La saga dell’Hobbit continua
Non microcefalia, ma cretinismo endemico: un nuovo studio suggerisce un’ulteriore ipotesi per l’uomo di Flores, detto anche hobbit
Fin dal giorno della sua scoperta nel 2003, la vicenda dell’Homo floresiensis, conosciuto anche come Hobbit, è stata segnata da continue conferme e smentite riguardo il suo status di specie a parte nel cespuglio evolutivo del genere Homo. La controversia, giocata a colpi di pubblicazioni, coinvolge coloro che ritengono l’autenticità di questa specie, come risultato di un processo di riduzione della taglia corporea a partire da antenati Homo erectus, e chi invece crede che si tratti di un individuo di Homo sapiens affetto da qualche forma patologica che ne ha impedito il corretto sviluppo corporeo. In particolare, una teoria molto accreditata sostiene che l’Hobbit sia un uomo moderno affetto da microcefalia.
Sulle pagine della rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, viene proposta una suggestiva alternativa a quest’ultima visione. I resti rinvenuti nell’isola indonesiana di Flores non sarebbero appartenuti ad un Homo sapiens che soffriva di microcefalia, bensì di un’altra patologia che tende a ridurre le dimensioni corporee: il cretinismo endemico. Questa malattia è una deficienza irreversibile nello sviluppo del cervello umano, che si accompagna ad alcuni altri tratti distintivi, tra cui nanismo e malformazione delle ossa e delle articolazioni. Il cretinismo endemico si sviluppa in generale nel feto o nella fase immediatamente postnatale a causa di una grave carenza di iodio nell’alimentazione, che a sua volta comporta una insufficienza tiroidea (ipotiroidismo).
Sono proprio alcune caratteristiche tipiche di questa patologia che un gruppo di ricercatori della RMIT University di Melbourne sostiene di aver rinvenuto nel fossile dell’Hobbit, denominato LB1. Oltre alla taglia di circa un metro e alla ridotta capacità cranica, LB1 manifesta la fossa ipofisaria allargata, i premolari inferiori dotati di due radici e la conformazione dell’articolazione del polso che sono in accordo con questa nuova ipotesi.
La morfologia corporea dell’uomo di Flores sarebbe dunque stata causata da una carenza di iodio nell’alimentazione della madre, una Homo sapiens, durante la gravidanza, combinata con altri fattori ambientali che hanno interferito sulla dieta.
Questa ulteriore ipotesi che si aggiunge alle altre avrà messo la parola fine alla tanto intricata quanto affascinante vicenda dell’Hobbit oppure si aggiungeranno nuove e controverse pagine in questa saga interminabile?
L’articolo “Are the small human-like fossils found on Flores human endemic cretins?” è liberamente disponibile online.
Altri articoli di Pikaia sull’argomento:
Il mistero dell’Hobbit, notizia del 01/02/2007
Lo Hobbit rimane solo nella nostra fantasia, notizia del 15/10/2006
Novità dal mondo degli Hobbit (Homo floresiensis), notizia del 25/06/2006
Riflessioni sull’Homo floresiensis, notizia del 05/03/2005
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.