Come nascono gli oceani. Enrico Bonatti racconta la storia della Terra nascosta negli abissi.

Copertina Come nascono gli oceani

Passato, presente e futuro degli oceani, tra geologia e racconti di una vita vissuta per l’esplorazione e la ricerca, nel libro “Come nascono gli oceani. La vita del pianeta dipende dall’acqua” del geologo Enrico Bonatti.

Titolo: Come nascono gli oceani. La vita del pianeta dipende dall’acqua.
Autore: Enrico Bonatti
Editore: edizioni Dedalo
Anno: 2022
Pagine: 96
Isbn: 9788822016188

Earthrise. Così è chiamata la fotografia dell’alba della Terra vista dalla Luna, scattata nel 1968 durante la missione Apollo 8. Un’immagine che ci colpisce perché ci mostra in maniera evidente che il nostro è il pianeta dell’acqua. È la presenza di acqua che ha permesso che vi si sviluppassero forme di vita. Come sono nati quegli oceani blu che incantano dallo spazio, così come dai loro più profondi abissi? Ci risponde Enrico Bonatti, tra geologia e racconti di una vita vissuta per l’esplorazione e la ricerca, nel libro “Come nascono gli oceani. La vita del pianeta dipende dall’acqua” (edizioni Dedalo, 2022).

Bill Anders, Public domain, via Wikimedia Commons

Lectio magistralis da leggere
“Come nascono gli oceani” è solo uno dei titoli che fanno parte della collana “Le grandi voci”: sono testi brevi, agili, pensati come lectio magistralis in forma scritta tenute da esperti nei differenti ambiti del sapere. In questo caso, a raccontarci la storia dell’oceanografia attraverso scoperte storiche ed esperienze personali, è Enrico Bonatti. Geologo, si è dedicato alla ricerca e ha avuto una carriera brillante, tra le esperienze accademiche negli Stati Uniti (Università di Yale e Columbia University) e in Italia (Università di Pisa e di Roma La Sapienza). È stato direttore dell’ISMAR-Istituto di Scienze Marine, dal 2003 al 2006, ed è membro dell’Accademia delle Scienze Russa, dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia Europea e Fellow dell’American Geophysical Union.

Tra scienza e umanità
Il testo presenta una parte didattica sul passato, presente e futuro degli oceani, dalla formazione del Sistema Solare, passando per la nascita della Terra, con tutte le sue peculiarità, e per la teoria della deriva dei continenti, fino ad arrivare ai giorni nostri e alla necessità di preservare la salute delle acque e dei loro abitanti. Le pagine sono, però, alleggerite dal racconto delle esplorazioni e degli studi di Bonatti, in cui non manca la profondità della riflessione sul proprio rapporto con la vastità degli abissi e lo sgomento davanti all’ignoto.

“Immergersi nel fondo oceanico, migliaia di metri sotto la superficie, non può certo costituire una normale attività di routine. Indipendentemente dalle conoscenze scientifiche che si acquisiscono, è un’esperienza che può toccare ‘in profondità’ chi la vive. Non posso negare di essere stato segnato da queste immersioni non solo fisicamente, non solo per quello che ho appreso sulla geologia dei fondali, ma soprattutto per quello che ha sfiorato il mio inconscio, la mia ‘anima’”.

Il riflesso di una società che cambia
Lo sviluppo scientifico non è mai isolato dal contesto storico e sociale in cui avviene ed è sempre affascinante incontrare episodi significativi che ci mostrino quanto siamo andati avanti, ma anche quanta strada ancora ci sia da percorrere non solo in termini di conoscenze e tecnologie. Tra i ricordi dell’autore colpisce quello riguardante Yelena Lyubimova, geologa russa e prima donna ammessa in una campagna oceanografica americana, nel 1963. Già, perché dall’alto della loro razionalità di scienziati, sembra che europei e americani temessero cataclismi ingovernabili causati da una presenza femminile a bordo. Tutto questo finché non furono costretti, da ragioni politiche, ad accoglierne una. Dopo pochi mesi sarebbe toccato all’oceanografa americana Sylvia Earle. O tempora, o mores!