Tronchi e radici come tamburi, gli scimpanzé sono maestri del ritmo!

Gli scimpanzé suonano su radici e tronchi seguendo strutture ritmiche precise, che variano a seconda della regione di provenienza degli esemplari. Le analisi dei ricercatori su questi primati ci avvicinano alla comprensione dell’origine della musica di Homo sapiens
Abbiamo visto come le scimmie in Bolivia siano annoverate tra i più talentuosi yodellers, ma anche altri primati sono pronti a stupirci con la loro abilità musicale. Gli scimpanzé che vivono in Africa infatti sono batteristi professionisti, talvolta “suonano” persino accompagnando il loro tipico richiamo, detto pant-hoot e che per intenderci è simile all’urlo di Tarzan, con una ritmica da veri esperti. Questi animali, infatti, utilizzano le radici sporgenti degli alberi come percussioni su cui sbattono con mani e piedi per trasmettere segnali comunicativi. È impressionante come la risonanza del legno permetta una diffusione del suono tale da raggiungere anche un chilometro di distanza attraverso le foreste. I ricercatori della Sapienza Università di Roma, dell’Università di St. Andrews in Scozia e dell’Università di Vienna, si sono uniti per analizzare meglio le caratteristiche ritmiche delle performance di questi animali e i risultati del loro studio sono stati pubblicati su Current Biology.
Gli scimpanzé non “suonano” a caso
Nel dettaglio sono state registrate 371 esibizioni provenienti da undici comunità appartenenti a sei diverse popolazioni di scimpanzé di due sottospecie (Pan troglodytes schweinfurthii, Pan troglodytes verus) collocate sui versanti orientale e occidentale del continente africano. Le analisi acustiche e statistiche effettuate su queste tracce audio hanno portato gli scienziati alla conclusione che gli scimpanzé non suonino a caso, ma tamburellino con una ritmica ben definita, che è inoltre differente a seconda della regione di provenienza dell’esemplare. Osservando l’intervallo di tempo tra un colpo sul tronco e l’altro è stato infatti possibile notare che nei “brani” eseguiti degli esemplari delle comunità che vivono lungo la sponda occidentale i colpi vengono prodotti a intervalli di tempo pressoché identici, ovvero in maniera isocrona. Invece gli scimpanzè dell’Africa orientale inseriscono anche un’alternanza di intervalli temporali tra un colpo e l’altro più brevi e di più lunga durata in sequenze composte da tre o quattro colpi, con una minor presenza di isocronia.
Differenze ritmiche per essere social
È stato ipotizzato come l’ambiente circostante potesse influire sulla modalità di tambureggiamento, ma, confrontando le registrazioni delle diverse popolazioni, non sono state riscontrate differenze evidenti relative ad habitat diversi. La regionalizzazione invece potrebbe essere spiegata maggiormente dalle abitudini sociali di questi animali. Le femmine che vivono sul versante occidentale, infatti, sono più gregarie e si muovono più spesso all’interno del loro areale, mentre sul versante opposto gli animali sono più dispersi e meno coesi. Questi ultimi potrebbero quindi integrare i loro pant-hoot con sequenze meno regolari per facilitare il riconoscimento individuale a grandi distanze.
La musica dei primati può aiutarci per capire come si sia evoluta la musica umana
Le analisi statistiche sulle registrazioni hanno inoltre evidenziato come le sottospecie di scimpanzé utilizzino comunque gli stessi elementi costitutivi per produrre ritmi diversi. È interessante come si possa fare un parallelo con la musica umana, in cui le varie culture sono caratterizzate da produzioni musicali con schemi ritmici tipici partendo da una struttura di base comune. La ritmica dei brani realizzati da Homo Sapiens è differente rispetto a quella dei primati, contenendo un numero maggiore di colpi e ripetizioni in loop, ma l’approfondimento delle strutture temporali tipiche degli scimpanzé, può aiutare a comprendere gli elementi costitutivi che possono aver preceduto gli schemi ritmici tipici della musica umana.
Riferimenti:
Eleuteri, Vesta et al., “Chimpanzee drumming shows rhythmicity and subspecies variation”, proceedings of Current Biology, Volume 0, Issue 0, 09 May 2025 doi: 10.1016/j.cub.2025.04.019
Immagine: “Eastern Chimpanzee” by Rod Waddington, Attribution-ShareAlike License, via Wikimedia Commons

Sono laureata in Scienze biologiche presso l’Università degli Studi dell’Insubria. Ho iniziato raccontando la natura ai ragazzi in un parco vicino casa e ho frequentato il Master Fauna e HD, per specializzarmi nella comunicazione ambientale.