Carmela Cortini Pedrotti: la studiosa delle “graziose piante” (seconda parte)
La prof.ssa Cortini Pedrotti ci ha lasciato un’eredità materiale e una immateriale. La rubrica “L’evoluzione non ha genere” vi accompagna nella seconda parte di questo viaggio alla scoperta di una straordinaria studiosa
Nella prima parte abbiamo conosciuto il lavoro della briologa Carmela Cortini Pedrotti. A partire dagli anni Cinquanta del XX secolo, iniziò a descrivere, studiare e classificare i muschi, pubblicando numerosi lavori scientifici. L’opera che l’ha consacrata tra le figure di spicco della briologia a livello internazionale è Flora dei muschi d’Italia: ancora oggi è un’opera unica nel suo genere che descrive ed illustra tutte le specie di muschi del nostro paese, compresi la distribuzione e l’ambiente.
La ricerca accademica non era, però, l’unico suo interesse. La prof.ssa Cortini Pedrotti ci ha lasciato un’eredità materiale e una immateriale. La rubrica L’evoluzione non ha genere vi accompagna nella seconda parte di questo viaggio alla scoperta di questa straordinaria studiosa.
L’orto botanico e la divulgazione
La prof.ssa Cortini Pedrotti ebbe sempre a cuore la divulgazione e la partecipazione della comunità locale alle iniziative tenute all’università e presso l’Orto Botanico. Infatti, si dedicò molto a un progetto apripista e lungimirante: rese gli spazi e le collezioni universitarie più accessibili e godibili non solo al personale docente, ai ricercatori e agli studenti, ma anche al pubblico. Si adoperò per realizzare un percorso storico-didattico che, dal Palazzo Ducale di Camerino, attraverso una scala a chiocciola, giunge direttamente all’Orto Botanico. Il percorso didattico, unico nel suo genere in Italia, mira a conoscere meglio i muschi e le alghe, due grandi gruppi tassonomici del mondo vegetale oggi sempre più importanti per il biomonitoraggio dell’atmosfera e delle acque. Sembrava doveroso, quindi, per il magnifico rettore Fulvio Esposito intitolare a Carmela Cortini Pedrotti, il 20 maggio 2008, l’Orto botanico di Camerino:
«In memoria della sua rilevante produzione scientifica, e l’appassionato impegno speso nel miglioramento e potenziamento delle strutture dell’Orto stesso»
«Con queste premesse, intitolare a Carmela Cortini, scienziata e persona, l’Orto botanico dell’Università di Camerino, più che un omaggio è stato un atto dovuto, quasi il minimo che la sua Università potesse fare»
In seguito, nel novembre 2021, l’Università di Camerino ha collocato nell’Orto botanico un busto a ricordo della prof.ssa Carmela Cortini Pedrotti, a 90 anni dalla sua nascita: è un busto in marmo bianco di Carrara, opera dello scultore Luan Hoxha.
Spinta da cosa?
La prof.ssa Cortini Pedrotti ha dedicato decenni di studi e ricerche ai muschi perché aveva desiderio di sapere. In un articolo del 2008 su Natura Alpina, la rivista trimestrale della Società di scienze naturali del Trentino e del Museo delle Scienze, Roberta Tacchi, curatrice dell’orto botanico universitario di Camerino, affermava:
«[…] Il motore che spingeva il suo desiderio di sapere era l’umiltà, con cui riconosceva i suoi limiti di fronte ad un mondo che non si finisce mai di conoscere, e che ci riserva ogni volta mille sorprese. È con lo stesso atteggiamento che ha sempre accolto quanti hanno avuto il piacere di lavorare al suo fianco, sicura che ognuno di noi avrebbe potuto condividere con lei al suo pari, la conoscenza di un aspetto nuovo di quel mondo che l’ha sempre affascinata, le Briofite, tanto da chiedere che fossero le uniche compagne presenti sulla sua tomba, che Lei ha scelto nel cimitero di Tuseggia, piccolo villaggio sulle colline nei dintorni di Camerino»
(Tacchi R., 2008 – Biografia e ricerche di Carmela Cortini Pedrotti (1931-2007), Natura Alpina – Trento, 59 (1): 45-50)
Il bosco “Carmela Cortini Pedrotti”
Carmela Cortini Pedrotti è stata lucida fino a qualche giorno prima che una lunga, progressiva e invalidante malattia la portasse via, a 75 anni, il 29 aprile del 2007.
In provincia di Teramo, immersa nel verde del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, si trova Valle Castellana. Tra luoghi e paesaggi incontaminati si giunge a Valzo, un borgo abbandonato. Siamo tra gli 800 e i 1.100 metri di altitudine. Visibili sono i segni del passato: una vecchia casa rurale attende di diventare protagonista di una rinascita. Nel 2008 il prof. Franco Pedrotti, professore emerito dell’Università degli Studi di Camerino, acquistò un tratto di bosco ceduo e il casale in rovina per onorare la memoria della moglie. Trentadue ettari di querceto misto con dominanza di roverella furono messi a disposizione della ricerca scientifica in botanica ed ecologia forestale, in particolare allo studio dei processi dinamici della vegetazione. Carpino nero, cerro, castagno, leccio e – nella parte più alta – anche faggio, a cui si aggiunge una variegata componente arbustiva, principalmente ginestra e ginepro. Il bosco è stato donato al FAI – Fondo Ambiente Italiano nel 2021 che, in coerenza con i vincoli testamentari, lascerà che gli alberi seguano il loro ciclo naturale completo sperimentando così la trasformazione spontanea in un bosco di alto fusto. Il bosco, infatti, è aperto a studiosi e appassionati, ai quali è affidata la «sorveglianza» culturale del bosco.
«Il bosco di Valzo è in una valle protetta; svetta il Monte Capitone a quota 1007 slm, c’è un piccolo laghetto in cui vi si trovano gamberi di fiume, c’è una villetta in cui sostare. Un bosco aperto a tutti e di cui prendersi cura, tutti. Il prof. Leone Damiani ha organizzato presso l’Istituto Comprensivo San Benedetto Centro di San Benedetto del Tronto incontri formativi per docenti sulle tematiche ambientali ed escursioni nel bosco con le sue classi»
(intervista al prof. Franco Pedrotti, 1° ottobre 2024)
«Il professor Pedrotti ha acquistato un tratto di bosco a Valzo, in provincia di Teramo, sui Monti della Laga: penso che non vi poteva essere un modo migliore per ricordare Carmela e conservarne in futuro la memoria e credo che il poter disporre di una simile «palestra» per indagini descrittive, monitoraggio, sperimentazione e didattica ambientale, costituisca una rara occasione per gli studiosi delle numerose discipline che si occupano degli ecosistemi terrestri, della loro funzionalità, conservazione e restauro»
(Pietro Piussi, già professore ordinario di ecologia generale e Selvicoltura Generale presso l’Università degli Studi di Firenze. Da PIUSSI P., 2009 – In ricordo di Carmela Cortini Pedrotti. L’Italia Forestale e Montana, LXIV(1): 57-58)
Conclusioni
La protagonista della rubrica “L’evoluzione non ha genere” non è la prima ad interessarsi con tenacia e passione alla briologia. Prima di lei, Elisabetta Fiorini Mazzanti (1799-1879), vissuta a Roma nel secolo XIX, si era interessata alle “piante imperfette”. Il merito di Carmela Cortini Pedrotti è stato quello di riportare ad un livello di rinnovato interesse tutta la materia che vantava, soprattutto a Camerino, un’antica tradizione di ricerca. Camerino è stato il trampolino di lancio per riportare in auge la briologia, formando molti allievi che ora svolgono la loro attività di ricerca in diverse sedi universitarie nazionali ed estere.
«Davvero non è un’esagerazione dire che tutti i botanici italiani hanno un grande motivo di gratitudine verso una collega che tanto ha dato per il progresso della scientia amabilis, e per la conoscenza della storia naturale del nostro Paese»
(Prof. Giovanni Cristofolini, Università di Bologna)
Le ricerche condotte dalla prof.ssa Cortini Pedrotti hanno aperto la strada allo studio e alla catalogazione delle piante in un determinato territorio (ricerca floristica); hanno fatto luce sulla geografia vegetale (si parla di fitogeografia o geobotanica); hanno consentito di conoscere taxa rari o critici, alcuni dei quali hanno mostrato il potenziale applicativo delle briofite nel biomonitoraggio ambientale.
I suoi studi riportano nuovi siti di specie già note e registrano la scoperta di nuove specie di muschi in Italia. Quaranta anni: questi sono gli anni dedicati alla ricerca briologica dalla prof.ssa Cortini Pedrotti. Il coronamento di una carriera dedicata ai muschi è sicuramente Flora dei muschi d’Italia: non c’erano stati lavori del genere prima di questi volumi e pochi sono tuttora quelli disponibili sulla scena internazionale. Si tratta di lavori in italiano. Peccato, direbbe qualcuno. Forse la prof.ssa Cortini Pedrotti avrebbe risposto: ‘’Io non lavoro per l’impact factor’’.
«L’attività scientifica di Carmela aveva riguardato le Briofite, in particolare quelle degli ambienti forestali con ricerche svolte in numerosi boschi di diverse regioni italiane. […] Scrivo questa nota per ricordare la scomparsa di una Socia dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali il cui valore scientifico non sono in grado di illustrare con competenza e precisione»
(Da PIUSSI P., 2009 – In ricordo di Carmela Cortini Pedrotti. L’Italia Forestale e Montana, LXIV(1): 57-58).
