Da dove vengono le mimose?
Ecco come Acacia dealbata, la comune mimosa è diventata così familiare in Europa. Il merito è di un giovane botanico che accompagnò James Cook nel sul primo viaggio in Australia
Tra poco l’Italia sarà invasa da splendidi fiori gialli, dal profumo intenso che annunciano la primavera … le mimose! Ma ho una domanda per voi: da quale parte del mondo arrivano queste piante?
Se pensate che siano endemiche del Mediterraneo, dove è molto facile vederle, purtroppo avete sbagliato! Sono meravigliose piante native dell’Australia, quindi vengono da molto lontano. Sono state portate in Europa dai botanici, i cosiddetti plant hunters (cacciatori di piante) che hanno rischiato la vita per far arrivare queste meraviglie in Europa, alla fine del ‘700. Ma chi è il botanico inglese che ci ha regalato le mimose?
Il merito è di Sir Joseph Banks (1743-1820). Figlio di un ricco possidente, studiò a Eton, la migliore scuola dell’epoca, e poi si iscrisse all’Università di Oxford. Non si laureò mai (otterrà in seguito un dottorato onorario), ma diventò un eccellente naturalista. Conobbe i maggiori scienziati inglesi dell’epoca, che lo presentarono a Carl Von Linnè, il Grande Linneo, l’uomo che inventò la Sistematica, con cui cominciò a corrispondere. Banks era un ragazzo che amava le piante, in modo assoluto! Infatti venne scelto per accompagnare l’esploratore James Cook nella sua circumnavigazione (1769-1771) a bordo della HMS Endeavour. Il nome della nave è traducibile in italiano con “sfida”: nomen omen, chiaramente si trattava di un viaggio molto pericoloso. Con Banks viaggiava anche il botanico svedese Daniel Carlsson Solander, che è stato definito il migliore Apostolo di Linneo. La spedizione aveva questi compiti:
– Verificare l’esistenza della Terra Australis incognita, ipotizzata da Magellano, che però non l’aveva incontrata perché dopo aver attraversato lo stretto che ora porta il suo nome, si era diretto a nord verso le Filippine. Durante il viaggio Cook scoprì la Nuova Zelanda e poi, puntando verso Nord, finalmente l’Australia! Una volta arrivati approdarono in una baia, l’attuale Baia di Sidney, che Banks chiamò Botany Bay, dove osservarono con grande stupore centinaia di nuove specie vegetali, un vero paradiso botanico. Tra queste specie c’era anche Acacia dealbata, la specie delle nostre mimose, un albero sempreverde con fiori profumati che può arrivare a un’altezza di oltre 25 m. Banks trovò anche Acacia baileyana, che ha fiori simili ma è un albero o arbusto di 2–4 m di altezza. Un’altra specie venne trovata invece in Tasmania: Acacia terminalis, che è un cespuglio o un piccolo albero. Prima di continuare la storia vediamo le caratteristiche di questa pianta speciale. La mimosa appartiene all’Ordine Fabales (per i profani Leguminose), Famiglia Mimosaceae , Genere Acacia. I fiori sono di piccole dimensioni e crescono riuniti in grappoli composti da un buon numero di capolini rotondi; presentano petali molto poco sviluppati e moltissimi stami, hanno un profumo delicato e particolare e un colore giallo molto carico. Il periodo di fioritura comincia dalla fine della stagione invernale. Ci sono approssimativamente 1350 diverse specie di Acacia nel mondo, di cui circa 1000 originarie dell’Australia! Per citarne una in Italia abbiamo come pianta alloctona Robinia pseudoacacia, la Robinia semplicemente, quel flagello che ha distrutto i nostri habitat. Ma seguiamo il destino delle mimose … I primi semi di mimosa furono donati da Joseph Banks ai Kew Gardens of London, che da quel momento diventeranno il luogo dove si coltiveranno tutte le specie esotiche. È proprio a Kew che si ottennero le prime piante, a partire dal 1780, ma i semi erano pochi. Dal 1788, dopo l’inizio della colonizzazione inglese del New South Wales australiano, grandi quantità di semi di molte specie di piante australiane furono spedite in Europa. La maggior parte vennero date a giardini botanici e parchi privati, impazienti di avere queste piante rarissime e completamente nuove, venute dall’altro emisfero. Purtroppo però il rigido clima inglese non consentiva la coltivazione all’aperto, occorreva cercare climi più miti e si pensò ai paesi del mediterraneo. Fu l’amore degli Inglesi per alcune località del Sud della Francia: Hyeres, Saint Raphael, Cannes, Nizza e i loro dintorni, che portò la mimosa in Costa Azzurra. Venne introdotta a partire dal 1850 per decorare i parchi delle ville sontuose dei ricchi ospiti. In quel periodo, i botanici più audaci, appena arrivati sulla Riviera francese, si lanciarono nell’incredibile sfida di acclimatazione delle piante. Tra questi, il botanico Gustave Thuret che comprò nel 1857 cinque ettari di terreno ad Antibes, che trasformerà in un vero e proprio giardino botanico in cui pianterà diversi semi provenienti dall’Australia. Il risultato è che quasi vent’anni dopo, la regione vanterà molte nuove specie. Anche Gilbert Nabonnand fu tra i primi a coltivare la mimosa in Costa Azzurra. In seguito le mimose vennero coltivate in tutti i giardini e poi … fuggirono conquistando i terreni attorno alle città. Le specie si acclimatarono perfettamente allo stato spontaneo, perché le condizioni climatiche e i terreni silicei erano molto favorevoli. Tra queste specie figurano, oltre alla comune mimosa (Acacia dealbata), anche Acacia decurrens e Acacia baileyana. Ora crescono libere, formano vasti boschi sui versanti a sud delle colline dei Maures e dell’Esterel, sul massiccio del Tanneron e a Cannes. Sembrano nuvole gialle appoggiate sulle colline. Nei mesi di febbraio e marzo queste zone sono letteralmente ricoperte dalle macchie giallo oro delle mimose, esiste anche una Route du Mimosa di 130 km percorribile in queste zone. L’esperienza di fermarsi in uno di questi boschi e respirare il profumo emesso da migliaia di fiori è incredibile! E Sir Joseph Banks, che ne fu di lui? Joseph Banks Fece altre esplorazioni e poi, avendo ereditato una grande fortuna, poté finanziare numerose spedizioni scientifiche, sovvenzionare studiosi e agire per tutto il corso della sua lunga vita come un vero e proprio patrono dello sviluppo delle conoscenze botaniche. Dimenticavo … devo mostrarvi un suo ritratto. Bibliografia Banks, Joseph and Joseph Dalton Hooker. Journal of the Right Hon. Sir Joseph Banks … during Captain Cook’s first voyage in H.M.S. Endeavour in 1768-71 to Terra del Fuego, Otahite, New Zealand, Australia, the Dutch East Indies, etc. Macmillan & Co., Ltd, 1896, doi:10.5962/bhl.title.56795. Questo è il diario del viaggio. Joseph Banks, Florilegium. Tesori botanici del primo viaggio di Cook. Ediz. illustrata. Einaudi, 2017. Si tratta di un atlante che riporta le specie scoperte, ogni specie è affiancata dall’illustrazione fatta dal pittore associato alla spedizione.
Se pensate che siano endemiche del Mediterraneo, dove è molto facile vederle, purtroppo avete sbagliato! Sono meravigliose piante native dell’Australia, quindi vengono da molto lontano. Sono state portate in Europa dai botanici, i cosiddetti plant hunters (cacciatori di piante) che hanno rischiato la vita per far arrivare queste meraviglie in Europa, alla fine del ‘700. Ma chi è il botanico inglese che ci ha regalato le mimose?
Il merito è di Sir Joseph Banks (1743-1820). Figlio di un ricco possidente, studiò a Eton, la migliore scuola dell’epoca, e poi si iscrisse all’Università di Oxford. Non si laureò mai (otterrà in seguito un dottorato onorario), ma diventò un eccellente naturalista. Conobbe i maggiori scienziati inglesi dell’epoca, che lo presentarono a Carl Von Linnè, il Grande Linneo, l’uomo che inventò la Sistematica, con cui cominciò a corrispondere. Banks era un ragazzo che amava le piante, in modo assoluto! Infatti venne scelto per accompagnare l’esploratore James Cook nella sua circumnavigazione (1769-1771) a bordo della HMS Endeavour. Il nome della nave è traducibile in italiano con “sfida”: nomen omen, chiaramente si trattava di un viaggio molto pericoloso. Con Banks viaggiava anche il botanico svedese Daniel Carlsson Solander, che è stato definito il migliore Apostolo di Linneo. La spedizione aveva questi compiti:
- Raggiungere Tahiti e osservare il transito di Venere davanti al sole il 3 giugno 1769
– Verificare l’esistenza della Terra Australis incognita, ipotizzata da Magellano, che però non l’aveva incontrata perché dopo aver attraversato lo stretto che ora porta il suo nome, si era diretto a nord verso le Filippine. Durante il viaggio Cook scoprì la Nuova Zelanda e poi, puntando verso Nord, finalmente l’Australia! Una volta arrivati approdarono in una baia, l’attuale Baia di Sidney, che Banks chiamò Botany Bay, dove osservarono con grande stupore centinaia di nuove specie vegetali, un vero paradiso botanico. Tra queste specie c’era anche Acacia dealbata, la specie delle nostre mimose, un albero sempreverde con fiori profumati che può arrivare a un’altezza di oltre 25 m. Banks trovò anche Acacia baileyana, che ha fiori simili ma è un albero o arbusto di 2–4 m di altezza. Un’altra specie venne trovata invece in Tasmania: Acacia terminalis, che è un cespuglio o un piccolo albero. Prima di continuare la storia vediamo le caratteristiche di questa pianta speciale. La mimosa appartiene