Trovato in Brasile il più antico indiscusso fossile di formica: è una formica infernale!

Ritrovato in Brasile il più antico fossile di formica infernale: un aiuto preziosissimo per ricostruire la filogenesi della famiglia Formicidae!
La sottofamiglia Haidomyrmecinae (chiamate Hell Ants, o formiche infernali), vissuta durante il Cretaceo, è una delle più interessanti tra tutti i gruppi di formiche mai esistiti sul nostro pianeta. Le formiche infernali si sono infatti distinte per le loro strane e prominenti mandibole a forma di falce, puntate verso l’alto (e non orizzontalmente come le formiche moderne): si pensa se ne servissero per l’arrampicata, per “impalare” le prede e per raccogliere la melata dagli alberi. Questa distintiva morfologia mandibolare le avrebbe rese dei top predators delle loro nicchie ecologiche e quindi importanti protagonisti del loro tempo.
Una ricerca condotta da Anderson Lepeco dell’Università di São Paulo e recentemente pubblicata su Current Biology, riporta la scoperta del più antico indiscusso fossile di formica finora mai ritrovato, risalente a circa 113 milioni di anni, durante il Cretaceo inferiore, ed è proprio un esemplare di formica infernale!
La “Crato Formation” e la collezione del museo
Il fossile è stato rinvenuto da alcuni lavoratori locali nella “Crato Formation”, una formazione geologica nell’altopiano Araripe (in particolare nell’Araripe Basin), risalente all’Aptiano (dai 121 ai 113 milioni di anni fa), un periodo del Cretaceo inferiore. Questa formazione prende il nome dalla città di Crato, situata nel Nord – Est del Brasile, ed è un importante sito paleontologico che ha permesso la conservazione di numerosissimi esemplari di fauna fossile nei suoi strati di calcare litografico, tra cui proprio la nostra formica infernale.

Attualmente, il fossile è inserito nella collezione entomologica del Museo di Zoologia dell’Università di São Paulo ma qualche anno fa, fino al 2020, era parte della collezione privata di Maria Aparecida Vulcano, un’entomologa brasiliana che nel corso della sua vita ha raccolto numerosi resti paleontologici della formazione di Crato. Alla morte della scienziata, la sua famiglia ha però donato la sua collezione privata al museo e ciò ha permesso numerosissime scoperte nell’ambito paleo – entomologico, tra cui il più antico fossile di formica mai ritrovato.
Il fossile
L’esemplare, risalente al Cretaceo inferiore (113 milioni di anni fa), è stato preservato come impressione nella roccia calcarea della formazione di Crato. La formica è di sesso femminile e misura ben 13,5 mm in lunghezza. Gli occhi sono composti e sporgenti, quasi circolari. Le zampe sono sottili e allungate, così come le ali che sono ampie e con uno schema di venature molto intricato.
Da un punto di vista sistematico, la specie fossile ritrovata appartiene alla famiglia Formicidae e al genere Vulcanidris: la specie si chiama Vulcanidris cratensis proprio perché deriva dalla collezione dell’entomologa M. A. Vulcano ed è stata ritrovata proprio nella “Crato Formation”.
Tramite la tomografia micro-computerizzata i ricercatori hanno ottenuto una panoramica dettagliata della morfologia più che unica di questo esemplare: la tecnica permette infatti di avere una ricostruzione 3D di V. cratensis. L’imaging ha rivelato grosse mandibole con le estremità rivolte dorsalmente: esse permettevano una grossa capacità di movimento e quindi probabilmente donavano alle specie antiche capacità predatorie. La scoperta di questo fossile ha permesso quindi di stabilire con buona approssimazione che le formiche infernali, già nel Cretaceo, avessero evoluto attive strategie di predazione e che quindi ricoprissero un ruolo chiave nei loro ecosistemi
Che cosa testimonia V. cratensis?
Il fossile di V. cratensis rappresenta la più antica testimonianza delle formiche infernali nel Gondwana occidentale e il più antico indiscusso fossile di formica mai ritrovato! Per essere più precisi, i precedenti resti fossili di formiche infernali (o di specie molto vicino ad esse sull’albero evolutivo) ritrovati risalgono a 100 milioni di anni fa, quindi a ben 13 milioni di anni prima del fossile di V. cratensis, e sono stati rinvenuti in parti del globo molto distanti dal Brasile: alcuni in Francia (in ambre fossili Charentesi), alcuni in Myanmar (in ambre Burmesi fossili) e altri in Canada (in ambre Campaniane più recenti), questo a testimonianza dell’ampissima distribuzione geografica raggiunta dalle formiche infernali nel tempo.
Grazie a questa scoperta, si fortifica dunque l’ipotesi che le formiche fossero già ampiamente distribuite in tutto il mondo, già durante il Cretaceo, e che abbiano attraversato le masse continentali più volte, passando dalla Laurasia al Gondwana e poi dal Gondwana alla Laurasia. Inoltre, lo studio non solo restringe il gap di conoscenza che esiste tra le prime fasi di diversificazione delle formiche dal loro antenato comune (con api e vespe) ma rappresenta anche la più antica evidenza della presenza delle formiche durante il Cretaceo nella parte Ovest del Gondwana (e non solo in Laurasia!).
Riferimenti: Lepeco A, Meira OM, Matielo DM, Brandão CRF, Camacho GP. A hell ant from the Lower Cretaceous of Brazil. Curr Biol. 2025 May 5;35(9):2146-2153.e2. doi: 10.1016/j.cub.2025.03.023. Epub 2025 Apr 24. PMID: 40280133.
Immagine in apertura: dalla pubblicazione.

Laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli studi di Pavia, si iscrive al corso di laurea magistrale in Biodiversità ed Evoluzione Biologica alla Statale di Milano. Amante del mare e della fotografia è da sempre appassionata di letteratura e divulgazione scientifica.