Alla base del dimorfismo sessuale nelle mantidi orchidee

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La predazione sembra essere alla base delle grandi differenze tra maschi e femmine in questa specie di insetto. Le femmine avrebbero abbandonato forma e colori tipici di un mimetismo criptico e avrebbero cominciato a mimare l’aspetto dei fiori attirando così i grossi insetti impollinatori

Il dimorfismo sessuale, ossia la differenza morfologiche tra i tra maschi e femmine della stessa specie, è un fenomeno abbastanza comune tra gli insetti, ed è il risultato di pressioni selettive diverse per gli individui dei due sessi. In diverse specie, le femmine sono più grandi per motivi legati alla fertilità (le dimensioni corporee spesso riflettono il numero di uova prodotto), e sono più limitate nella mobilità, ragion per cui devono contare su tattiche mimetiche e ostentative per eludere i predatori; i maschi di queste specie sono invece più piccoli e mobili, così da essere in grado di volare e rintracciare le femmine con cui accoppiarsi.

Lo stesso vale anche per numerose specie di mantide (Famiglia Mantidae), con due notevoli eccezioni: Hymenopus coronatus (mantide orchidea) e Helvia cardinalis (mantide orchidea gialla). In queste due specie, le femmine non mostrano una colorazione criptica con la vegetazione circostante, ma hanno una vivace colorazione monocromatica (bianco-rosea per H. coronatus e bianco-giallastra per H. cardinalis) e presentano dei lobi foliacei negli arti intermedi e inferiori, che rassomigliano a dei petali di orchidea. Inoltre, mostrano un dimorfismo sessuale di taglia decisamente più pronunciato rispetto alle altre specie di mantidi.

Queste non sono le uniche caratteristiche che distinguono le mantidi orchidee dalle altre specie di mantidi. Contrariamente a quanto il nome comune suggerisce, le ninfe di H. coronatus non risiedono sulle orchidee, né mantengono alcuna associazione con esse o con alcuna pianta da fiore, ma si trovano principalmente sulle piante verdi. Gli autori di uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports hanno ricostruito le relazioni evolutive tra queste due mantidi orchidee e le specie imparentate. Il gruppo di ricerca afferisce al Museo di Storia Naturale di Cleveland, Ohio, con collaborazioni da centri di ricerca australiani e tedeschi, e ha condotto un’estesa analisi filogenetica delle specie in oggetto, integrandola con misurazioni delle dimensioni corporee anche da esemplari fossili, allo scopo di tracciare la distribuzione e le origini di questo particolare tipo di dimorfismo sessuale.

Secondo i ricercatori, dall’esame della letteratura sul comportamento e sulla morfologia delle mantidi, il gigantismo delle femmine di H. coronatus e H. cardinalis così come la loro colorazione sono il risultato di un processo evolutivo che le ha portate ad abbandonare una morfologia che ricorda quella delle piante verdi (in modo da mimetizzarsi tra la vegetazione) adottando invece un aspetto floreale e attirando in questo modo grandi insetti impollinatori per cibarsene. È stato infatti dimostrato che gli impollinatori di dimensioni medie e piccole modificano la frequenza con cui visitano i fiori a seconda del rischio percepito che vi siano dei predatori nei paraggi; gli impollinatori di grosse dimensioni, invece, non cambiano le proprie abitudini, poiché le loro dimensioni li rendono inaccessibili per la maggior parte dei predatori associati ai fiori. Il gigantismo delle mantidi orchidee permette quindi loro di catturare gli impollinatori più grandi, e di avere bassa competizione da parte di altri insetti predatori.

Il travestimento delle mantidi orchidee è così convincente da attrarre perfino più insetti impollinatori rispetto ai fiori a cui assomigliano che si trovano nella stessa area. Si è addirittura osservato che queste mantidi emettono delle sostanze chimiche che mimano la comunicazione feromonica tra alcuni insetti, traendoli così in inganno e aumentando le possibilità che essi si avvicinino. 

Non si esclude che altri fattori, come il successo riproduttivo o la competizione intraspecifica, abbiano contribuito al dimorfismo sessuale, ma tutti gli elementi sembrano indicare che si tratta di cause secondarie.


Fonte:
Gavin J. Svenson et al. Selection for predation, not female fecundity, explains sexual size dimorphism in the orchid mantises. Scientific Reports (2016) 6: 37753, doi:10.1038/srep37753

Immagine di Frupus, licenza CC BY-NC 2.0