“Ancora un po’”: come il mercato sfrutta la nostra biologia per farci consumare di più

Dal cibo ai social, il saggio di Nicklas Brendborg svela le strategie scientifiche dietro la dipendenza dai consumi e le possibili vie d’uscita
Titolo: Ancora un po’. Come la scienza manipola i nostri istinti e i nostri consumi
Autore: Nicklas Brendborg
Traduzione dal danese: di Francesco Peri
Editore: Sonzogno Venezia
Anno: 2025 (orig. 2023)
Pag.: 265
Pianeta. Da migliaia di anni. Molte specie animali si lasciano abbindolare dai superstimoli, noi compresi. Prendiamo il contemporaneo dilagare dell’obesità fra i sapiens, non vi è nulla di strano o misterioso: siamo mediamente molto ingrassati perché il cibo che compriamo è stato progettato con cura maniacale per indurci a mangiarne il più possibile. Le aziende specializzate sono sempre alla ricerca di nuovi sistemi per manipolare i meccanismi naturali che regolano l’appetito, cioè per incrementare i consumi. Fanno leva sul nostro debole per gli zuccheri, per i grassi, per il sale. Traggono partito dal nostro gusto per la varietà. Approfittano della tendenza all’escalation che ci spinge a ricercare stimoli sempre più intensi.
Nulla è lasciato al caso, perfino il colore, la consistenza e il suono che un cibo emette quando lo si mastica sono ottimizzati. Risultato netto: una crisi sanitaria globale che non risparmia neppure le regioni più isolate. Stesse dinamiche riguardano ovviamente i consumi per (poi) dimagrire, oppure quelli sessuali, di cannabis e droghe, di farmaci, di giochi (in particolare) d’azzardo, di make-up, soprattutto di social media nelle vite digitali. Si determinano consumi eccessivi anche considerando generi ed età, specificità e nicchie, le legislazioni legate e tutte le attività del tempo (potenzialmente) libero, compreso ormai l’intero mondo dello sport. C’è di che essere molto preoccupati, sia a livello sociale che a livello individuale, eppure forse la corsa al rialzo si può contenere, da una parte informandosi bene e costantemente, dall’altra coinvolgendo altri soggetti per agire sulle abitudini personali, infine disinnescando le basi stesse del meccanismo con tecnologie appropriate, norme generali e strumenti appositi.
Il giovanissimo biologo molecolare e ricercatore danese Nicklas Brendborg (giugno 1995, nemmeno trent’anni) è un ottimo divulgatore scientifico, già alla seconda opera di grande successo mondiale, la prima sulla longevità, la seconda ora sul circuito vizioso degli stimoli (al cervello, le discriminanti stanno lì!) a consumare sempre di più tutto ciò che ci ricompensa (forse) con il piacere. I diciassette capitoli sono distribuiti in quattro parti: Sole, palme e morte precoce; L’oro bianco; Una fame da coniglio; Salare e saltare (la prima); Buoni consigli dall’Amazzonia; Dagli esplosivi alle pillole dimagranti; Il sex appeal delle bottiglie (la seconda); Piacere chimico; Una menzogna da mezzo milione di vite umane; I segreti della dopamina (la terza); Proprio come in Matrix; Le nostre vite digitali; Un pesce piccolo in un grande stagno; Dalla cosmesi alla bomba atomica; Ideali pompati; Un piccolo uomo in un grande mondo.
La narrazione parte sempre da una ricerca di laboratorio, una piccola notizia di cronaca, una citazione, un aneddoto (in genere ripresi nel titoletto) per esplorare scientificamente perché, su cosa e come veniamo “naturalmente” indotti ad acquistare (o scrollare) facendo arricchire i privati che vendono (o offrono) subito, ben consigliati da consulenti esperti, consapevoli ma disinteressati rispetto alle conseguenze sanitarie e sociali, di breve e medio periodo. La storia evolutiva della nostra specie è spesso tenuta in considerazione (anche citando i consumi di isolate tribù preistoriche o viventi), secondo la concezione tradizionale dell’opposizione agricoltori e cacciatori-raccoglitori. Ogni capitolo ha anche mediamente un breve riquadro su argomento connesso ma laterale. La bibliografia è concentrata in fondo attraverso oltre una trentina di pagine distinte per capitolo. Frequenti sono i riferimenti a Italia e italiani, probabilmente adattando così le varie traduzioni. Ovviamente, migrazioni e diabete compaiono (correttamente) di tanto in tanto. L’indicazione è evitare ciò che ci dà dipendenza è spesso motivatamente un po’ rigida, pur se confina con il garbo non con il moralismo.

Valerio Calzolaio è giornalista e saggista. Già deputato per quattro legislature, dal 1996 al 2001 è stato sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, rappresentando il governo italiano ai principali appuntamenti ambientali internazionali (da Kyoto a l’Aja, da Nairobi a New York). Ha svolto per anni attività di consulente Onu per il segretariato della Convenzione per la lotta alla siccità e alla desertificazione. È stato professore a contratto di Diritto Costituzionale all’Università di Macerata. Ha pubblicato, con Telmo Pievani, Libertà di migrare (Einaudi, 2016), i suoi libri più recenti sono La specie meticcia (People, 2019), Migrazioni (Doppiavoce, 2019) e Isole carcere (Edizioni Gruppo Abele), 2022.