Gli Italiani che non conosciamo

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Un nuovo libro riunisce e racconta la ricchezza linguistica e genetica del nostro Paese. Il 28 settembre la presentazione ad Alghero

Titolo: Gli Italiani che non conosciamo. Lingue, DNA e percorsi delle comunità storiche minoritarie

Curatori: Giovanni Destro Bisol, Erica Autelli, Marco Capocasa e Marco Caria

Sito web: https://www.italianichenonconosciamo.it/

Editore: Istituto Italiano di Antropologia e Edicions de l’Alguer, luglio 2024

ISBN: 978-88-99504-71-7

Il volume “Gli Italiani che non conosciamo. Lingue, DNA e percorsi delle comunità storiche minoritarie” (Istituto Italiano di Antropologia e Edicions de l’Alguer, luglio 2024) verrà presentato il 28 settembre ad Alghero nell’ambito del festival Cavidani Alguerès. Il libro è frutto di un’iniziativa per far conoscere la cultura, la genetica e perfino le tradizioni alimentari di gruppi poco noti, ma che occupano da molto tempo il nostro territorio.

Per Giovanni Destro Bisol, docente di Antropologia e Biodiversità umana presso l’Università La Sapienza di Roma, che ha coordinato l’iniziativa, “scoprire queste comunità, con le loro lingue e il DNA, è come scoprire una nuova Italia. Ognuna di esse apre una finestra su una storia nascosta e una cultura unica, con tradizioni e saperi che meritano di essere conosciute e celebrate. Qualcosa di cui noi Italiani possiamo, finalmente, andare fieri”.

L’opera riunisce i frutti di anni di ricerche approfondite condotte da specialisti nell’ambito sia umanistico, sia scientifico. In una sorta di viaggio che attraversa il nostro Paese, linguisti e antropologi raccontano la storia di comunità che hanno conservato culture, lingue e perfino caratteristiche genetiche uniche. Storie che svelano un tesoro nascosto; quanti conoscono, se non per sentito dire, gli Arbëreshë, gli Occitani, i Tabarchini e le tante altre minoranze linguistiche che fin dall’antichità e prima dei flussi migratori recenti, hanno portato nuove lingue, saperi e tradizioni in Italia?

Un patrimonio che arricchisce la diversità culturale e l’identità antropologica del nostro Paese. E non mancano le connessioni, talvolta sorprendenti, tra cultura, società e DNA. Un capitolo è dedicato, infine, alle tradizioni alimentari, con ricette che esemplificano la ricca eredità culinaria di queste comunità.

Il volume intende, inoltre, mettere in contatto i lettori con le comunità locali attraverso le testimonianze delle persone impegnate nella salvaguardia della loro comunità che raccontano i contesti, le difficoltà e anche le speranze di chi vuole continuare a vedere riconosciuta la propria identità in un mondo che sembra aver perso il senso del valore della diversità.

Fonte: comunicato stampa