I predatori d’Italia: il dialogo con la natura ci aiuta a comprendere noi stessi
Filippo Zibordi è un esperto naturalista e un divulgatore scientifico. Nel suo libro “L’uomo e l’orso possono convivere?” (Dedalo, 2023) riflette su come la convivenza precaria tra l’uomo e i predatori sia solo il punto di partenza per conoscere, comprendere e preservare il sottile equilibrio dinamico della biodiversità che ci circonda.
Titolo: L’uomo e l’orso possono convivere? Cosa ci insegnano il lupo, la volpe e gli altri predatori in un mondo che cambia
Autore: Filippo Zibordi
Prefazione di: Emanuele Biagi
Editore: Dedalo
Anno di pubblicazione: 2023
Numero di pagine: 192
Codice ISBN: 978 – 88 – 220 – 6349 – 6
La domanda da porsi dunque è: la convivenza con i lupi famelici, le volpi ubiquitarie e gli eccentrici tassi è davvero possibile? Quanto conta la presenza o l’assenza di un orso in un mondo in continuo cambiamento e rinnovamento? Gli habitat, gli ecosistemi e le stesse comunità umane si reggono su un fragile e precario equilibrio ed è quindi necessario e imperativo aprire un dialogo per affrontare la conservazione e la salvaguardia della biodiversità non solo delle “terre alte”, ma di tutto il pianeta. L’uomo avanza e gli animali arretrano, qual è il nostro ruolo nello spazio vitale che chiamiamo Terra?
“Le dinamiche della natura si mischiano sovente con la storia dell’uomo, influenzandosi a vicenda”È così che in L’uomo e l’orso possono convivere? (Dedalo, 2023) il naturalista trentino Filippo Zibordi racconta cosa significhi fare parte di un mondo vitale, viscerale e finemente coordinato come quello naturale. I protagonisti delle sue pagine, dai piccoli ermellini alla furba volpe, dal simpatico tasso al grande orso, sono sempre stati nostri preziosi ed essenziali compagni di viaggio. Molto spesso e senza nemmeno farlo apposta, risultano invisibili ai non avvezzi a temi di conservazione e salvaguardia del mondo naturale e vengono, addirittura, definiti dagli stessi scienziati che li studiano dei veri e propri fantasmi della biodiversità terrestre. La giustificata diffidenza di una lince, la forte territorialità di un lupo, la costante ingenua ricerca di cibo di una volpe e la curiosità di un orso, uniti alla crudeltà tipica dei competitori umani, ai timori e ai pregiudizi nei confronti del selvatico, costringono, spesso e volentieri, questi animali a una vera e propria ritirata. Spinti ai margini dei boschi o al limite delle città tanto ipnotiche quanto pericolose, diventano figure bivalenti, caratterizzate da una posizione contraddittoria all’interno di una “realtà che ha perso le proprie coordinate”. Inermi davanti allo sconvolgimento umano dei propri mosaici ecosistemici, nel corso del tempo i predatori non solo si sono trovati davanti a una sostanziale distorsione del proprio mondo, ma anche alla sfida che tutte le specie, sia animali che vegetali, si trovano a fronteggiare, da sempre, tutti i giorni: il loro dovere di sopravvivere e, sopratutto, di continuare a vivere!
“Ebbene sì, possiamo trovare un ruolo a ogni specie vivente, addirittura una motivazione estetica e culturale per la conservazione di una specie, e di conseguenza provare a valutare quanto costerebbe pagare per ottenere il beneficio che oggi l’umanità acquisisce, in modo gratuito, dalla specie stessa, o meglio dagli ecosistemi a cui le specie appartengono”L’uomo e l’orso possono convivere? è più un diario di bordo di un naturalista appassionato che un vero e proprio manuale. Alternando ricordi personali di incontri con gli abitanti dei boschi con le nozioni tecniche di chi si occupa di biodiversità, è proprio questo che l’autore cerca di far capire a noi lettori e, magari, anche ai naturalisti in erba che decideranno di intraprendere questa lettura. Per giustificare e sopratutto garantire la sopravvivenza di una specie, non è solamente necessario domandarsi a quanto ammonti il suo valore soggettivo o quanti siano i profitti da essa riscuotibili nel breve termine. Per prima cosa, serve infatti prendere coscienza del fatto che privandoci anche solo di una specie considerata da noi “antagonista”, non ci stiamo solamente disfacendo di qualcosa che ha perso la sua utilità, ma stiamo attivamente e, più o meno, consapevolmente, eliminando un pezzo del mosaico naturale di cui noi stessi facciamo parte (e da cui dipendiamo).
