Un viaggio particolare dal fiume al mare: un’esposizione paleoantropologica all’insegna dell’inclusività

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A Roma una mostra permanente sulla preistoria dedicata ai non vedenti: un’occasione per riflettere su cultura e inclusività

Il 20 febbraio, presso il Museo Preistorico di Casal de’ Pazzi a Roma è stato inaugurato un percorso espositivo permanente pensato per essere accessibile anche alle persone con disabilità visive. I quindici pannelli illustrati in rilievo, con didascalie in braille, immaginano la giornata di un gruppo di Neanderthal seguendone lo svolgimento tra attività di caccia, esplorazione e socialità. Per saperne di più abbiamo deciso di intervistare Flavia Salomone, antropologa romana e divulgatrice scientifica freelance coinvolta nel progetto

Professoressa, cominciamo dall’inizio: com’è nata l’idea di questa mostra, e quali sono state le sfide maggiori nella sua realizzazione?

Il Museo, che fa parte del Sistema dei Musei Civici di Roma Capitale, ha ottenuto un piccolo contributo della Regione Lazio; quindi Edizioni Espera, che ha curato l’esposizione, mi ha coinvolto nella realizzazione di questo innovativo progetto comunicativo.

Il viaggio è stato l’espediente per raccontare la vita dei neandertaliani: una narrazione semplice, avvincente che potesse, come in un abbraccio, contenere il pubblico senza differenze di età, di cultura o di abilità cognitive. È nato così Un viaggio particolare dal fiume al mare, impreziosito dalle belle illustrazioni di Andrea Camiciola (Camič) e dall’ ottimo lavoro di Handy Systems Onlus, che le ha magistralmente rese tattili.

La sfida maggiore, e anche la più bella, vissuta insieme allo staff del Museo, è stata proprio quella di calarsi in una nuova dimensione. Era necessario sforzarsi per raccontare una storia comprensibile per tutti, una storia senza barriere, perché tutti riuscissero a vivere e a partecipare consapevolmente e attivamente alla sua missione: quella di conservare, condividere, narrare ed essere parte attiva della coscienza del territorio.

Un viaggio particolare dal fiume al mare
non è solo un percorso espositivo permanente ma è l’occasione per fare esperienza, per sperimentare nuove forme narrative in prima persona.

Nel più ampio panorama della divulgazione sui temi dell’evoluzione umana, qual è secondo lei il rilievo culturale di quest’esposizione?

È molto importante, per me, portare i temi dell’evoluzione umana a tutti: da sempre cerco di farlo creando un dialogo che non abbia confini e che sia un dialogo insieme, quindi condiviso con tutte le persone che incontro. Grazie al progetto di Un viaggio particolare dal fiume al mare ho avuto l’opportunità di collaborare con lo staff del Museo al raggiungimento di questo comune obiettivo. Proprio perché si tratta di un’esposizione rivolta a ogni genere di pubblico, diverse sono le possibilità di fruizione. Si può leggere e osservare, oppure percepire a occhi chiusi, attraverso le sensazioni che ci restituiscono le nostre mani, la storia narrata, per viverla così in una dimensione nuova. È l’occasione per sperimentare i nostri sensi e fare lentamente un percorso che permette di esaltare al massimo l’importanza di gesti e emozioni.

Una foto dall’inaugurazione del percorso “Un viaggio particolare dal fiume al mare”. Foto: Museo Preistorico di Casal De’ Pazzi

Una foto dall’inaugurazione del percorso “Un viaggio particolare dal fiume al mare”. Foto: Museo Preistorico di Casal De’ Pazzi

Raccontare chi siamo, da dove veniamo e perché siamo tutti meravigliosamente diversi è qualcosa a cui tengo molto. Sono convinta che in questa dimensione umanamente ‘globale’ del nostro tempo, in questo momento di profondi e drammatici conflitti, una riflessione sul senso dell’essere umani sia urgente. Nella mia attività di divulgatrice scientifica e di antropologa, evoluzione e diversità sono le parole più importanti che desidero trasmettere e condividere. In questo l’attività dei musei è quanto mai fondamentale e irrinunciabile.

Vorremmo concludere con una considerazione generale: cosa auspica per il futuro di questo progetto e di una divulgazione più inclusiva, e in quali direzioni bisognerebbe lavorare?

Per il futuro in generale, credo che sia necessario riscoprire la gioia di lavorare insieme. La forza dell’essere umani è in questo: condivisione, apertura e sostegno. Cultura ed educazione non possono avere confini o barriere di alcun tipo, e in questo il Museo di Casal de’ Pazzi è sempre in prima linea. Sono grata allo staff e a tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza.

L'esperta
Foto Flavia

Flavia Salomone

FLAVIA SALOMONE [Roma, 1965] vive e lavora a Roma. Biologa e antropologa fisica, dopo la laurea in Biologia a indirizzo Antropologico, si è dedicata alla ricerca nel campo della biologia delle popolazioni del passato, in modo particolare antichi romani, presso i laboratori di antropologia de ‘La Sapienza’ Università di Roma e del Museo Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma. Attualmente, membro dell’Istituto Italiano di Antropologia (IsItA) collabora con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Archeologici e con il Museo di Casal de’ Pazzi per il quale ha curato visite guidate, progetti di didattica sull’evoluzione umana in presenza e online e ultimamente è stata consulente scientifica per il nuovo percorso espositivo multisensoriale “Un viaggio particolare… Dal fiume al mare”. Si occupa di divulgazione anche attraverso le nuove tecnologie multimediali. Autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, ultimamente con Edizioni Espera ha pubblicato due testi divulgativi per ragazzi sull’evoluzione dell’uomo “C’era una volta Homo” e “Sulle tracce dei nostri antenati in Italia” scritto con Luca Bellucci e Giorgio Manzi, che hanno riscosso grande successo e il volume “Conversazioni sull’Origine dell’Uomo 150 anni dopo Darwin”. Di lei dicono che faccia parlare i fossili.


Articolo aggiornato alle ore 17:47 del 4/4/24.