Le origini? Un intricato cespuglio dove l’uomo (forse) è un eccezione
Sul Corriere un articolo di T.Pievani (“Le origini? Un intricato cespuglio dove l’uomo (forse) è un eccezione”) sulle ultime novità uscite (Australopithecus sediba e uomo di Denisova) rovistando nel cespuglio di specie in cui si nasconde il mistero della comparsa delle diverse fasi evolutive che hanno via via selezionato le novità che si sono accumulate nelle lunghissime fasi precedenti alla comparsa […]
Sul Corriere un articolo di T.Pievani (“Le origini? Un intricato cespuglio dove l’uomo (forse) è un eccezione”) sulle ultime novità uscite (Australopithecus sediba e uomo di Denisova) rovistando nel cespuglio di specie in cui si nasconde il mistero della comparsa delle diverse fasi evolutive che hanno via via selezionato le novità che si sono accumulate nelle lunghissime fasi precedenti alla comparsa della nostra specie, circa 200.000 anni fa.
Le conoscenze attuali dimostrano come sia ben difficile intuire, nella varietà di forme di generi e specie diverse che convivevano circa 2 milioni di anni fa, quali possano essere quelle che sopravviveranno.
Non dimentichiamo infatti che già allora esistevano, nelle stesse zone e da centinaia di migliaia di anni, forme che i paleoantropologi GIA’ attribuivano al genere Homo. Erano quindi ancora forme diverse, e non è ancora chiaro se fossero in continua competizione fra di loro, o ben conviventi in quanto adattate a nicchie ecologiche e ambienti diversi.
Tratto da L’antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti
Le conoscenze attuali dimostrano come sia ben difficile intuire, nella varietà di forme di generi e specie diverse che convivevano circa 2 milioni di anni fa, quali possano essere quelle che sopravviveranno.
Non dimentichiamo infatti che già allora esistevano, nelle stesse zone e da centinaia di migliaia di anni, forme che i paleoantropologi GIA’ attribuivano al genere Homo. Erano quindi ancora forme diverse, e non è ancora chiaro se fossero in continua competizione fra di loro, o ben conviventi in quanto adattate a nicchie ecologiche e ambienti diversi.
Tratto da L’antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti