Gli umili eroi della terra: Darwin e il mondo segreto dei lombrichi

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Nel weekend a Down House si è svolto il “Worm Weekend”, un evento dedicato ai lombrichi e agli esperimenti di Darwin

Charles Darwin è ricordato soprattutto per aver trasformato la nostra comprensione dell’evoluzione, ma la sua ultima opera scientifica fu dedicata a una delle creature più sottovalutate del pianeta: il lombrico. Nel weekend del 25 e 26 ottobre 2025, la casa-museo di Down House ha celebrato questo insospettabile protagonista della natura con il Worm Weekend, realizzato in collaborazione con la Earthworm Society of Britain: visite guidate, esperimenti dal vivo e attività per famiglie hanno permesso ai visitatori di scoprire il mondo nascosto sotto i loro piedi e di capire perché, per Darwin, persino un lombrico potesse essere un protagonista della storia naturale.

Pubblicato nel 1881, pochi mesi prima della sua morte, The Formation of Vegetable Mould through the Action of Worms, with Observations on their Habits racchiude oltre quarant’anni di osservazioni e si rivelò un successo immediato, vendendo più copie nelle prime settimane dell’Origine delle specie. In Italia, l’opera uscì nel 1882 per UTET con il titolo La formazione della terra vegetale per l’azione dei lombrici.

In quel libro Darwin dimostrò che anche gli organismi più umili possono avere un impatto profondo sulla storia della Terra. Con il suo approccio paziente e sperimentale, pose le basi di quella che oggi chiamiamo biologia del suolo, aprendo la strada a una nuova visione della natura come rete di relazioni invisibili ma essenziali.

Un affare di famiglia e un mistero antico

L’interesse di Darwin per i lombrichi nacque anni prima di Down House. Nel 1837, l’anno successivo al rientro dal Beagle, Charles iniziò a interrogarsi sul ruolo dei lombrichi nel modellare il suolo a Maer Hall, la tenuta dello zio Josiah Wedgwood II, dove osservò come foglie e terra venissero lentamente trascinate nei cunicoli. Stimolato da queste prime osservazioni, Darwin presentò a Londra un contributo scientifico sull’argomento, un breve articolo letto alla Geological Society (pubblicato poi nel 1838) che col tempo sarebbe maturato in una grande intuizione sulle leggi immutabili della natura.

Lo studio dei lombrichi si intensificò in seguito a Down House, trasformandosi in un vero e proprio “affare di famiglia”. Quella che era iniziata come una curiosità personale divenne un progetto collettivo e il giardino si trasformò in un laboratorio di ricerca all’aria aperta. I figli parteciparono attivamente: Francis e Horace lo supportarono nel misurare con precisione l’affondamento di pietre e oggetti nel terreno, causato dall’attività dei lombrichi; William, il primogenito, estese persino il campo di indagine al celebre sito di Stonehenge, documentando gli effetti di questo processo sui monumentali megaliti preistorici.

Nel giugno del 1877 anche Charles, insieme alla moglie Emma e al figlio George, si recò personalmente a Stonehenge per verificare sul campo la profondità dello strato di “vegetable mould” intorno alle pietre, un viaggio faticoso ma “a cui era determinato, principalmente per i lombrichi”, come Emma annotò in una lettera alla figlia.

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Foto: di Chiara Ceci

Fu proprio osservando Stonehenge che Darwin comprese appieno la portata del lavoro di questi piccoli ingegneri del suolo: le enormi pietre sprofondavano non per misteriosi fenomeni geologici, ma per il lento, costante e incessante operare dei lombrichi. Questa intuizione, che attribuiva la trasformazione del paesaggio a cause naturali e graduali anziché a interventi divini, affascinò anche il vicino e amico di famiglia Sir John Lubbock, scienziato, banchiere e futuro promotore dell’archeologia preistorica, che vide in questi studi un perfetto punto d’incontro tra biologia, geologia e la comprensione della storia umana.

La “Worm Stone”: l’esperimento più longevo di Down House

Tra gli esperimenti più affascinanti e duraturi condotti da Darwin a Down House vi è la celebre Worm Stone”. Ideato con il contributo del figlio Horace, mirava a misurare con precisione la velocità con cui la pietra sarebbe sprofondata a causa della loro attività. L’esperimento consisteva nel posare una macina di pietra sul suolo e inserire delle barre metalliche attraverso il foro centrale fino a raggiungere la roccia sottostante.

Nel tempo, si misurava l’abbassamento della pietra rispetto all’estremità superiore delle barre, che rimanevano immobili, cioè quanto la pietra “sprofondava” per effetto del continuo rimescolamento della terra.

Charles e Horace utilizzavano un dispositivo di misurazione appositamente progettato (oggi esposto nella casa) per registrare, a intervalli regolari, l’accumulo dei depositi di terra (worm-castings) e il progressivo sprofondamento della pietra. Quella che era nata come una semplice curiosità si trasformò in un impegno meticoloso protratto per decenni. Horace proseguì le rilevazioni per 17 anni, anche dopo la morte del padre, calcolando che la pietra affondava in media di circa due millimetri all’anno.

L’esperimento dimostrò in modo semplice e visibile un risultato sorprendente: i lombrichi, portando continuamente terra in superficie, sono capaci di seppellire oggetti pesanti nel tempo. La Worm Stone si trova ancora nel giardino di Down House e continua a mostrare ai visitatori l’impatto profondo, e spesso invisibile, che queste piccole creature esercitano nel modellare il paesaggio.

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Riproduzione dell’esperimento originale realizzata da Horace nel 1929. Foto: Chiara Ceci

L’eredità scientifica degli esperimenti di Darwin continua ancora oggi nei prati di Down House. Tra gli ospiti del Worm Weekend era presente il Prof. Kevin Butt, dell’Università del Central Lancashire, uno dei massimi esperti mondiali di lombrichi, che da quasi vent’anni conduce ricerche proprio sul fenomeno osservato da Darwin: l’interramento graduale di pietre nel terreno per azione dei lombrichi. Nel prato dietro la casa di Darwin (Great Pucklands Meadow), Butt ha ricostruito l’esperimento utilizzando selci (flints) di diverse dimensioni per misurare, nel lungo periodo, la velocità con cui il suolo “inghiotte” oggetti pesanti, confermando l’intuizione darwiniana. I suoi studi mostrano come la capacità dei lombrichi di spostare terra vari a seconda della specie e della struttura del suolo, offrendo oggi un contributo prezioso per l’ecologia, la gestione dei suoli e persino l’archeologia del paesaggio.

Esperimenti e “Intelligenza” Sotto Terra

Darwin non si limitò a descrivere l’attività dei lombrichi, ma cercò di capire fino a che punto operassero consapevolmente e quale fosse il grado di facoltà mentali da essi dimostrato, poiché pochissime osservazioni erano state condotte su animali considerati così “bassi” nella scala naturale. I suoi esperimenti, semplici ma geniali, rivelarono comportamenti sorprendentemente complessi.

Per esempio, offrendo ai lombrichi foglie di forme diverse, osservò che le trascinavano nella tana quasi sempre dal lato più adatto: su 227 foglie secche, circa l’80% furono tirate giù dalla punta. Tale comportamento suggeriva una scelta funzionale, basata sull’aver acquisito una nozione generale della forma dell’oggetto, più che un riflesso puramente istintivo.

Scoprì inoltre che, pur essendo completamente sordi ai suoni trasmessi dall’aria, non reagendo né alle note acute di un fischietto, né a quelle profonde di un contrabbasso, e neppure quando Emma suonava il pianoforte, rispondevano invece immediatamente alle vibrazioni trasmesse dal suolo, rintanandosi con estrema rapidità se il loro vaso veniva appoggiato su uno strumento vibrante. Pur privi di occhi, erano anche in grado di distinguere la luce dall’oscurità e di ritirarsi istantaneamente se esposti a una luce intensa: un atto che, per Darwin, non era un semplice riflesso, ma implicava una forma di “attenzione”.

