Se il pianeta è “In alto mare”…
Con “In alto mare” il giovane biologo torinese e bravo divulgatore scientifico Danilo Zagaria (Torino, 1987) racconta lo stato attuale del pianeta acquatico, in modo originale, scientifico e chiaro
E allora, almeno, salviamo ognuno subito ciò che ci sta a cuore: un piccolo parco cittadino dove correre o portare il cane, una qualsiasi specie vegetale o animale che ci piace, un’associazione che si occupa di pulire la spiaggia dai rifiuti, il fondale dove amiamo guardare sotto la superficie o fare immersioni, l’angolo di mondo (terrestre o marino) che frequentiamo. I grandi problemi ambientali, climate change in primis, sembrano forse quasi invisibili; per risolverli occorre prima di tutto immaginarli, studiarli e visitarli; lo fanno scienziati e scrittori, possiamo farlo tutti. Vediamone specificamente alcuni, causati dall’umanità, che hanno effetti nefasti sugli ecosistemi marini e gli organismi che li abitano: le plastiche che arrivano malamente al mare; la pesca eccessiva che altera equilibri delicati dell’infinito vivente; il riscaldamento e le altre minacce climatiche sulle terre e sulle acque che si estendono a nord del Circolo Polare, presente e futuro dell’Artico; l’accelerata trasformazione in corso dei mari, più alti caldi acidi (da cui il titolo). Nel suo libro “In alto mare” giovane biologo torinese e bravo divulgatore scientifico Danilo Zagaria (Torino, 1987) parte dalla tempesta che nel gennaio 1992 sull’Oceano Pacifico colpì una portacontainer diretta (dall’Asia) verso gli Stati Uniti, provocando la fuoriuscita di 28.000 animaletti colorati di plastica, per raccontare lo stato attuale del pianeta acquatico, in modo scientifico e chiaro. Quelle paperelle furono trovate in Alaska e in Australia, in Europa e un po’ ovunque; l’ecologia studia appunto le interazioni fra gli organismi viventi, fra fattori biotici e abiotici, fra le nostre potente azioni e gli effetti nel contesto ambientale mondiale; effetti ormai così grandi che l’epoca attuale della Terra viene definita Antropocene (da cui il sottotitolo).
L’interessante volume è distinto in quattro parti, una per ciascuno dei problemi ambientali citati. La narrazione procede in modo originale e costante: l’autore ci guida per il tramite di sintetiche recensioni di decine e decine di libri che trattano le varie materie, rendono possibile la concatenazione di analisi e spunti (lasciando poi alla finale “bibliografia ragionata” i riferimenti sintetici alle opere) e scandiscono la titolazione di paragrafi e capitoli (opportunamente non numerati). Perlopiù sono volumi usciti in Italia o tradotti in italiano, pubblicati negli ultimi due anni, pur se non mancano testi più antichi, fiction e no fiction (da Verne a Conan Doyle) o puntuali citazioni di documentari e film.
Valerio Calzolaio è giornalista e saggista. Già deputato per quattro legislature, dal 1996 al 2001 è stato sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, rappresentando il governo italiano ai principali appuntamenti ambientali internazionali (da Kyoto a l’Aja, da Nairobi a New York). Ha svolto per anni attività di consulente Onu per il segretariato della Convenzione per la lotta alla siccità e alla desertificazione. È stato professore a contratto di Diritto Costituzionale all’Università di Macerata. Ha pubblicato, con Telmo Pievani, Libertà di migrare (Einaudi, 2016), i suoi libri più recenti sono La specie meticcia (People, 2019), Migrazioni (Doppiavoce, 2019) e Isole carcere (Edizioni Gruppo Abele), 2022.