Era una persona nota per la sua riservatezza con le persone che conosceva poco, la sua modestia, la concretezza e risoluzione. Non voleva mai mettersi in vista, era affettuosa con gli amici, rigorosa ma comprensiva con gli studenti. Era una docente capace di trasmettere, senza esitazione o gelosia, un rigoroso metodo scientifico per indagare la natura.
«Carmela era una persona accogliente verso le persone : amici, docenti, studenti erano sempre ben accolti a casa nostra. Era una cuoca bravissima e aveva una raccolta di ricette che stilava come protocolli sperimentali»
(intervista al prof. Franco Pedrotti, 1 ottobre 2024)
Elisabetta Fiorini Mazzanti, ma anche Silvia Zenari, insieme a Carmela Cortini Pedrotti sono protagoniste della rubrica L’evoluzione non ha genere. Esse hanno diversi aspetti in comune: la passione per le scienze naturali, l’onestà intellettuale, la curiosità, la cura delle relazioni sociali e la professionalità nella ricerca teorica e sperimentale, bilanciando, come meglio potevano, le esigenze della vita privata e di quella professionale.
«Lavorare insieme a mia moglie è stata una bellissima esperienza: lei era razionale, sicura, esatta. Io sono sempre stato più sentimentale. Eppure, nonostante le differenze, è stato bello condividere, oltre alla lunga vita di coppia, anche l’ambiente lavorativo»
(intervista al prof. Franco Pedrotti, 1 ottobre 2024).
Ringraziamenti
Per aver suggerito alcune fonti e aver fornito indicazioni importanti alla stesura della monografia, si ringraziano: l’Accademia Italiana di Scienze Forestali, nella persona del dott. Francesco Puccioni; la Biblioteca di Botanica e l’Archivio di deposito e storico dell’Università di Firenze; la dott.ssa Giulia Torta, curatrice dell’Orto botanico di Firenze. Altresì ringraziamo il prof. Michele Aleffi per la preziosa testimonianza e i materiali condivisi. Infine, ringraziamo il prof. Franco Pedrotti per aver condiviso informazioni, aneddoti e curiosità sulla consorte.
Per approfondire
Cortini Pedrotti, C. (1983). Prodromo dei muschi della Sardegna. Biogeographia – The Journal of Integrative Biogeography, 8. http://dx.doi.org/10.21426/B68110167 Retrieved from https://escholarship.org/uc/item/5wd1x359
Cortini Pedrotti, C., & Aleffi, M. (1996). Stato delle conoscenze briologiche delle isole circum-sarde e considerazioni briogeografiche. Biogeographia – The Journal of Integrative Biogeography, 18. http://dx.doi.org/10.21426/B618110465 Retrieved from https://escholarship.org/uc/item/93m621r3
Cortini Pedrotti, C. (1982). La florula briologica della Grotta di Monte Cucco (Appennino Umbro-Marchigiano). Biogeographia – The Journal of Integrative Biogeography, 7. http://dx.doi.org/10.21426/B67110209 Retrieved from https://escholarship.org/uc/item/9zh7b3hh
Pedrotti, C. C. (1986). Bibliografia Briologica d’ Webbia, 39(2), 289–353. https://doi.org/10.1080/00837792.1986.10670376
Pedrotti, C. C. (1980). La flora briologica dell’Isola di Montecristo (Arcipelago Toscano). Webbia, 34(2), 707–760. https://doi.org/10.1080/00837792.1980.10670206
Andreani, L., & Pedrotti, C. C. (1986). Flora briologica della Selva dell’Abbadia di Fiastra nelle Marche (Italia). Webbia, 39(2), 281–288. https://doi.org/10.1080/00837792.1986.10670375
Michele Aleffi, Annalena Cogoni & Silvia Poponessi (2023) An updated checklist of the bryophytes of Italy, including the Republic of San Marino and Vatican City State, Plant Biosystems – An International Journal Dealing with all Aspects of Plant Biology, 157:6, 1259-1307, DOI: 1080/11263504.2023.2284136
Scritti in ricordo di Carmela Cortini Pedrotti https://www.societabotanicaitaliana.it/download/Carmela_Ricordo.pdf
Aleffi, M. (2007). Carmela Cortini Pedrotti (1931–2007). Journal of Bryology, 29(3), 210. https://doi.org/10.1179/jbr.2007.29.3.210
Dopo la laurea magistrale in Neurobiologia presso l’Università La Sapienza di Roma nel 2015, ho conseguito il Dottorato di ricerca in scienze biomediche sperimentali all’Università di Padova nel 2020. Da ottobre 2019 sono un’insegnante di scuola secondaria di primo e secondo grado. Ad ottobre 2022 ho concluso il Master in Comunicazione della Scienza dell’Università di Parma, grazie al quale ho iniziato a collaborare con Pikaia.