La lotta contro le piante invasive in Italia: un approccio innovativo per salvaguardare la biodiversità

Nelumbo nucifera pianta invasiva

Una ricerca italiana rivoluziona il metodo di gestione delle specie aliene invasive, unendo scienza, tecnologia e impegno istituzionale

In un contesto in cui la biodiversità italiana è sempre più minacciata dall’espansione delle specie vegetali aliene, un team di ricercatori italiani ha messo a punto un modello innovativo per guidare le azioni di gestione contro le piante invasive. Lo studio, pubblicato nel 2024 sulla rivista Ecological Indicators, è frutto della collaborazione di esperti di diversi atenei e il supporto del National Biodiversity Future Center.

La ricerca nasce dalla necessità di rispondere a una sfida ambientale: contrastare il proliferare di specie non autoctone che, invadendo nuovi territori, possono compromettere gli ecosistemi locali. Quando queste specie diventano invasive, infatti, alterano la composizione della flora e comportano costi economici e rischi per la salute pubblica. Il quadro normativo europeo, con la Strategia per la Biodiversità 2030, richiede infatti interventi tempestivi e mirati per ridurre del 50% le specie native in lista rossa che sono dalle piante aliene invasive.

Il team ha adottato un approccio multidisciplinare che integra il know-how degli esperti con modelli di distribuzione delle specie (SDMs) e tecniche statistiche avanzate. Sono state elaborate mappe che illustrano la “densità di idoneità climatica” per 36 specie non ancora regolamentate in Italia. Queste mappe, che considerano sia la situazione attuale sia scenari climatici futuri basati sui Shared Socioeconomic Pathways (SSP, cioè “percorsi socioeconomici condivisi”) consentono di prevedere l’espansione delle specie invasive nei prossimi decenni.

Nella terza puntata della nostra serie La biodiversità al centro, la ricercatrice Cristina Cipriano ci ha parlato dei modelli di distribuzione delle specie che utilizza per lo studio delle foreste.

Il procedimento sviluppato dai ricercatori si articola in più fasi. Inizialmente, esperti della Società Botanica Italiana hanno selezionato le specie in base a criteri rigorosi: presenza documentata sul territorio, potenziale comportamento invasivo e impatti negativi sulla biodiversità. Successivamente le specie sono state suddivise in categorie operative, che distinguono tra specie da eradicare, da controllare e contenere e da monitorare, in base alla loro diffusione e al rischio di invasione. Come ha spiegato la professoressa Iduna Arduini, botanica all’Università di Pisa e tra le autrici della ricerca:

“Fortunatamente, non tutte le specie aliene diventano invasive. Ad esempio, delle 1597 specie vegetali aliene censite in Italia, soltanto il 14% circa ha manifestato un comportamento invasivo. Diventa perciò di cruciale importanza individuare quelle su cui indirizzare le azioni di eradicazione, controllo o semplice monitoraggio. Gli interventi di eradicazione sono raccomandati per le specie potenzialmente invasive ma non ancora ampiamente diffuse. Tra queste compaiono Nelumbo nucifera (fior di loto) e Phyllostachys aurea (bambù dorato) entrambe specie ornamentali il cui rilascio nell’ambiente deve essere assolutamente evitato sia sotto forma di semi che frammenti”

Prioritizing management actions for invasive non-native plants through expert-based knowledge and species distribution models

Questo modello, sviluppato in un periodo critico segnato dall’accelerazione delle specie invasive a causa dei cambiamenti climatici e della globalizzazione, offre alle istituzioni uno strumento predittivo e replicabile. Grazie all’integrazione di dati attuali e proiezioni future, il metodo permette di indirizzare in modo mirato le risorse, intervenendo tempestivamente nelle aree a maggiore rischio.

Finanziato nell’ambito del programma NextGenerationEU, rappresenta un esempio virtuoso di come la collaborazione tra scienza e politica possa tradursi in interventi efficaci per la salvaguardia del patrimonio naturale italiano e, potenzialmente, di altre aree europee.

Riferimenti:

Lozano, V., Marzialetti, F., Acosta, A. T. R., Arduini, I., Bacchetta, G., Domina, G., …Brundu, G. (2024). Prioritizing management actions for invasive non-native plants through expert-based knowledge and species distribution models. Ecol. Indic., 166, 112279. doi: 10.1016/j.ecolind.2024.112279

Fonti: “Science for Environment Policy”: European Commission DG Environment News Alert Service, edited by the Science Communication Unit, The University of the West of England, Bristol. Retrieved from https://environment.ec.europa.eu/news/invasive-plants-new-study-indicates-how-prioritise-species-management-2025-01-16_en; comunicato stampa dell’Università di Pisa

Immagine in apertura: frutto di Nelumbo nucifera (fior di loto)