L’enigma Denisova. Una nuova umanità accanto a Neandertal e Sapiens
Silvana Condemi e François Savatier raccontano la scoperta della misteriosa specie denisoviana, tra paleoantropologia, genetica e migrazioni antiche, in un saggio rigoroso e affascinante
Titolo: L’enigma Denisova. Dopo Neandertal e Sapiens, la scoperta di una nuova umanità
Autori: Silvana Condemi e François Savatier
Illustrazioni: Benoît Clarys
Traduzione: Susanna Bourlot
Editore: Bollati Boringhieri Milano
Anno: 2025 (orig. 2024)
Pag.: 244
Pianeta Terra. Ultimi tre milioni di anni, circa. La paleoantropologia ha più o meno 170 anni, è una scienza giovane, oggi in fase di accentuata accelerazione. Penetra i segreti dei fossili umani fino a rivelare con squisita precisione i gruppi sanguigni degli individui a cui appartenevano, la loro età geologica, i loro microbi, i loro legami di parentela, la loro alimentazione, i loro incroci e le loro migrazioni. Nei decenni scorsi è emerso che una specie del genere Homo era europea (molte oltre i confini geopolitici dell’attuale Unione), sorella dei Sapiens (precedente a noi e vissuta finora più centinaia di migliaia di anni di noi), ci siamo tante volte da più parti “ibridati” e ne conserviamo rilevante traccia nel DNA (intorno al due per cento), nonostante noi siamo da una quarantina di migliaia di anni rimasti l’unica specie del genere da queste parti. Nel 2010, poi, in un’oscura grotta nel massiccio dell’Altaj è stato scoperto un genoma umano sconosciuto, né Neandertal né Sapiens. Chi accidenti è e cosa vuole da noi? È toccato soprattutto ai genetisti impostare la ricerca, a lungo fra sconcerti diffidenze contrasti. Ormai è un dato abbastanza acquisito: in parallelo a quanto accaduto nel nostro Estremo Occidente, nell’estremo Oriente ovvero nell’Eurasia orientale è ben vissuta un’altra specie recente del genere Homo, stanno ancora cercando il nome, i denisoviani per intenderci. Risulta dunque confermato e fa piacere: sono le migrazioni antiche che ci hanno reso ovunque ciò che siamo (meticci), siamo scimmie sociali e tecnologiche, ci siamo evoluti cooperando e migrando, sorelle e fratelli.
Due esperti scienziati francesi, la paleoantropologa Silvana Condemi (figlia di emigrati calabresi, nata in Francia con mamma italiana), direttrice di ricerca al CNRS presso l’Università di Aix-Marseille, e il fisico comunicatore scientifico François Savatier (1961), continuano a collaborare magnificamente, questa fertile volta pubblicando il frutto di quattro anni di esplorazioni scientifiche per offrirci la soluzione più parsimoniosa sull’enigmatico umano di Denisova (da cui il titolo e la copertina). Gli euroasiatici preistorici, sia Neandertal che denisoviani, hanno una linea umana di antenati comuni e sono stati per lungo tempo animali culturali che si adattavano all’ambiente nel quale si addentravano. Migravano (perlopiù per dinamiche climatiche), si mescolavano con altre popolazioni locali che incontravano, si scambiavano idee e geni.
La narrazione è molto meticolosa, con frequenti chiari riassunti delle informazioni evidenti e dei dubbi aperti via via che l’indagine prosegue, foto disegni figure mappe, in fondo tavole a colori e bibliografia degli articoli scientifici distinti per capitolo. I quindici capitoli sono distribuiti in tre parti (cinque, sei, quattro): Il terzo uomo; Le origini; Nella pelle di Denisova. Sottolineano una tendenza “insopprimibile” del genere Homo a ibridarsi, evidente in modo particolare nel caso della specie Sapiens: l’ibridazione, “lungi dall’essere un fenomeno marginale, è piuttosto il tratto sociale fondamentale di tutti gli umani, quello che ha permesso loro di adattarsi ovunque”, forse proprio per questo è stato giusto aggettivarci soprattutto come “la” specie “meticcia”. Gli autori fanno così anche il punto sulla definizione stessa di specie biologica; su tutte le uscite originarie (sempre e solo) dall’Africa; sull’antenato prossimo dei Denisova, Homo heidelbergensis, lo stesso dei Neandertal; sulle ricerche archeologiche (soprattutto in Cina, seppur poco comunitarie) relative alla nuova specie per ora definibile dal 2010 sulla base del genoma; e ipotizzando infine lo specifico identikit anatomico: corpo massiccio, faccia larga abbastanza verticale, carnagione scura.
Valerio Calzolaio è giornalista e saggista. Già deputato per quattro legislature, dal 1996 al 2001 è stato sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, rappresentando il governo italiano ai principali appuntamenti ambientali internazionali (da Kyoto a l’Aja, da Nairobi a New York). Ha svolto per anni attività di consulente Onu per il segretariato della Convenzione per la lotta alla siccità e alla desertificazione. È stato professore a contratto di Diritto Costituzionale all’Università di Macerata. Ha pubblicato, con Telmo Pievani, Libertà di migrare (Einaudi, 2016), i suoi libri più recenti sono La specie meticcia (People, 2019), Migrazioni (Doppiavoce, 2019) e Isole carcere (Edizioni Gruppo Abele), 2022.

