I pinguini che vennero dal caldo
I primi esponenti della famiglia Spheniscidae, quella dei pinguini, si stabilirono a basse latitudini decine di milioni prima di quanto si ritenesse. Infatti, tra circa 42 e 36 milioni di anni fa era possibile osservare sulle calde coste peruviane almeno due specie di pinguini giganti. La scoperta porta la firma di un gruppo di ricercatori della North Carolina State University […]
I primi esponenti della famiglia Spheniscidae, quella dei pinguini, si stabilirono a basse latitudini decine di milioni prima di quanto si ritenesse. Infatti, tra circa 42 e 36 milioni di anni fa era possibile osservare sulle calde coste peruviane almeno due specie di pinguini giganti. La scoperta porta la firma di un gruppo di ricercatori della North Carolina State University e riscriverà la storia evolutiva di questi simpatici uccelli.
Il gruppo di ricerca ha rinvenuto le ossa fossili di due specie estinte e fin’ora sconosciute di pinguini, battezzati Perudyptes devriesi e Icadyptes salasi e risalenti rispettivamente a 42 e 36 milioni di anni fa. I fossili, descritti sull’ultimo numero della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences e a breve in mostra al North Carolina Museum of Natural Sciences e all’American Museum of Natural History, rappresentano un gradino molto precoce della storia evolutiva di questa famiglia. La prima specie presenta le dimensioni dell’odierno pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri) pari a circa 115 cm di altezza, mentre la seconda costituisce la specie più grossa mai descritta, con la sua altezza record di circa 150 cm. Entrambe hanno un becco molto lungo, sottile ed appuntito, caratteristiche che non si riscontrano nelle specie attuali.
La teoria precedente sulle migrazioni e l’espansione dell’areale dei pinguini prevedeva che questi uccelli, originari delle alte latitudini di Antartide e Nuova Zelanda, fossero giunti sulle coste equatoriali intorno a 10 milioni di anni fa, molto tempo dopo la fase di raffreddamento globale che avvenne circa 34 milioni di anni fa. Si pensava dunque che questi animali fossero esclusivamente adattati a climi freddi e che la loro espansione fosse dovuta al mutamento delle temperature che creò le condizioni per l’espansione dell’areale.
Questa nuova scoperta dimostra invece che i pinguini arrivarono nelle regioni caratterizzate da climi caldi circa 30 milioni prima delle stime precedenti, nel pieno del periodo di alte temperature che contraddistinse l’Eocene.
I ricercatori si sono spinti oltre: hanno infatti analizzato le relazioni evolutive e la distribuzione geografica di tutte le specie, concludendo che queste due nuove specie giunsero in Perù in distinti eventi migratori. L’antenato di Perudyptes devriesi è infatti originario dell’Antartide, quello di Icadyptes salasi della Nuova Zelanda.
Queste specie adattate ai climi caldi sono solo lontane parenti di quelle odierne, per questo motivo le nuove conoscenze non potranno essere utilizzate per la predizione di eventuali conseguenze negative del riscaldamento globale sui pinguini.
La foto di Giuseppe Zibordi è tratta da Wikipedia.
Andrea Romano
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.