La lunga marcia delle specie invasive
Parassiti e patogeni di piante di interesse agrario sono in rapida diffusione su scala globale sotto la spinta non solo delle attività antropiche, ma anche dei cambiamenti climatici.
Questa sorta di globalizzazione dei patogeni e parassiti in agricoltura risulta indubbiamente favorita non solo dalle attività umane, ma anche dalle variazioni climatiche che possono favorire la conquista di nuovi ambienti e pone il problema di come gestire questo processo prima che possano essere arrecati danni alle produzioni agricole. L’ampliamento dell’areale, assieme all’aumento della numerosità, può inoltre favorire la comparsa di ceppi maggiormente dannosi per alcuni di questi parassiti e patogeni incrementando ulteriormente il danno potenziale arrecato.
Sebbene il lavoro dei tre ricercatori dell’Università di Exter non proponga soluzioni e scenari relativi all’entità dei danni potenziali, potrebbe essere molto utile iniziare a pianificare con ampio anticipo strategie di gestione di queste specie dannose con particolare rilevanza per quelle specie che danneggiano piante molto importanti da un punto di vista produttivo, andando a valutare anche variazioni delle praticole agricole.
Come scriveva il Prof Scarascia Mugnozza in un volume dell’Accademia dei Georgofili: “Negli ultimi decenni del XX secolo gli studiosi hanno cominciato ad assommare e sistemizzare numerose discipline già note o del tutto nuove, nuovi strumenti di studio e di ricerca, nuove prassi e tecnologie informatiche e industriali, inquadrandole nelle biotecnologie vale a dire, con una definizione più appropriata, nelle “scienze della vita”, che si fondano su conoscenze di biologia generale, genetica, biochimica, biofisica, fisiologia, nutrizione, farmacologia, bioinformatica, ecologia e scienze dell’ambiente, agronomia e scienze agrarie, zootecnia e scienze veterinarie. (…) La “rivoluzione verde” è stata, specialmente con le nuove varietà di frumento, mais, riso, leguminose e con appropriate tecnologie di nutrizione idrica e minerale delle piante, un evento nella storia dell’uomo paragonabile alle grandi scoperte della fisica, della medicina, dell’energia, della informazione, dell’astronomia,della biologia. (…) Occorre oggi una “seconda rivoluzione verde”, una rivoluzione sempreverde.Ed è positivo che l’avanzamento delle scienze per l’agricoltura sia stato notevole negli ultimi decenni del secolo scorso ed offra conoscenze scientifiche e procedimenti agrotecnologici che, uniti all’utilizzazione sempre più perspicace ed appropriata alle realtà ed esperienze locali, possono dare un ulteriore impulso ad un’intensificazione durevole del settore agroalimentare, e quindi alla soluzione dei problemi dell’agricoltura su scala mondiale”.
Mauro Mandrioli
Riferimento bibliografico:
Bebber D, Holmes T, Gurr S (2014) The global spread of crop
pests and pathogens. Global Ecology and Biogeography, in stampa.
Biologo e genetista all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove studia le basi molecolari dell’evoluzione biologica con particolare riferimento alla citogenetica e alla simbiosi. Insegna genetica generale, molecolare e microbica nei corsi di laurea in biologia e biotecnologie. Ha pubblicato più di centosessanta articoli su riviste nazionali internazionali e tenuto numerose conferenze nelle scuole. Nel 2020 ha pubblicato per Zanichelli il libro Nove miliardi a tavola- Droni, big data e genomica per l’agricoltura 4.0. Coordina il progetto More Books dedicato alla pubblicazione di articoli e libri relativi alla teoria dell’evoluzione tra fine Ottocento e inizio Novecento in Italia.