“Ero alla ricerca di una specie rupicola, ossia molluschi che si trovano attaccati alle rocce, mentre questa chiocciola vive in un habitat completamente differente: gli spazi aperti nella macchia mediterranea, caratterizzata da vegetazione bassa, erbacea e sassi appoggiati sul suolo” racconta Cianfanelli. “
Etruscotricha folcoi – prosegue – rappresenta un ‘endemismo’ toscano, cioè una specie che si trova solo in un’area molto ristretta della Maremma, benché sembri possedere antiche parentele con le chiocciole della penisola iberica. Proprio per il suo habitat, gli è stato assegnato un nome che da subito caratterizza la sua provenienza geografica”.
“Il nome del genere – spiega – è composto dall’affisso Etrusco che evidenzia come la specie viva in Etruria, nome storico della regione che comprendeva gran parte dell’attuale Toscana e altre piccole porzioni di regioni limitrofe. Il suffisso tricha è la parte finale del nome del genere a lei più simile, Xerotricha. Anche il nome della specie, folcoi, è legato alla Toscana, in quanto si riferisce a Folco Giusti, docente di zoologia e grande esperto di malacologia dell’Università di Siena”.
La scoperta di questa nuova specie endemica va ad accrescere le conoscenze sulla biodiversità locale e nazionale, tuttavia i ricercatori Unifi sottolineano la criticità della situazione.
“A causa della rarità – si parla di poche centinaia di esemplari – e della limitata area in cui queste chiocciole vivono, la specie versa in uno stato di fragilità estrema che la collocherebbe in una nelle categorie a più alto rischio dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) – avverte Cianfanelli –. Per preservarla, dunque, si rendono necessarie azioni di tutela a livello regionale. Incendi e attività di cava, infatti, potrebbero rivelarsi letali”.
Riferimenti:
Cianfanelli, S., Chueca, L. J., & Bodon, M. (2023). Etruscotricha folcoi gen. et sp. nov. from Tuscany, Italy (Gastropoda: Eupulmonata: Geomitridae). Bollettino Malacologico, 59(1), 133–151. doi: 10.53559/BollMalacol.2023.03
Immagine: Unifimagazine
Fonte: Unifimagazine – Università degli Studi di Firenze, pubblicato sotto Licenza Creative Commons Attribution ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0).