Not so Fast and Furious
Le lunghe zampe dei dinosauri carnivori non sono necessariamente associate a una maggiore velocità, specialmente nei predatori più grandi, molto più maratoneti che centometristi
Da molti anni ormai è in corso un dibattito sull’effettiva velocità dei dinosauri. Il più analizzato è, chiaramente, Tyrannosaurus rex, ma la questione non è limitata a lui. Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Plos One, suggerisce che le lunghe zampe dei dinosauri carnivori si siano evolute non per promuovere elevate velocità nella corsa, ma per conservare energia sulle lunghe distanze. Come passare dai 100 metri alla maratona.
Immaginare che i giganti dai denti aguzzi fossero in grado di muoversi a velocità pazzesche, come in Jurassic Park, aumenta la loro aura di pericolo e il loro fascino. Le lunghe zampe che caratterizzavano i teropodi, il gruppo cui appartenevano molti dei più famosi dinosauri predatori, sono state a lungo interpretate come un adattamento alla corsa. Ma correre non è soltanto raggiungere velocità elevate: infatti, bisogna tener conto anche della resistenza e del consumo energetico, soprattutto quando si è un super predatore pesante alcune tonnellate.
Per questa ricerca sono state analizzate 71 specie diverse di dinosauri teropodi di tutte le dimensioni, da quelli molto piccoli come Compsognathus longipes, delle dimensioni di un pollo, fino ai giganti pesanti diverse tonnellate come Tyrannosaurus rex. Informazioni sulla lunghezza degli arti posteriori e la loro massa corporea sono stati raccolte e analizzate tramite formule matematiche in modo da poterne calcolare velocità massima e consumo energetico.
Quello che ne è risultato è che, per i teropodi al di sotto di circa 1000 Kg di peso, la maggior lunghezza delle zampe significava effettivamente una maggior velocità. D’altronde le loro prede erano di dimensioni relativamente piccole, e quindi poter effettuare dei brevi scatti ad alta velocità doveva essere la strategia migliore per portare a casa la cena. Per i predatori più grandi e pesanti però la storia è diversa. Al di sopra della soglia della tonnellata, le gambe lunghe, progressivamente, non aiutano a raggiungere velocità elevate, ma a mantenere con efficienza un passo moderato. Un adattamento che ha molto senso se ci si pensa: un grande carnivoro doveva muoversi moltissimo per trovare il cibo, consumando di conseguenza molta energia. Alle impressionanti dimensioni cui potevano arrivare i teropodi di dimensioni maggiori, mantenere un bilancio energetico positivo era essenziale ma tutt’altro che semplice. I grandi carnivori quindi non sarebbero stati più veloci delle loro prede, dotate di zampe più corte e tozze, ma sarebbero riusciti a mantenere la stessa velocità più lungo e con meno fatica, riuscendo infine a ottenere dal pasto più energia di quella spesa per ottenerla.
Riferimenti:
T. Alexander Dececchi, Aleksandra M. Mloszewska, Thomas R. Holtz, Michael B. Habib, Hans C. E. Larsson. The fast and the frugal: Divergent locomotory strategies drive limb lengthening in theropod dinosaurs. PLOS ONE, 2020; 15 (5): e0223698 DOI: 10.1371/journal.pone.0223698
Riferimenti immagine: Illustration by Julius Csotonyi
Immaginare che i giganti dai denti aguzzi fossero in grado di muoversi a velocità pazzesche, come in Jurassic Park, aumenta la loro aura di pericolo e il loro fascino. Le lunghe zampe che caratterizzavano i teropodi, il gruppo cui appartenevano molti dei più famosi dinosauri predatori, sono state a lungo interpretate come un adattamento alla corsa. Ma correre non è soltanto raggiungere velocità elevate: infatti, bisogna tener conto anche della resistenza e del consumo energetico, soprattutto quando si è un super predatore pesante alcune tonnellate.
Per questa ricerca sono state analizzate 71 specie diverse di dinosauri teropodi di tutte le dimensioni, da quelli molto piccoli come Compsognathus longipes, delle dimensioni di un pollo, fino ai giganti pesanti diverse tonnellate come Tyrannosaurus rex. Informazioni sulla lunghezza degli arti posteriori e la loro massa corporea sono stati raccolte e analizzate tramite formule matematiche in modo da poterne calcolare velocità massima e consumo energetico.
Quello che ne è risultato è che, per i teropodi al di sotto di circa 1000 Kg di peso, la maggior lunghezza delle zampe significava effettivamente una maggior velocità. D’altronde le loro prede erano di dimensioni relativamente piccole, e quindi poter effettuare dei brevi scatti ad alta velocità doveva essere la strategia migliore per portare a casa la cena. Per i predatori più grandi e pesanti però la storia è diversa. Al di sopra della soglia della tonnellata, le gambe lunghe, progressivamente, non aiutano a raggiungere velocità elevate, ma a mantenere con efficienza un passo moderato. Un adattamento che ha molto senso se ci si pensa: un grande carnivoro doveva muoversi moltissimo per trovare il cibo, consumando di conseguenza molta energia. Alle impressionanti dimensioni cui potevano arrivare i teropodi di dimensioni maggiori, mantenere un bilancio energetico positivo era essenziale ma tutt’altro che semplice. I grandi carnivori quindi non sarebbero stati più veloci delle loro prede, dotate di zampe più corte e tozze, ma sarebbero riusciti a mantenere la stessa velocità più lungo e con meno fatica, riuscendo infine a ottenere dal pasto più energia di quella spesa per ottenerla.
Riferimenti:
T. Alexander Dececchi, Aleksandra M. Mloszewska, Thomas R. Holtz, Michael B. Habib, Hans C. E. Larsson. The fast and the frugal: Divergent locomotory strategies drive limb lengthening in theropod dinosaurs. PLOS ONE, 2020; 15 (5): e0223698 DOI: 10.1371/journal.pone.0223698
Riferimenti immagine: Illustration by Julius Csotonyi
Dopo la laurea magistrale in Quaternario, Preistoria e Archeologia, conseguita presso l’Università di Ferrara, si iscrive al master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza, grazie al quale inizia a collaborare con Pikaia. Con l’intenzione di continuare la divulgazione della scienza, in particolare della paleontologia, ha partecipato alla fondazione dell’associazione La Lampada delle Scienze.