaia. Con l’intenzione di continuare la divulgazione della scienza, in particolare della paleontologia, ha partecipato alla fondazione dell’associazione La Lampada delle Scienze.