La domanda da porsi dunque è: la convivenza con i lupi famelici, le volpi ubiquitarie e gli eccentrici tassi è davvero possibile? Quanto conta la presenza o l’assenza di un orso in un mondo in continuo cambiamento e rinnovamento? Gli habitat, gli ecosistemi e le stesse comunità umane si reggono su un fragile e precario equilibrio ed è quindi necessario e imperativo aprire un dialogo per affrontare la conservazione e la salvaguardia della biodiversità non solo delle “terre alte”, ma di tutto il pianeta. L’uomo avanza e gli animali arretrano, qual è il nostro ruolo nello spazio vitale che chiamiamo Terra?
“Finché la conoscenza della biodiversità sarà così scarsa da far pensare all’opinione pubblica che la natura si possa regolare da sé anche in contesti antropizzati, come quelli alpini e appenninici – una natura dove vivono animali selvatici buoni come dei peluche e animali cattivi, inutili e nocivi – non riusciremo a gestire le complesse dinamiche che caratterizzano la conservazione del nostro mondo”Zibordi utilizza il linguaggio di chi sul campo c’è stato, di chi ama la vita che ha scelto di intraprendere e di chi cerca di conciliare il “mondo a misura d’uomo” con il “mondo nascosto degli animali”. Racconta come abbia messo in campo tutte le risorse possibili per preservare quella che per noi tutti (compresi gli animali protagonisti del libro), è “casa”. In questo ambito, l’autore ha lavorato per tredici anni al parco di Adamello Brenta partecipando e promuovendo i progetti di reintroduzione dell’orso in Trentino e ora, oltre a dedicarsi alla docenza, si occupa di progetti di salvaguardia sulle Alpi e nel sud del mondo.
“Fortunatamente, nel corso della mia vita ho imparato che i pericoli reali risiedono nei luoghi frequentati dalle persone, non nei boschi”In un dialogo vitale e propulsivo, il libro porta alla scoperta delle peculiari e singolari connessioni che intercorrono tra i piccoli e grandi predatori d’Italia, spingendosi anche lontano dalla nostra penisola. Partendo dagli ermellini, passando per gli sciacalli e arrivando agli orsi, l’autore tocca temi di attualità quali cambiamento climatico, urbanizzazione e gestioni transnazionali messe in atto dagli stati EU per la biodiversità delle “terre alte”. Tra le pagine stampate su carta amica delle foreste, il lettore trova spunti e riflessioni per guardare alla propria realtà con occhi diversi e capire che, sul pianeta Terra, non siamo soli, ma con noi convivono realtà nascoste e anche molto distanti.
“Non è possibile, né auspicabile, pensare di separare i due mondi – da una parte animali apparati in una wilderness dove l’uomo non ho il diritto di ingresso, dall’altra uomini padroni del restante territorio, precluso ai predatori – la soluzione risiede nella coesistenza, ossia nel porre dei “limiti”. A entrambe le parti.”In conclusione, certo non per importanza, per i lettori interessati ad approfondire le tematiche trattate in questo libro, è degna di nota la bibliografia proposta nelle ultime pagine. L’autore riporta, per ogni capitolo, tutte le ricerche e gli articoli citati in modo chiaro e riassuntivo. In ultimo, per gli avvezzi alle informazioni in formato digitale, i QR codes inseriti a bordo pagina riportano esplicativi, e utili, inserti video supplementari.
Laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli studi di Pavia, si iscrive al corso di laurea magistrale in Biodiversità ed Evoluzione Biologica alla Statale di Milano. Amante del mare e della fotografia è da sempre appassionata di letteratura e divulgazione scientifica.