I primi passi: Jeremy DeSilva spiega l’importanza della posizione eretta nell’evoluzione
“I primi passi” del paleoantropologo Jeremy DeSilva – con traduzione di Luigi Maria Sponzilli – spiega l’importanza della posizione eretta nell’evoluzione. La recensione di Valerio Calzolaio su Libri e parole
I primi passi
Le continue scoperte di nuovi fossili ci stanno rivelando come si è invece davvero sviluppata la capacità di camminare eretti un po’ ovunque, come ominini e gruppi del genere Homo si siano trovati a sopravvivere e riprodursi a (due) piedi. Il bipedalismo viene probabilmente prima rispetto all’ingrandirsi del cervello o alla cura neonatale o alla capacità migratoria intercontinentale o al linguaggio comunitario. Tanto più che specie diverse hanno camminato in modo diverso con i due piedi. Le loro ossa e le loro orme ce lo segnalano, risultando comunque perlopiù capaci nel lungo periodo di gestirne i conseguenti vantaggi (maturati lentamente) e svantaggi (come la minore velocità nella corsa, il parto più difficile e pericoloso, patologie quali ernie e scoliosi). I cambiamenti anatomici necessari a camminare dritti in modo efficiente hanno influito e influiscono anche sulla vita degli individui umani di oggi. Dai primi passi che compiamo agli acciacchi e ai dolori che ci colpiscono invecchiando. “Non è stato Homo sapiens a creare il bipedalismo, bensì il contrario” (Kagge, 2018).Lo studio di Jeremy DeSilva
Il giovane paleoantropologo americano Jeremy Jerry DeSilva (1976) è specializzato nella locomozione (tesi di dottorato sulla cruciale tibia) e ricostruisce ottimamente il bipedalismo come “caduta controllata”, nelle dinamiche posturali ed energetiche, discutendo continuamente lo stato attuale delle domande giuste da porsi e delle risposte più o meno confermate dai fatti conosciuti, le prime comunque più delle seconde. Nella storia del regno animale gli umani non sono stati i primi. Bisogna scavare più profondamente nel passato, almeno fino all’epoca precedente ai dinosauri, capire quando e perché si è camminato e possano essere emersi vicoli ciechi dell’evoluzione, visto che gli antenati comuni a entrambe le linee evolutive di coccodrilli e alligatori o dinosauri e uccelli conoscevano pure l’andatura bipede. L’evoluzione si applica solo su strutture preesistenti. Non siamo prototipi creati da zero. Siamo scimmie antropomorfe modificate e, rispetto alla linea evolutiva degli uccelli, siamo bipedi da poco tempo. Poi bisogna tener conto della separazione fra ecosistemi (per esempio a causa del livello del mare) e delle migrazioni delle specie (in particolare di quelle che non solo volano né solo nuotano).La struttura del saggio I primi passi
La struttura in tre parti (come si è iniziato a camminare eretti, diventare un essere umano, camminare è vivere) e in quindici capitoli complessivi è cronologica rispetto alle scoperte dei fossili nell’ultimo cinquantennio (talora contraddittorie, talora dirompenti) più che rispetto all’evoluzione temporale (con qualche riferimento alla genetica). Ciò serve all’autore anche per ribadire che gran parte della storia umana deve ancora essere scritta. Vengono presi in considerazione tutti i più noti siti di grotte e reperti, DeSilva ha avuto spesso un ruolo di coprotagonista per il loro esame o riesame nell’ultimo ventennio. La locomozione eretta è strettamente collegata alla nostra evoluzione come specie sociale: senza linearità causali, il bipedalismo ha messo in moto molti eventi evolutivi, dall’uso manuale di attrezzi alla condivisione della cura dei figli, dalle reti commerciali al linguaggio. Al centro, un piccolo inserto di schemi e foto. Ricco apparato finale di note. Selettivo indice analitico.Il libro
Jeremy DeSilvaI primi passi. Perché la posizione eretta è stata la chiave dell’evoluzione umana
Traduzione di Luigi Maria Sponzilli
HarperCollins, 2022
Valerio Calzolaio è giornalista e saggista. Già deputato per quattro legislature, dal 1996 al 2001 è stato sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, rappresentando il governo italiano ai principali appuntamenti ambientali internazionali (da Kyoto a l’Aja, da Nairobi a New York). Ha svolto per anni attività di consulente Onu per il segretariato della Convenzione per la lotta alla siccità e alla desertificazione. È stato professore a contratto di Diritto Costituzionale all’Università di Macerata. Ha pubblicato, con Telmo Pievani, Libertà di migrare (Einaudi, 2016), i suoi libri più recenti sono La specie meticcia (People, 2019), Migrazioni (Doppiavoce, 2019) e Isole carcere (Edizioni Gruppo Abele), 2022.