La mano del clima e la mano dell’uomo – I grandi mammiferi estinti dell’Insubria in mostra a Lugano

A5 Locandina La mano del clima e la mano dell uomo

Negli spazi del Museo cantonale di storia naturale a Lugano è aperta al pubblico la mostra “La mano del clima e la mano dell’uomo – I grandi mammiferi estinti dell’Insubria”

La mostra illustra le variazioni climatiche degli ultimi 200’000 anni attraverso i fossili dei grandi mammiferi che abitarono l’area padana e quella dei grandi laghi prealpini (Insubria) durante i periodi glaciali e i periodi interglaciali. Si tratta di un’alternanza di specie diverse, adattate le une ai climi freddi (bisonti, cervi giganti, alci, mammut), le altre ai climi caldi e temperati (rinoceronti, ippopotami, uri, cavalli).

L’esposizione si sviluppa su un’area di 100 metri quadri. Oltre ai pannelli didascalici con la descrizione delle varie specie delle quali sono esposti i fossili autentici, la mostra consta di pannelli di grande formato che guidano il visitatore nel tempo. Il lightbox collocato a metà del percorso espositivo in una posizione preminente tratta dell’avvento di Homo sapiens e funge da spartiacque tra il prima e il dopo la presenza umana sulla Terra. Espone un manufatto dell’Età del Rame, che ha un grande significato simbolico: un’ascia in osso, realizzata tagliando e perforando con precisione un palco di cervo. La mostra si chiude con un messaggio importante per il presente e il futuro della nostra stessa esistenza: stiamo vivendo la sesta estinzione di massa e sta a noi cercare di evitarla. In tal modo il visitatore riceverà un forte take home message, che lo renderà consapevole del fatto che i cambiamenti climatici toccano la vita presente di tutti noi.

Reperti fossili esposti

La mostra espone una selezione di fossili prestati dal Museo di Storia Naturale di Milano provenienti per la maggior parte dai depositi alluvionali del Po e dai suoi affluenti sudalpini, come pure alcuni reperti di orso delle caverne del Museo cantonale di storia naturale di Lugano. Molte di queste specie si sono estinte negli ultimi millenni con l’avvento dell’uomo moderno a causa della caccia, dei processi di domesticazione di alcune specie e delle massicce trasformazioni dell’ambiente naturale.

Nella primissima parte del percorso trovano posto le specie riferibili al Penultimo Interglaciale: una fauna di clima temperato comprendente l’ippopotamo Hippopotamus amphibius, il rinoceronte di Merck Stephanorhinus kirchbergensis, nonché i primi esemplari di uro.

Seguono le forme che, ben adattate al freddo, sopravvissero all’Ultima Glaciazione fino all’avvento massiccio dell’uomo, come l’alce Alces alces, il bisonte delle steppe Bison priscus, il mammut Mammuthus primigenius, il cervo megacero Megaloceros giganteus, il rinoceronte delle steppe Stephanorhinus hemitoechus e l’orso delle caverne Ursus spelaeus. Con l’arretramento dei ghiacciai nel Tardoglaciale e lo sviluppo della vegetazione nell’Olocene, si entra nella seconda parte del percorso: ricompaiono boschi e praterie, stavolta popolati da cervi Cervus elaphus, buoi Bos taurus e cavalli selvatici Equus caballus. Questi animali furono in parte cacciati e in parte addomesticati dall’uomo; il quale diventerà nei tempi più recenti il principale artefice dei cambiamenti climatici in atto.

Iconografia

A corredo dei reperti fossili, al fine di dare maggiore appeal alla mostra e integrare i testi esplicativi, sono esposti disegni anatomici semplificati che spiegano, per ogni teca, quale parte scheletrica è presente; ricostruzioni paleoartistiche delle specie più iconiche; fotografie dei luoghi di rinvenimento dei fossili esposti e di ambienti attuali simili a quelli descritti (tundra, taiga, steppa, savana, foresta temperata), come pure diagrammi animati e non.

Il percorso espositivo termina con un messaggio: la mano dell’uomo si è spinta troppo in là e sta provocando sconvolgimenti ambientali a scala globale, di cui i cambiamenti climatici odierni sono un esempio eloquente. Le trasformazioni in atto stanno avvenendo troppo rapidamente rispetto ai tempi della natura e sono tali da innescare quella che è stata definita la sesta estinzione di massa nella storia del nostro pianeta.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Milano (curatela) e con il Dipartimento ambiente costruzione e design della SUPSI (progetto di allestimento) nel quadro degli eventi promossi dal Festival diffuso L’Uomo e il Clima uomoeclima.org.

COME RAGGIUNGERE LA MOSTRA

Museo cantonale di storia naturale Viale Carlo Cattaneo 4 – 6900 Lugano www.tich/mcsn

Orari apertura:

martedì a sabato ore 9 >12 e 14>17 Chiuso nei giorni festivi

Entrata Libera

Fonte: cartella stampa