I cambiamenti sono stati valutati integrando gli indici di vegetazione satellitari con tecniche di apprendimento automatico (intelligenza artificiale). I risultati mostrano la sofferenza delle foreste tropicali, aride e temperate, dovuta alla ridotta disponibilità di acqua e all’aumento della variabilità climatica. I ricercatori stimano che circa il 23% delle foreste intatte (cioè non soggette all’azione umana) potrebbe aver già raggiunto una soglia critica.
“Le foreste coprono quasi un terzo della superficie terrestre – commenta Giovanni Forzieri – e il calo della loro resilienza potrebbe avere conseguenze critiche per i principali servizi ecosistemici che esse offrono, come lo stoccaggio del carbonio, con gravi conseguenze per il benessere della società. Questi dati dovrebbero essere presi in considerazione nella progettazione di piani di mitigazione e adattamento a terra”.
Riferimenti: Forzieri, G., Dakos, V., McDowell, N. G., Ramdane, A., & Cescatti, A. (2022). Emerging signals of declining forest resilience under climate change. Nature, 1–6. doi: 10.1038/s41586-022-04959-9
Immagine: infestazione di scolitidi in un bosco di abeti rossi interessato dalla tempesta di vento “Vaia” nelle Alpi italiane. Le piante colpite sono distinguibili in colore grigio. (Foto di Alessandro Cescatti)
Fonte: Unifimagazine – Università degli Studi di Firenze, pubblicato sotto Licenza Creative Commons Attribution ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0).