Col tempo s’impara
In una popolazione di nibbi bruni le strategie migratorie migliorano con l’età, incrementando la fitness
Un gruppo di ricercatori italiani e spagnoli ha indagato i dati sulle migrazioni del nibbio bruno (Milvus migrans) fra l’Africa Occidentale e il Parco Nazionale Doñana nella Spagna meridionale, chiedendosi in particolare se le strategie migratorie abbiano un qualche rapporto con l’età degli individui. La migrazione avviene due volte l’anno, verso l’Europa per riprodursi, cosa che avviene fra Marzo e Agosto, e in direzione opposta, verso l’Africa, al termine del periodo riproduttivo.
Il nibbio bruno è studiato a Doñana fin dagli anni ’70, e ciò ha permesso di avere dati, negli anni, sul comportamento migratorio di ben 92 individui dotati di collare collegato via satellite appartenenti alle varie classi di età nelle quali è stata suddivisa la loro vita (1-2 anni = giovani; 3-6 anni = giovani adulti; da 7 anni in poi, fino a 27 = adulti). Sono stati studiati 364 episodi di migrazione di individui appartenenti alle 3 classi di età allo scopo di capire se le strategie migratorie si modificano in relazione all’età. I nibbi bruni sono migratori individuali, nel senso che non viaggiano regolarmente con i conspecifici, ma in gruppi comprendenti fino a un migliaio di predatori e cicogne. La migrazione verso Nord ha inizio in date variabili fra metà Gennaio e metà Giugno, e poiché, in media, sono avvantaggiati gli individui che arrivano prima nelle aree riproduttive (in quanto possono beneficiare del picco di abbondanza delle prede e portare a compimento con successo l’allevamento della prole), si è notato che nel corso degli anni la data di partenza tende nettamente ad anticipare fino a stabilizzarsi negli adulti.
Una volta partiti, gli uccelli percorrono in media 183 km al giorno per otto ore e mezza al giorno, più le soste, di durata e frequenza variabile, per 18 giorni, sempre in media, per coprire una distanza di più di 3100 km. Tutti i vari parametri osservati variano nelle classi di età. La velocità declina, assieme alla durata del viaggio, dopo aver raggiunto un massimo nei giovani adulti; le ore di volo per giorno diminuiscono con l’età; la lunghezza del percorso è minima nei giovani adulti; i giovani migrano più a Est degli altri. In tutti gli individui, i parametri migratori dipendono dall’anticipo della data di partenza, di modo che quelli che partono dopo sostano meno e imboccano strade più brevi, come se “andassero di fretta” – così scrivono gli autori. I giovani e i giovani adulti sono più soggetti ai venti di traverso che li spingono verso Est, sicché i primi devono sostare assai più a lungo, mentre i secondi sono costretti a volare per più ore al giorno e a cercare venti in coda per aumentare la velocità. Ciò suggerisce che la capacità di resistere alla deriva è una caratteristica che si acquisisce molto gradualmente con l’età.
Le differenze nelle date di partenza sono così importanti che, a dispetto delle diverse strategie seguite, l’ordine di arrivo ricalca fondamentalmente quello di partenza. Un ritardo di 10 giorni nella partenza causa una diminuzione dell’11% delle possibilità di “metter su famiglia”. Dunque: il comportamento migratorio diventa più efficiente con l’età, a partire dai giovani, fino ai sette anni (vi è un’importante mortalità nella classe dei giovani): vi è una progressiva tendenza ad anticipare la data di partenza, e in questo modo si raggiungono tassi superiori di riproduzione, sopravvivenza e longevità. All’opposto, i nibbi che non riescono a migliorare le loro prestazioni migratorie non si riproducono e spariscono gradualmente, implicando che la selezione agisce direttamente sulle capacità di miglioramento individuale.
Marco Ferraguti
Riferimenti:
F. Sergio, A. Tanferna, R. De Stephanis, L. López Jiménez, J. Blas, G. Tavecchia, D. Preatoni
& F. Hiraldo Individual improvements and selective mortality shape lifelong migratory performance. Nature, 515, 410–413, 20 November 2014. doi:10.1038/nature13696
È stato Professore Ordinario di Evoluzione Biologica presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto ricerche nel campo della riproduzione e filogenesi in diversi gruppi di invertebrati. È stato presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica e si è occupato attivamente della divulgazione di temi evoluzionisti e di traduzioni di testi di autori importanti. Ha curato il testo “Evoluzione, modelli e processi” per Pearson Italia. Ha diretto per 20 anni la Biblioteca Biologica dell’Università