all’Ordine Fabales (per i profani Leguminose), Famiglia Mimosaceae , Genere Acacia. I fiori sono di piccole dimensioni e crescono riuniti in grappoli composti da un buon numero di capolini rotondi; presentano petali molto poco sviluppati e moltissimi stami, hanno un profumo delicato e particolare e un colore giallo molto carico. Il periodo di fioritura comincia dalla fine della stagione invernale. Ci sono approssimativamente 1350 diverse specie di Acacia nel mondo, di cui circa 1000 originarie dell’Australia! Per citarne una in Italia abbiamo come pianta alloctona Robinia pseudoacacia, la Robinia semplicemente, quel flagello che ha distrutto i nostri habitat. Ma seguiamo il destino delle mimose … I primi semi di mimosa furono donati da Joseph Banks ai Kew Gardens of London, che da quel momento diventeranno il luogo dove si coltiveranno tutte le specie esotiche. È proprio a Kew che si ottennero le prime piante, a partire dal 1780, ma i semi erano pochi. Dal 1788, dopo l’inizio della colonizzazione inglese del New South Wales australiano, grandi quantità di semi di molte specie di piante australiane furono spedite in Europa. La maggior parte vennero date a giardini botanici e parchi privati, impazienti di avere queste piante rarissime e completamente nuove, venute dall’altro emisfero. Purtroppo però il rigido clima inglese non consentiva la coltivazione all’aperto, occorreva cercare climi più miti e si pensò ai paesi del mediterraneo. Fu l’amore degli Inglesi per alcune località del Sud della Francia: Hyeres, Saint Raphael, Cannes, Nizza e i loro dintorni, che portò la mimosa in Costa Azzurra. Venne introdotta a partire dal 1850 per decorare i parchi delle ville sontuose dei ricchi ospiti. In quel periodo, i botanici più audaci, appena arrivati sulla Riviera francese, si lanciarono nell’incredibile sfida di acclimatazione delle piante. Tra questi, il botanico Gustave Thuret che comprò nel 1857 cinque ettari di terreno ad Antibes, che trasformerà in un vero e proprio giardino botanico in cui pianterà diversi semi provenienti dall’Australia. Il risultato è che quasi vent’anni dopo, la regione vanterà molte nuove specie. Anche Gilbert Nabonnand fu tra i primi a coltivare la mimosa in Costa Azzurra. In seguito le mimose vennero coltivate in tutti i giardini e poi … fuggirono conquistando i terreni attorno alle città. Le specie si acclimatarono perfettamente allo stato spontaneo, perché le condizioni climatiche e i terreni silicei erano molto favorevoli. Tra queste specie figurano, oltre alla comune mimosa (Acacia dealbata), anche Acacia decurrens e Acacia baileyana. Ora crescono libere, formano vasti boschi sui versanti a sud delle colline dei Maures e dell’Esterel, sul massiccio del Tanneron e a Cannes. Sembrano nuvole gialle appoggiate sulle colline. Nei mesi di febbraio e marzo queste zone sono letteralmente ricoperte dalle macchie giallo oro delle mimose, esiste anche una Route du Mimosa di 130 km percorribile in queste zone. L’esperienza di fermarsi in uno di questi boschi e respirare il profumo emesso da migliaia di fiori è incredibile! E Sir Joseph Banks, che ne fu di lui? Joseph Banks Fece altre esplorazioni e poi, avendo ereditato una grande fortuna, poté finanziare numerose spedizioni scientifiche, sovvenzionare studiosi e agire per tutto il corso della sua lunga vita come un vero e proprio patrono dello sviluppo delle conoscenze botaniche. Dimenticavo … devo mostrarvi un suo ritratto. Bibliografia Banks, Joseph and Joseph Dalton Hooker. Journal of the Right Hon. Sir Joseph Banks … during Captain Cook’s first voyage in H.M.S. Endeavour in 1768-71 to Terra del Fuego, Otahite, New Zealand, Australia, the Dutch East Indies, etc. Macmillan & Co., Ltd, 1896, doi:10.5962/bhl.title.56795. Questo è il diario del viaggio. Joseph Banks, Florilegium. Tesori botanici del primo viaggio di Cook. Ediz. illustrata. Einaudi, 2017. Si tratta di un atlante che riporta le specie scoperte, ogni specie è affiancata dall’illustrazione fatta dal pittore associato alla spedizione.
Pépinières Cavatore, Histoire du mimosa”. 5 Mar. 2023, www.mimosa-cavatore.fr/smartblog/6_histoire-du-mimosa.html.
Immagine in apertura: Acacia dealbata, foto di Roozitaa, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia CommonsLaureata in Scienze Biologiche, indirizzo Biochimica, presso l’Università Statale di Milano. Da Eoni di anni insegnante di Biologia e Chimica in un Liceo. Ho una passione smodata per Charles Darwin e da decenni svolgo ricerche sulla sua vita e sui suoi testi. Amo la storia della scienza e da molti anni ne scrivo su Pikaia e sul mio blog Evolve or Die.