In collaborazione con il figlio Francis, verificò poi che erano in grado di distinguere diversi tipi di cibo grazie al gusto, preferendo, ad esempio, foglie di sedano e di ciliegio selvatico ad altre varietà, pur mostrando quasi indifferenza verso odori non naturali come tabacco o profumo.

Darwin osservò inoltre che, prima di nutrirsi, i lombrichi inumidivano le foglie con un liquido alcalino, simile alla secrezione pancreatica, realizzando una sorta di “digestione extra-stomacale”. Per Darwin, tutto ciò indicava che anche gli animali più semplici potevano possedere forme elementari di sensibilità e “ragionamento”, paragonando la loro capacità di giudizio a quella che un uomo mostrerebbe se posto nelle stesse circostanze. Concludeva che non vi fossero molti altri animali che avessero avuto una parte tanto importante nella storia del mondo.

Darwin, i lombrichi e lo scetticismo vittoriano

Non tutti presero sul serio il lavoro di Darwin sui lombrichi. Nell’Inghilterra vittoriana, dedicare quarant’anni di ricerca a creature ritenute umili e quasi insignificanti apparve a molti una bizzarria. La stampa evidenziò più volte come mancasse qualsiasi elemento di “grandezza” in un progetto del genere, e diversi critici trovavano assurdo che esseri tanto “deboli” potessero svolgere un’opera “immensa”.

Nel 1881 Punch dedicò a Darwin una delle sue Fancy Portraits, raffigurandolo come un vecchietto dall’aria pensosa, seduto in giardino con un lombrico gigantesco a forma di punto interrogativo. Accanto a lui, un libro intitolato “Life of Worms”. La didascalia scherzava sul fatto che, dopo aver “abbassato” la specie umana a un “quadrupede peloso” nel Descent of Man, Darwin si fosse ora rivolto alla sua ultima mania: i vermi.

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Eppure, ciò che allora faceva sorridere si sarebbe rivelato un’intuizione fondamentale. Quei lombrichi tanto derisi, per lungo tempo negletti dai naturalisti, erano in realtà ingegneri silenziosi del paesaggio, capaci di trasformare il suolo e di creare lo strato fertile di terra vegetale sotto i nostri piedi.

I lombrichi, geologi silenziosi

Il cuore del libro sui lombrichi di Darwin è la dimostrazione del loro ruolo geologico. L’intero strato superficiale di suolo, il vegetable mould, cioè il terriccio fertile, passa periodicamente attraverso i loro corpi, venendo trasformato e arricchito.

Calcolò che, in un anno, oltre dieci tonnellate di terra secca per ettaro vengono smosse dai lombrichi: un vero e proprio “aratro naturale”. Anno dopo anno, questi piccoli ingegneri del suolo seppelliscono oggetti, mescolano le particelle e diffondono nutrienti, contribuendo alla formazione del suolo e perfino alla protezione di reperti archeologici sotto la superficie.

Nella conclusione del suo libro Darwin inserisce una frase che va dritta al cuore:

“Si può mettere in dubbio se vi siano molti altri animali i quali abbiano avuto una parte tanto importante nella storia del mondo quanto quella avuta da questi esseri dall’organismo tanto basso”.

Oggi sappiamo che i lombrichi sono fondamentali per la fertilità del suolo, il riciclo dei nutrienti e la salute degli ecosistemi, e anche per la produzione mondiale di legumi e cereali. Visitando Down House è ancora possibile vedere la celebre Worm Stone e, grazie a iniziative come il Worm Weekend, l’eredità della passione di Darwin per i lombrichi e delle sue osservazioni continua a vivere proprio nel luogo in cui condusse molti dei suoi esperimenti sul campo.